Cronaca
Soldi o sesso per esame, condannato ex funzionario della Corte d'Appello
Angelo Scivetti, di Giovinazzo, accusato di aver chiesto prestazioni sessuali o denaro ad un'aspirante avvocatessa
Giovinazzo - mercoledì 6 ottobre 2021
10.46
Il Tribunale di Bari ha condannato a 2 anni di reclusione, con pena sospesa, l'ex funzionario della Corte di Appello di Bari, adesso in pensione, Angelo Scivetti, di Giovinazzo, accusato di avere chiesto prestazioni sessuali o, in alternativa, denaro ad una aspirante avvocatessa, promettendole in cambio il superamento delle prove orali dell'esame di abilitazione professionale.
Il fatto contestato, rimasto al livello della richiesta e del rifiuto, risale al 2014. Al centro del fascicolo, che include varie registrazioni e la testimonianza dell'allora compagno di lei, ci sono le prove orali (il secondo step della selezione) del concorso per l'abilitazione alla professione di avvocato. Scivetti, stando all'ipotesi accusatoria condivisa dai giudici, avrebbe tentato di indurre la donna a ripagare, in natura oppure con la somma di 10mila euro, l'aiuto che il funzionario avrebbe potuto fornirle per superare il secondo step dell'esame da avvocato. Un aiuto che la candidata, di Bari, non ha accettato.
La prima sezione penale del Tribunale di Bari, presidente Rosa Calia Di Pinto coi giudici del collegio Giovanni Abbattista e Antonio Coscia, ha derubricato il reato contestato da tentata concussione in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, condannando l'ex funzionario. Il co-imputato, invece, Alfredo Fazzini, un uomo che gravita negli ambienti giudiziari con un passato da avvocato, assistito dal legale Rosario Cristini, è stato scagionato «perché il fatto non costituisce reato». Era ritenuto il tramite tra l'ex funzionario Scivetti e la donna, ma il suo ruolo è stato ritenuto non penalmente rilevante.
L'indagine dei Carabinieri del Reparto Operativo, che hanno ricostruito un caso apparso delicato, coordinata inizialmente dal sostituto procuratore Antonino Lupo e successivamente ereditata dal pubblico ministero Savina Toscani, è partita dopo la denuncia della presunta vittima, a cui il Tribunale di Bari ha riconosciuto il risarcimento danni quantificato in 10mila euro.
Il fatto contestato, rimasto al livello della richiesta e del rifiuto, risale al 2014. Al centro del fascicolo, che include varie registrazioni e la testimonianza dell'allora compagno di lei, ci sono le prove orali (il secondo step della selezione) del concorso per l'abilitazione alla professione di avvocato. Scivetti, stando all'ipotesi accusatoria condivisa dai giudici, avrebbe tentato di indurre la donna a ripagare, in natura oppure con la somma di 10mila euro, l'aiuto che il funzionario avrebbe potuto fornirle per superare il secondo step dell'esame da avvocato. Un aiuto che la candidata, di Bari, non ha accettato.
La prima sezione penale del Tribunale di Bari, presidente Rosa Calia Di Pinto coi giudici del collegio Giovanni Abbattista e Antonio Coscia, ha derubricato il reato contestato da tentata concussione in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, condannando l'ex funzionario. Il co-imputato, invece, Alfredo Fazzini, un uomo che gravita negli ambienti giudiziari con un passato da avvocato, assistito dal legale Rosario Cristini, è stato scagionato «perché il fatto non costituisce reato». Era ritenuto il tramite tra l'ex funzionario Scivetti e la donna, ma il suo ruolo è stato ritenuto non penalmente rilevante.
L'indagine dei Carabinieri del Reparto Operativo, che hanno ricostruito un caso apparso delicato, coordinata inizialmente dal sostituto procuratore Antonino Lupo e successivamente ereditata dal pubblico ministero Savina Toscani, è partita dopo la denuncia della presunta vittima, a cui il Tribunale di Bari ha riconosciuto il risarcimento danni quantificato in 10mila euro.