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Sicurezza in Terra di Bari: i sindacati di Polizia chiedono supporto e attaccano il Ministro Minniti

Una lettera aperta dei Segretari provinciali del Coisp e della Cosap

Eustacchio Calabrese, Segretario Provinciale del Coisp di Bari del Sindacato Indipendente di Polizia, e Uccio Persia, Segretario Provinciale della Consap di Bari, hanno scritto una lettera aperta alla stampa, in cui denunciano le condizioni in cui gli uomini delle forze dell'ordine sono costretti a lavorare in questo momento così difficile per l'ordine pubblico in Terra di Bari.

L'attacco frontale è al ministero ed alla politica in genere. Noi vi riproponiamo integralmente la nota, su un tema al centro del dibattito cittadino anche a Giovinazzo. La nota intende far per capire la posizione di tante persone rappresentate da queste sigle. Persone al nostro servizio che chiedono supporto.

«Abbiamo assistito negli ultimi mesi a dichiarazioni rassicuranti da parte del Ministro dell'Interno Marco Minniti, dichiarazioni rese a caldo dopo fatti criminosi che hanno coinvolto e sconvolto l'opinione pubblica per quanto accaduto a Foggia, poi a Bitonto e nei giorni scorsi a Napoli con le baby gang. La parola magica è sempre la stessa: 100! Cento uomini subito, cento uomini presto, cento uomini a supporto, cento uomini bla bla bla... Tutto ciò purtroppo rievoca il periodo fascista, quando Mussolini usava ordinare lo spostamento continuo dei pochi ed inefficienti carri armati di cui disponeva per far credere a tutti di avere un esercito ben più potente della misera realtà che la guerra dimostrò ben presto.

Oggi, dopo quasi un secolo, abbiamo ancora chi vuole risolvere il problema dell'Ordine Pubblico e Sicurezza con slogan anacronistici e misure spot. La percezione di insicurezza è ormai dilagante e non bastano statistiche costruite ad hoc a colmare un vuoto che continua a fare morti, tra la gente comune e, anche, tra chi è preposto a garantire sicurezza. I cittadini hanno perso fiducia nelle istituzioni e si continua a sottovalutare il problema. Ci chiediamo - incalzano i Segretari provinciali dei sindacati di polizia Coisp e Consap - ma se le forze dell'ordine non sono tutelate come si può pretendere che ogni cittadino faccia la sua parte? Siamo alla follia. E i cento uomini che sarebbero giunti a Bitonto dove sono e, soprattutto, chi sono?

La verità è che per coprire le emergenze di Bitonto, i benpensanti hanno fatto ricorso alle già poche risorse presenti sul territorio. I commissariati di Provincia e la Questura di Bari quotidianamente si vedono costretti ad inviare personale a Bitonto. Il risultato? Che vengono sguarniti uffici già sofferenti per dare supporto alle emergenze sacrificando il controllo del territorio. Canosa di Puglia, Corato, non possono garantire un controllo del territorio sulle 24 ore e, spesso, per sopperire a tale mancanza, ci si avvale del contributo degli Istituti di Vigilanza Privata. A Bari le volanti sono insufficienti per coprire un territorio così vasto e addirittura mancano le divise per vestire i poliziotti. Massimo rispetto per questi uomini volenterosi, cui va il nostro ringraziamento, l'Ordine Pubblico e Sicurezza però deve e dovrebbe rimanere una priorità dello Stato. E non inventiamoci l'impiego dell'esercito.

Uomini preparati per missioni di pace o per interventi in Paesi dove c'è la guerra che sarebbero sviliti nella loro preparazione e nella loro funzione solo per gettare fumo negli occhi alla cittadinanza. È ora di dire basta a questa "truffa" commessa in danno dei cittadini! Delle misure last minute e assolutamente inefficienti ne abbiamo piene le tasche. Cento Uomini? E cento uomini siano. Prossimamente saranno effettuati i tanto attesi trasferimenti ministeriali.

Basta con le briciole, manteniamo le promesse e diamo alla Puglia la possibilità di avere sul territorio nuove forze. Non dimentichiamoci che ci sono uomini che attendono di rientrare in Puglia da oltre 15 anni. Questo è il momento di dimostrare quanto lo Stato si interessi al territorio. Il Capo della Polizia, il nostro capo, sarà a Trani e a Barletta, per commemorare i nostri colleghi defunti.

Di questo gliene siamo grati e lo ringraziamo. Però, almeno per una volta, proviamo a ricordarci dei vivi magari. In fondo, siamo ancora in tempo!!».
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