Attività produttive
Si scrive "Puglia creativa" si legge "opportunità per le imprese"
Incontro con Vincenzo Bellini ieri sera in Sala San Felice
Giovinazzo - giovedì 21 luglio 2016
Si chiama Distretto Produttivo Puglia Creativa ed è un hub per mettere in rete imprese. Ieri sera, in Sala San Felice, il presidente, Vincenzo Bellini (in foto, ndr), ha tenuto una sorta di lectio magistrarlis informale su quelle che sono le opportunità che questo organismo offre alle imprese creative pugliesi.
A fare da padrone di casa il vicesindaco, Michele Sollecito, a cui sono stati affidati i saluti istituzionali. Poi Bellini ha illustrato i passaggi salienti di questa iniziativa che punta a far rete tra giovani imprese, associazioni culturali e professionisti singoli che operano nel settore. Un settore vasto, come ha spiegato lo stesso presidente, che va dalle aziende che operano nell'ambito cinematografico, teatrale e musicale, fino a quelle che si occupano di digitalizzazione, passando per quelle che lavorano nel campo dell'architettura, del design e dell'organizzazione di eventi, solo per citarne alcune.
L'idea base è quella non solo di creare una rete tra queste aziende o realtà associative (finora se ne contano 150 iscritte), ma anche di portare a conoscenza degli operatori economici creativi anche normative e bandi pubblici utili ad intercettare fondi, spesso di derivazione comunitaria.
Sono sei le azioni messe in atto dal Distretto Produttivo Puglia Creativa: in primis quelle cosiddette "di sistema", riferite proprio al tentativo di aiutare le realtà presenti sul territorio a muoversi nei meandri della legislazione regionale. In secondo luogo si sta tentando di formare un Osservatorio sulle figure professionali, che, in questo settore, sono spesso anomale e non comprese dal resto del mercato né contemplate nella legislazione vigente.
Puglia Creativa, inoltre, si prefigge di "agganciare" il carro di opportunità che derivano dalla scelta di Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019. L'idea è quella di far allargare l'onda lunga dei benefici anche a tutta la regione Puglia e non solo al comparto murgiano già vicino al capoluogo lucano. Come quarto punto del Piano di sviluppo di questo settore c'è anche la volontà di ampliare il numero dei punti di informazione a tutte le province pugliesi. Oggi, ha spiegato Bellini, «il 45% delle imprese creative si trova nella ex provincia barese, mentre un altro 22% è presente in Salento. Devono dunque crescere - ha spiegato - anche le altre province pugliesi».
Si sta pensando anche ad una Biennale della Creatività, un evento che permetta di puntare i riflettori su Bari e tutta la Puglia. Un ultimo importante progetto di Puglia Creativa è quello di "creare connessione" tra le realtà di questo settore e tutti i bandi di tutti gli Enti (non solo di quello regionale, quindi). Le imprese creative, in buona sostanza, devono potersi muovere tranquillamente tra le pieghe della burocrazia e comprendere a pieno dove poter intercettare fondi.
«Puglia Creativa - ha spiegato lo stesso Bellini - vuole sincronizzare il linguaggio delle varie realtà imprenditoriali a beneficio dell'intera economia regionale». Perché, se qualcuno non lo avesse ancora compreso, il Distretto delle imprese creative e culturali significa economia e posti di lavoro, anche se a volte è durissima andare avanti. Ed ecco che Puglia Creativa intende promuovere un'altra azione per agevolare il credito a queste imprese.
Costruire reti di imprese e di co-working sono solo altre due voci relative alla forte vocazione di Puglia Creativa, pronta a promuovere anche l'idea di bandi europei che portino gli imprenditori del settore a ricevere dei voucher pubblici, ad esempio per inglobare nel gruppo di lavoro un progettista.
Inoltre, è prevista dal Piano di sviluppo anche una sezione dedicata alla formazione su tre livelli: una relativa al lavoratore, in maniera che, grazie a voucher per 3 anni, possa completare la sua formazione nel ramo scelto; una seconda, invece, punta alla formazione di giovani creativi attraverso il contatto tra mondo scolastico e questo tipo di impresa; ultima ipotesi è quella della formazione professionale di settore per giovani disoccupati o inoccupati.
Inevitabile, quasi, la proposta di interazione tra attività turistiche e quelle creative.
Molto bella, infine, l'idea di dare l'opportunità ad una azienda tradizionale, di quelle che hanno un luogo fisico in cui operare, di includere, attraverso un bando pubblico (qualcosa di simile è accaduto al famosissimo CERN di Ginevra) un lavoratore del settore creativo. Un modo per avvicinare mondi apparentemente lontani e superare diffidenze e pregiudizi.
Giovinazzo ieri si è mostrata tiepida, come spesso le accade, ma alcune realtà locali hanno risposto presente a questo incontro, istruttivo per tanti versi. Le opportunità, in fondo, si costruiscono partendo dalle buone idee.
A fare da padrone di casa il vicesindaco, Michele Sollecito, a cui sono stati affidati i saluti istituzionali. Poi Bellini ha illustrato i passaggi salienti di questa iniziativa che punta a far rete tra giovani imprese, associazioni culturali e professionisti singoli che operano nel settore. Un settore vasto, come ha spiegato lo stesso presidente, che va dalle aziende che operano nell'ambito cinematografico, teatrale e musicale, fino a quelle che si occupano di digitalizzazione, passando per quelle che lavorano nel campo dell'architettura, del design e dell'organizzazione di eventi, solo per citarne alcune.
L'idea base è quella non solo di creare una rete tra queste aziende o realtà associative (finora se ne contano 150 iscritte), ma anche di portare a conoscenza degli operatori economici creativi anche normative e bandi pubblici utili ad intercettare fondi, spesso di derivazione comunitaria.
Sono sei le azioni messe in atto dal Distretto Produttivo Puglia Creativa: in primis quelle cosiddette "di sistema", riferite proprio al tentativo di aiutare le realtà presenti sul territorio a muoversi nei meandri della legislazione regionale. In secondo luogo si sta tentando di formare un Osservatorio sulle figure professionali, che, in questo settore, sono spesso anomale e non comprese dal resto del mercato né contemplate nella legislazione vigente.
Puglia Creativa, inoltre, si prefigge di "agganciare" il carro di opportunità che derivano dalla scelta di Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019. L'idea è quella di far allargare l'onda lunga dei benefici anche a tutta la regione Puglia e non solo al comparto murgiano già vicino al capoluogo lucano. Come quarto punto del Piano di sviluppo di questo settore c'è anche la volontà di ampliare il numero dei punti di informazione a tutte le province pugliesi. Oggi, ha spiegato Bellini, «il 45% delle imprese creative si trova nella ex provincia barese, mentre un altro 22% è presente in Salento. Devono dunque crescere - ha spiegato - anche le altre province pugliesi».
Si sta pensando anche ad una Biennale della Creatività, un evento che permetta di puntare i riflettori su Bari e tutta la Puglia. Un ultimo importante progetto di Puglia Creativa è quello di "creare connessione" tra le realtà di questo settore e tutti i bandi di tutti gli Enti (non solo di quello regionale, quindi). Le imprese creative, in buona sostanza, devono potersi muovere tranquillamente tra le pieghe della burocrazia e comprendere a pieno dove poter intercettare fondi.
«Puglia Creativa - ha spiegato lo stesso Bellini - vuole sincronizzare il linguaggio delle varie realtà imprenditoriali a beneficio dell'intera economia regionale». Perché, se qualcuno non lo avesse ancora compreso, il Distretto delle imprese creative e culturali significa economia e posti di lavoro, anche se a volte è durissima andare avanti. Ed ecco che Puglia Creativa intende promuovere un'altra azione per agevolare il credito a queste imprese.
Costruire reti di imprese e di co-working sono solo altre due voci relative alla forte vocazione di Puglia Creativa, pronta a promuovere anche l'idea di bandi europei che portino gli imprenditori del settore a ricevere dei voucher pubblici, ad esempio per inglobare nel gruppo di lavoro un progettista.
Inoltre, è prevista dal Piano di sviluppo anche una sezione dedicata alla formazione su tre livelli: una relativa al lavoratore, in maniera che, grazie a voucher per 3 anni, possa completare la sua formazione nel ramo scelto; una seconda, invece, punta alla formazione di giovani creativi attraverso il contatto tra mondo scolastico e questo tipo di impresa; ultima ipotesi è quella della formazione professionale di settore per giovani disoccupati o inoccupati.
Inevitabile, quasi, la proposta di interazione tra attività turistiche e quelle creative.
Molto bella, infine, l'idea di dare l'opportunità ad una azienda tradizionale, di quelle che hanno un luogo fisico in cui operare, di includere, attraverso un bando pubblico (qualcosa di simile è accaduto al famosissimo CERN di Ginevra) un lavoratore del settore creativo. Un modo per avvicinare mondi apparentemente lontani e superare diffidenze e pregiudizi.
Giovinazzo ieri si è mostrata tiepida, come spesso le accade, ma alcune realtà locali hanno risposto presente a questo incontro, istruttivo per tanti versi. Le opportunità, in fondo, si costruiscono partendo dalle buone idee.