Vita di città
Si festeggia la Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera
Ecco il programma completo
Giovinazzo - martedì 17 marzo 2015
02.20
Il Comune di Giovinazzo, come tutte le città italiane, festeggia quest'oggi la Giornata dell'Unità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera, una grande festa che coincide col giorno di 154 anni fa in cui è stato proclamato il Regno d'Italia. La ricorrenza è stata istituita come festività civile il 23 novembre del 2012 attraverso l'emenazione della legge n. 222, con l'obiettivo di ricordare e promuovere i valori di cittadinanza e riaffermare e consolidare l'identità nazionale attraverso la memoria civica.
Protagoniste della Giornata saranno le scolaresche, come stabilito proprio all'interno del testo normativo istitutivo. Sono infatti previsti dall'art. 1, percorsi didattici, momenti di riflessione, iniziative e incontri celebrativi. «Iniziative - ricordano in una nota dal Ministero della Pubblica Istruzione - che hanno il fine di far conoscere gli eventi e il significato del Risorgimento, nonché di meditare sulle vicende che hanno condotto all'Unità nazionale, alla scelta dell'Inno di Mameli e della bandiera nazionale ed all'approvazione della Costituzione, anche alla luce della storia europea. Il comma 2 prevede l'insegnamento dell'Inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali».
Questa mattina alle ore 09.30 vi sarà un raduno in piazza Vittorio Emanuele II, con un corteo che, a partire dalle ore 10.00, si snoderà per le strade cittadine raggiungendo piazza Garibaldi dove, alla presenza delle massime autorità civili e militari della città, sarà deposta una corona al Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Successivamente, intorno alle ore 11.00, il corteo raggiungerà la scuola secondaria di primo grado "Guglielmo Marconi" e, dopo i saluti del Dirigente scolastico, del Sindaco e dei vertici baresi dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, si terrà una interessante conferenza dal titolo "La centuria alata: le trasvolate atlantiche". Relatore sarà il Generale di Squadra Giovanni Mazzone.
Il senso di appartenenza di un popolo non può solo essere misurato dalle feste che celebrano il suo passato. Con il coinvolgimento delle scuole si tramandano di generazione in generazione i valori di una nazione che troppo spesso, soprattutto in questa fase storica delicata sotto molti punti di vista, tende a dimenticare la propria identità.
Protagoniste della Giornata saranno le scolaresche, come stabilito proprio all'interno del testo normativo istitutivo. Sono infatti previsti dall'art. 1, percorsi didattici, momenti di riflessione, iniziative e incontri celebrativi. «Iniziative - ricordano in una nota dal Ministero della Pubblica Istruzione - che hanno il fine di far conoscere gli eventi e il significato del Risorgimento, nonché di meditare sulle vicende che hanno condotto all'Unità nazionale, alla scelta dell'Inno di Mameli e della bandiera nazionale ed all'approvazione della Costituzione, anche alla luce della storia europea. Il comma 2 prevede l'insegnamento dell'Inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali».
Questa mattina alle ore 09.30 vi sarà un raduno in piazza Vittorio Emanuele II, con un corteo che, a partire dalle ore 10.00, si snoderà per le strade cittadine raggiungendo piazza Garibaldi dove, alla presenza delle massime autorità civili e militari della città, sarà deposta una corona al Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Successivamente, intorno alle ore 11.00, il corteo raggiungerà la scuola secondaria di primo grado "Guglielmo Marconi" e, dopo i saluti del Dirigente scolastico, del Sindaco e dei vertici baresi dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, si terrà una interessante conferenza dal titolo "La centuria alata: le trasvolate atlantiche". Relatore sarà il Generale di Squadra Giovanni Mazzone.
Il senso di appartenenza di un popolo non può solo essere misurato dalle feste che celebrano il suo passato. Con il coinvolgimento delle scuole si tramandano di generazione in generazione i valori di una nazione che troppo spesso, soprattutto in questa fase storica delicata sotto molti punti di vista, tende a dimenticare la propria identità.