Eventi e cultura
Si chiude la personale di Tommaso Genchi
Presso la galleria d'arte "K2"
Giovinazzo - sabato 11 luglio 2015
11.33
Va verso la sua chiusura la mostra personale di Michele Genchi dal titolo "Radici di pietra", allestita presso la galleria d'arte "K2" in via Cattedrale ed inaugurata il 4 luglio scorso. Le opere in mostra celebrano la terra, le sue bellezze paesaggistiche, le sue emozioni, i suoi colori.
Ci ha illustrato i contenuti della mostra il critico Francesco Mignacca: «L'autore sceglie le splendide atmosfere del piccolo borgo giovinazzese - scrive - per presentare la sua produzione artistica ispirata a una terra di frontiera, quella di Puglia, in cui da sempre si fondono esperienze provenienti da diverse culture in transito. Nuove e vecchie generazioni raccontate attraverso elementi e simboli, così come si evince dalle parole di Nicola Pizzuto: "Nelle opere del Maestro Genchi appare, da una parte, il disfacimento di un vecchio mondo nel quale la pietra si disgrega lentamente e dall'altra, l'ulivo, le cui contorte radici mantengono viva - metaforicamente -la speranza che si manifesta nei piccoli germogli che l'albero lascia intravedere. Nella sintesi tra due opposte emozioni - pessimismo e speranza -il cavallo rappresenta l'inquieta anima dell'artista che si dimena nei propri altalenanti sentimenti"».
Poi è stato lo stesso maestro Tommaso Genchi a spiegarci la sua arte: «ho realizzato le opere presentate per questa esposizione -ha affermato il noto pittore- qualche anno fa, in occasione di alcune escursioni in bicicletta con un caro amico. La nostra grande passione per la natura e la storia antica del territorio ci ha portato sulle tracce dei manufatti in pietra presenti nelle nostre campagne e, in particolar modo, i dolmen e menhir, testimoni del comune passato arcaico e misterioso. Le loro forme, unite spesso alla presenza di contorti ulivi secolari, mi hanno subito affascinato e, notando il loro stato di semi abbandono, ho pensato di immortalarli in dipinti in cui li ho immaginati avvinti da tronchi e radici di ulivi, anch'essi secchi e decadenti che, però, riescono a mantenere viva la memoria storica del nostro passato con un loro ultimo, tenace germoglio».
Secondo Francesco Mignacca, fondatore della galleria d'arte "Anforah", oggi K2, la mostra racchiude in sé qualità e tecnica, olii su tela e pastelli la cui visione allieterà le serate dei visitatori che ancora non avessero goduto di tanta bellezza.
Ci ha illustrato i contenuti della mostra il critico Francesco Mignacca: «L'autore sceglie le splendide atmosfere del piccolo borgo giovinazzese - scrive - per presentare la sua produzione artistica ispirata a una terra di frontiera, quella di Puglia, in cui da sempre si fondono esperienze provenienti da diverse culture in transito. Nuove e vecchie generazioni raccontate attraverso elementi e simboli, così come si evince dalle parole di Nicola Pizzuto: "Nelle opere del Maestro Genchi appare, da una parte, il disfacimento di un vecchio mondo nel quale la pietra si disgrega lentamente e dall'altra, l'ulivo, le cui contorte radici mantengono viva - metaforicamente -la speranza che si manifesta nei piccoli germogli che l'albero lascia intravedere. Nella sintesi tra due opposte emozioni - pessimismo e speranza -il cavallo rappresenta l'inquieta anima dell'artista che si dimena nei propri altalenanti sentimenti"».
Poi è stato lo stesso maestro Tommaso Genchi a spiegarci la sua arte: «ho realizzato le opere presentate per questa esposizione -ha affermato il noto pittore- qualche anno fa, in occasione di alcune escursioni in bicicletta con un caro amico. La nostra grande passione per la natura e la storia antica del territorio ci ha portato sulle tracce dei manufatti in pietra presenti nelle nostre campagne e, in particolar modo, i dolmen e menhir, testimoni del comune passato arcaico e misterioso. Le loro forme, unite spesso alla presenza di contorti ulivi secolari, mi hanno subito affascinato e, notando il loro stato di semi abbandono, ho pensato di immortalarli in dipinti in cui li ho immaginati avvinti da tronchi e radici di ulivi, anch'essi secchi e decadenti che, però, riescono a mantenere viva la memoria storica del nostro passato con un loro ultimo, tenace germoglio».
Secondo Francesco Mignacca, fondatore della galleria d'arte "Anforah", oggi K2, la mostra racchiude in sé qualità e tecnica, olii su tela e pastelli la cui visione allieterà le serate dei visitatori che ancora non avessero goduto di tanta bellezza.