Vita di città
Settimana Santa a Giovinazzo: lo scatto più significativo è quello di Giuseppe Palmiotto
Un Giovedì Santo che rispecchia bene la nostra Passione che sembra senza fine
Giovinazzo - mercoledì 7 aprile 2021
La piazza deserta intorno alle 21.00 del Giovedì Santo. Un ossimoro in altri tempi, non in quelli che viviamo da un anno a questa parte.
Lo scatto di Giuseppe Palmiotto, come spesso accade al fotografo professionista giovinazzese, coglie nel segno, lascia impresse non solo immagini, ma sensazioni. Racconta, più che immortalare.
Mai in una serata come quella del Giovedì Santo, dedicato dai tanti cattolici di Giovinazzo alla Missa in Coena Domini ed al lento peregrinare per Repositori, di chiesa in chiesa, avremmo immaginato potesse essere scattata una foto simile. La grande agorà deserta e una croce (quella posta in piazza dalla Confraternita della Purificazione) quasi a vegliare sul silenzio, ad indicare la via della rinascita, l'unica possibile. Reclusi per la paura del morbo, con la Croce che diventa simbolo di riscatto fino alla Resurrezione delle anime e soprattutto dei corpi.
Giuseppe Palmiotto ancora una volta è riuscito a sintetizzare ciò che non si è detto, ciò che non abbiamo scritto prima. La Passione di Cristo è un po' la Passione della nostra gente che è lungi dall'essere terminata. Ma ci sarà sempre, anche quando noi non la vediamo, una piazza pronta ad accoglierci, ad accogliere le nostre famiglie, i nostri sorrisi, le nostre speranze. Il conforto ce lo darà quella Croce, che porta inevitabilmente ad un nuovo giorno dopo una notte lunga e buia.
Lo scatto di Giuseppe Palmiotto, come spesso accade al fotografo professionista giovinazzese, coglie nel segno, lascia impresse non solo immagini, ma sensazioni. Racconta, più che immortalare.
Mai in una serata come quella del Giovedì Santo, dedicato dai tanti cattolici di Giovinazzo alla Missa in Coena Domini ed al lento peregrinare per Repositori, di chiesa in chiesa, avremmo immaginato potesse essere scattata una foto simile. La grande agorà deserta e una croce (quella posta in piazza dalla Confraternita della Purificazione) quasi a vegliare sul silenzio, ad indicare la via della rinascita, l'unica possibile. Reclusi per la paura del morbo, con la Croce che diventa simbolo di riscatto fino alla Resurrezione delle anime e soprattutto dei corpi.
Giuseppe Palmiotto ancora una volta è riuscito a sintetizzare ciò che non si è detto, ciò che non abbiamo scritto prima. La Passione di Cristo è un po' la Passione della nostra gente che è lungi dall'essere terminata. Ma ci sarà sempre, anche quando noi non la vediamo, una piazza pronta ad accoglierci, ad accogliere le nostre famiglie, i nostri sorrisi, le nostre speranze. Il conforto ce lo darà quella Croce, che porta inevitabilmente ad un nuovo giorno dopo una notte lunga e buia.