Politica
Sergio Silvestris al fianco dei gilet arancioni
L'esponente di Forza Italia sarà oggi a Bari per sostenere la battaglia degli agricoltori pugliesi
Giovinazzo - lunedì 7 gennaio 2019
Sono stati ribattezzati gilet arancioni, quasi a scimmiottare quelli gialli d'oltralpe, che tanto peso stanno avendo in un momento quasi epocale per la Francia.
Si tratta degli agricoltori, molti dei quali del settore olivicolo della nostra zona, che fanno parte del coordinamento che raggruppa le organizzazioni Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori e chiedono un sostegno concreto dalla Regione Puglia e da Roma per le gelate dello scorso anno e per i tanti problemi che affliggono il comparto agricolo pugliese. Arriveranno a Bari con 150 trattori per gridare la propria indignazione.
Al loro fianco, nelle scorse ore, si è schierato anche Sergio Silvestris, ex europarlamentare bisegliese di Forza Italia, membro della Commissione Agricoltura che ha molti sostenitori nella destra giovinazzese, il quale da Bruxelles aveva condotto col salentino Paolo De Castro (PD) battaglie importantissime per l'intero comparto che tanta importanza ricopre nell'economia della Città Metropolitana di Bari e della provincia Bat.
«È dovere di tutti - cittadini, politici, commercianti e imprenditori - partecipare a Bari alla manifestazione organizzata dai gilet arancioni in difesa dell'agricoltura pugliese. L'adesione deve essere delle famiglie intere. Perché l'agricoltura, nonostante tutto, è ancora la ricchezza - ricorda Silvestris -, il futuro e il fascino della Puglia. La grave calamita che si è verificata a febbraio dello scorso anno non ha congelato solo gli ulivi, ma anche gli stipendi di migliaia di braccianti (un milione di giornate agricole perse) e i ricavi dei frantoiani (si contano 1.600 frantoi chiusi). L'olio prodotto quest'anno è il 20% di quello prodotto l'anno scorso, e i frantoi che macinavano olive fino a marzo hanno fermato le macchine all'Immacolata. Aggiungiamo pure i danni che nel sud della Puglia sta facendo la xylella, giunta a Monopoli. Il totale è una perdita netta di 800 milioni di euro solo per l'olivicoltura», è la sua sottolineatura.
«Ma un disastro di tale gravità - è la riflessione a margine operata dal politico biscegliese - non riguarda solo gli agricoltori, i braccianti, le aziende dell'indotto. In una situazione del genere a soffrire è l'intero territorio. Pensiamo ai mancati incassi dei bar che ogni mattina servono i braccianti che vanno nei campi, o a quelli dei negozi, di alimentari o di abbigliamento, e dei supermercati: senza stipendi e senza il lavoro nei campi, in quanti avranno fatto spese in queste ultime settimane? Quanti operai rimasti senza ingaggio avranno rinunciato alla spesa per i regali di Natale e per il cenone di Capodanno? Ed è tutta ricchezza del nostro territorio che si sta perdendo».
Sergio Silvestris richiama quindi non solo a queste ripercussioni, ma anche al danno d'immagine che ne deriva per la Puglia, ormai conosciuta in tutto il mondo come terra di eccellenze enogastronomiche. Il forzista ricorda anche che il settore agricolo è l'unico che continuerà, nonostante le mille difficoltà, a ricevere sostegno e fondi dall'UE attraverso le PAC.
«Il prossimo orizzonte temporale è il 2027 - evidenzia -, ma si andrà ancora oltre. E saranno i nostri figli a ragionare sul da farsi. Per cogliere l'occasione non serve solo firmare un paio di documenti, presentare un paio di domande in carta bollata: serve una programmazione, una visione. Servono scelte. E serve competenza, conoscenza, presenza, sopratutto in sede europea.
Se, dunque, l'agricoltura è tutto questo - scrive ancora Silvestris -, è inaccettabile che non sia stata approvata la declaratoria della calamità avvenuta 11 mesi fa. I tre stralci dai provvedimenti del Governo e i ritardi della Regione Puglia suonano come un'offesa a tutti i pugliesi che lavorano e producono.
Non è più tempo di capire chi, tra Regione e Ministero, sia più responsabile di questi ritardi - conclude -. Occorrono soluzioni serie e immediate. E per chiederle, tutte le famiglie pugliesi scenderanno oggi in piazza accanto ai trattori dei nostri agricoltori».
A Bari saranno in tanti per una protesta che, almeno negli ultimi anni, non sembra avere precedenti paragonabili. Nelle stanze dei bottoni dovranno quindi tendere l'orecchio a questa piazza ed agire di conseguenza.
Si tratta degli agricoltori, molti dei quali del settore olivicolo della nostra zona, che fanno parte del coordinamento che raggruppa le organizzazioni Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori e chiedono un sostegno concreto dalla Regione Puglia e da Roma per le gelate dello scorso anno e per i tanti problemi che affliggono il comparto agricolo pugliese. Arriveranno a Bari con 150 trattori per gridare la propria indignazione.
Al loro fianco, nelle scorse ore, si è schierato anche Sergio Silvestris, ex europarlamentare bisegliese di Forza Italia, membro della Commissione Agricoltura che ha molti sostenitori nella destra giovinazzese, il quale da Bruxelles aveva condotto col salentino Paolo De Castro (PD) battaglie importantissime per l'intero comparto che tanta importanza ricopre nell'economia della Città Metropolitana di Bari e della provincia Bat.
«È dovere di tutti - cittadini, politici, commercianti e imprenditori - partecipare a Bari alla manifestazione organizzata dai gilet arancioni in difesa dell'agricoltura pugliese. L'adesione deve essere delle famiglie intere. Perché l'agricoltura, nonostante tutto, è ancora la ricchezza - ricorda Silvestris -, il futuro e il fascino della Puglia. La grave calamita che si è verificata a febbraio dello scorso anno non ha congelato solo gli ulivi, ma anche gli stipendi di migliaia di braccianti (un milione di giornate agricole perse) e i ricavi dei frantoiani (si contano 1.600 frantoi chiusi). L'olio prodotto quest'anno è il 20% di quello prodotto l'anno scorso, e i frantoi che macinavano olive fino a marzo hanno fermato le macchine all'Immacolata. Aggiungiamo pure i danni che nel sud della Puglia sta facendo la xylella, giunta a Monopoli. Il totale è una perdita netta di 800 milioni di euro solo per l'olivicoltura», è la sua sottolineatura.
«Ma un disastro di tale gravità - è la riflessione a margine operata dal politico biscegliese - non riguarda solo gli agricoltori, i braccianti, le aziende dell'indotto. In una situazione del genere a soffrire è l'intero territorio. Pensiamo ai mancati incassi dei bar che ogni mattina servono i braccianti che vanno nei campi, o a quelli dei negozi, di alimentari o di abbigliamento, e dei supermercati: senza stipendi e senza il lavoro nei campi, in quanti avranno fatto spese in queste ultime settimane? Quanti operai rimasti senza ingaggio avranno rinunciato alla spesa per i regali di Natale e per il cenone di Capodanno? Ed è tutta ricchezza del nostro territorio che si sta perdendo».
Sergio Silvestris richiama quindi non solo a queste ripercussioni, ma anche al danno d'immagine che ne deriva per la Puglia, ormai conosciuta in tutto il mondo come terra di eccellenze enogastronomiche. Il forzista ricorda anche che il settore agricolo è l'unico che continuerà, nonostante le mille difficoltà, a ricevere sostegno e fondi dall'UE attraverso le PAC.
«Il prossimo orizzonte temporale è il 2027 - evidenzia -, ma si andrà ancora oltre. E saranno i nostri figli a ragionare sul da farsi. Per cogliere l'occasione non serve solo firmare un paio di documenti, presentare un paio di domande in carta bollata: serve una programmazione, una visione. Servono scelte. E serve competenza, conoscenza, presenza, sopratutto in sede europea.
Se, dunque, l'agricoltura è tutto questo - scrive ancora Silvestris -, è inaccettabile che non sia stata approvata la declaratoria della calamità avvenuta 11 mesi fa. I tre stralci dai provvedimenti del Governo e i ritardi della Regione Puglia suonano come un'offesa a tutti i pugliesi che lavorano e producono.
Non è più tempo di capire chi, tra Regione e Ministero, sia più responsabile di questi ritardi - conclude -. Occorrono soluzioni serie e immediate. E per chiederle, tutte le famiglie pugliesi scenderanno oggi in piazza accanto ai trattori dei nostri agricoltori».
A Bari saranno in tanti per una protesta che, almeno negli ultimi anni, non sembra avere precedenti paragonabili. Nelle stanze dei bottoni dovranno quindi tendere l'orecchio a questa piazza ed agire di conseguenza.