Politica
Sentenza Natalicchio-Galizia, Iannone replica al PD
Il consigliere forzista: «Situazione creata dalla sinistra»
Giovinazzo - giovedì 18 agosto 2016
13.33
«Non sono intervenuto, sinora, nella querelle relativa alla causa pendente tra l'ex sindaco Natalicchio ed il maresciallo Galizia né sui risvolti riguardanti l'incompatibilità di quest'ultimo come consigliere comunale. Ma a seguito dell'articolo del 14.8.2016, apparso su Giovinazzoviva, a firma del Partito Democratico giovinazzese, mi tocca farlo non fosse altro per confutare tutte le inesattezze riportate».
Così Ruggero Iannone, consigliere comunale di Forza Italia interviene in una querelle che sta monopolizzando il dibattito politico delle ultime ore. L'esponente di centro-destra spiega poi quello che è accaduto sin qui: «Preliminarmente, per amore di verità e per fare chiarezza sui fatti - racconta Iannone -, voglio ricordare che in tutti i tre gradi di giudizio (Tribunale, Corte d'Appello e Cassazione) in cui il sig. Galizia, decaduto dalla carica di consigliere comunale, contestava la sua estromissione, il sottoscritto subentrante consigliere, pur avendone tecnicamente titolo, in quanto i ricorsi presentati da Galizia erano contro di me in qualità di consigliere subentrato, non si è mai costituito per correttezza e per tenere fede alla parola data a Galizia stesso, circostanza che gli ho anche più volte confermato a seguito delle sue richieste.
Anzi, ho lasciato a Galizia ampia libertà di esporre tutte le sue ragioni nei tre vari gradi di giudizio, conclusisi con una sentenza definitiva e non più appellabile emessa dalla Cassazione che ha sancito la sua situazione di incompatibilità e quindi la sua inevitabile decadenza, ai sensi dell'art. 63, comma 1, punto n. 4 del d.lgs.267/2000 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). Tale decisione della Suprema Corte - sottolinea - è intervenuta mentre era ancora pendente un causa civile di risarcimento danni per euro 250mila richiesti dal Sig. Galizia (ai tempi dei fatti maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo) al Prof. Natalicchio (a quei tempi Sindaco di Giovinazzo)».
Poi Iannone decide di rispondere direttamente al Partito Democratico e cerca di far valere le sue ragioni: «Punto primo: chi ha creato questa situazione tra il Comune di Giovinazzo ed il Sig. Galizia? È stata l'Amministrazione Natalicchio che con propria delibera (n. 130 del 10/08/2009) nominava un legale a difesa del Comune nella causa per risarcimento danni incardinata dallo stesso Galizia.
È appunto la costituzione del Comune di Giovinazzo in qualità di parte lesa che sostanziava il conflitto/contenzioso tra il Comune ed il Sig. Galizia, circostanza che ha successivamente innescato la procedura di incompatibilità e conseguente decadenza di Galizia da consigliere comunale, ulteriormente sancita, in via definitiva, dalla Suprema Corte di Cassazione.
Punto secondo: il Partito Democratico giovinazzese ed i suoi rappresentanti dovrebbero sapere (si documentino perciò), che il sindaco, i consiglieri comunali e tutti gli amministratori locali, all'atto della ratifica della loro elezione, sottoscrivono un documento dinanzi al segretario comunale con cui dichiarano di non avere condanne penali definitive, né contenziosi/controversie in atto con il Comune di Giovinazzo, Ente presso il quale svolgeranno il loro mandato elettivo.
Pertanto, il sig. Galizia era ben a conoscenza (e non poteva non esserlo) della causa da lui incardinata contro Natalicchio e dell'avvenuta costituzione in giudizio anche del Comune di Giovinazzo. Tale circostanza non lo rendeva - è l'opinione di Iannone -, addirittura, neanche candidabile alle votazioni comunali del 2012».
Il consigliere comunale azzurro punta poi su altri due motivi: «Punto terzo: se la città e quindi il Comune, come dice il PD, "sarà chiamata a pagare quota parte delle spese legali relative alla vicenda", ciò è colpa del loro sindaco Natalicchio, che deliberò con un atto di Giunta la nomina del legale a difesa del Comune, nella causa contro il sig. Galizia.
Punto quarto: il PD giovinazzese ed il suo segretario fanno emergere tutta la loro non conoscenza circa la legge elettorale ed i suoi meccanismi di elezione del sindaco e dei consiglieri comunali, circostanza grave per un gruppo politico che si candida a voler governare la città. Devono, dunque, sapere che - spiega ancora Iannone -, qualora mi dimettessi, al mio posto non subentrerebbe mica il sig. Galizia, ma il candidato consigliere che, subito dopo di me, ha ottenuto più voti».
Iannone continua con le sue osservazioni, asserendo che «il sig. Galizia potrebbe essere reintegrato non con le mie dimissioni, ma solo se riuscisse ad ottenere un non meglio precisato provvedimento di reintegro. Ma qui mi chiedo: in che modo? Con quale procedura di legge? Con una legge "ad personam"? Infatti, dopo tre gradi di giudizio ed una sentenza della Suprema Corte di Cassazione in cui ha avuto torto, questa ipotetica soluzione, rimane una chimera giuridica ed un "non senso" procedurale».
Il consigliere forzista attacca poi il Partito Democratico, reo, a suo avviso, di avere un atteggiamento ambiguo: «Curioso l'atteggiamento del PD giovinazzese che da un lato si rallegra per il suo ex sindaco Natalicchio che ha vinto la causa, in primo grado, e quindi non dovrà risarcire il Galizia degli euro 250.000,00 richiesti, dall'altro cavalca demagogicamente notizie e ricostruzioni fantasiose per ingraziarsi il proprio nuovo alleato politico Galizia che invece, suo malgrado, dovrà pagare le spese legali a Natalicchio. Che pasticcio!!».
«È sempre la solita storia - commenta sarcastico -. Il Partito Democratico locale ed il suo segretario vogliono che la legge sia applicata ai nemici ed interpretata per gli amici. Malgrado il loro concetto di giustizia, le sentenze vanno accettate e rispettate, anche se comprendo il disappunto di Galizia».
«Non ho chiesto io di entrare come da loro detto "abusivamente" in Consiglio comunale - sottolinea ancora Ruggero Iannone -, ma è la legge elettorale che lo impone a seguito della decisione della stessa assise comunale che ha accertato l'incompatibilità di Galizia poi confermata dalla Cassazione. Sono entrato io perché nelle consultazioni amministrative scorse il PDL (popolo della libertà), ora Forza Italia, è stato il secondo partito più suffragato, dopo la Lista Schittulli, nella coalizione a sostegno del candidato sindaco Galizia ed io il più votato (287 voti di preferenza). Tutto qui».
Infine Iannone chiosa con una domanda retorica a cui egli stesso risponde ribadendo quanto già espresso da una nota dell'Amministrazione comunale apparsa ieri sul nostro portale: «Concludo con una domanda al PD ed al suo segretario: se per ipotesi avesse, viceversa, vinto come sindaco Galizia, i consiglieri del PD eletti all'opposizione, non avrebbero usato la famosa delibera della giunta Natalicchio (n. 130 del 10/08/2009) per richiedere l'incompatibilità di Galizia come sindaco? Le mie mani sul fuoco: Si, Si, Si!!».
Ancora una volta ribadiamo il nostro invito a tutte le parti in causa a farci pervenire una eventuale controreplica, in maniera da mettere sul tavolo del confronto ogni posizione in campo ampliando il dibattito ad esclusivo beneficio dei nostri lettori. La redazione, infatti, ribadisce la propria linea editoriale: non intervenire nella vicenda in alcun modo, lasciando parlare i protagonisti ed i giuristi in maniera che ciascuno possa formarsi una propria opinione.
Così Ruggero Iannone, consigliere comunale di Forza Italia interviene in una querelle che sta monopolizzando il dibattito politico delle ultime ore. L'esponente di centro-destra spiega poi quello che è accaduto sin qui: «Preliminarmente, per amore di verità e per fare chiarezza sui fatti - racconta Iannone -, voglio ricordare che in tutti i tre gradi di giudizio (Tribunale, Corte d'Appello e Cassazione) in cui il sig. Galizia, decaduto dalla carica di consigliere comunale, contestava la sua estromissione, il sottoscritto subentrante consigliere, pur avendone tecnicamente titolo, in quanto i ricorsi presentati da Galizia erano contro di me in qualità di consigliere subentrato, non si è mai costituito per correttezza e per tenere fede alla parola data a Galizia stesso, circostanza che gli ho anche più volte confermato a seguito delle sue richieste.
Anzi, ho lasciato a Galizia ampia libertà di esporre tutte le sue ragioni nei tre vari gradi di giudizio, conclusisi con una sentenza definitiva e non più appellabile emessa dalla Cassazione che ha sancito la sua situazione di incompatibilità e quindi la sua inevitabile decadenza, ai sensi dell'art. 63, comma 1, punto n. 4 del d.lgs.267/2000 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). Tale decisione della Suprema Corte - sottolinea - è intervenuta mentre era ancora pendente un causa civile di risarcimento danni per euro 250mila richiesti dal Sig. Galizia (ai tempi dei fatti maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo) al Prof. Natalicchio (a quei tempi Sindaco di Giovinazzo)».
Poi Iannone decide di rispondere direttamente al Partito Democratico e cerca di far valere le sue ragioni: «Punto primo: chi ha creato questa situazione tra il Comune di Giovinazzo ed il Sig. Galizia? È stata l'Amministrazione Natalicchio che con propria delibera (n. 130 del 10/08/2009) nominava un legale a difesa del Comune nella causa per risarcimento danni incardinata dallo stesso Galizia.
È appunto la costituzione del Comune di Giovinazzo in qualità di parte lesa che sostanziava il conflitto/contenzioso tra il Comune ed il Sig. Galizia, circostanza che ha successivamente innescato la procedura di incompatibilità e conseguente decadenza di Galizia da consigliere comunale, ulteriormente sancita, in via definitiva, dalla Suprema Corte di Cassazione.
Punto secondo: il Partito Democratico giovinazzese ed i suoi rappresentanti dovrebbero sapere (si documentino perciò), che il sindaco, i consiglieri comunali e tutti gli amministratori locali, all'atto della ratifica della loro elezione, sottoscrivono un documento dinanzi al segretario comunale con cui dichiarano di non avere condanne penali definitive, né contenziosi/controversie in atto con il Comune di Giovinazzo, Ente presso il quale svolgeranno il loro mandato elettivo.
Pertanto, il sig. Galizia era ben a conoscenza (e non poteva non esserlo) della causa da lui incardinata contro Natalicchio e dell'avvenuta costituzione in giudizio anche del Comune di Giovinazzo. Tale circostanza non lo rendeva - è l'opinione di Iannone -, addirittura, neanche candidabile alle votazioni comunali del 2012».
Il consigliere comunale azzurro punta poi su altri due motivi: «Punto terzo: se la città e quindi il Comune, come dice il PD, "sarà chiamata a pagare quota parte delle spese legali relative alla vicenda", ciò è colpa del loro sindaco Natalicchio, che deliberò con un atto di Giunta la nomina del legale a difesa del Comune, nella causa contro il sig. Galizia.
Punto quarto: il PD giovinazzese ed il suo segretario fanno emergere tutta la loro non conoscenza circa la legge elettorale ed i suoi meccanismi di elezione del sindaco e dei consiglieri comunali, circostanza grave per un gruppo politico che si candida a voler governare la città. Devono, dunque, sapere che - spiega ancora Iannone -, qualora mi dimettessi, al mio posto non subentrerebbe mica il sig. Galizia, ma il candidato consigliere che, subito dopo di me, ha ottenuto più voti».
Iannone continua con le sue osservazioni, asserendo che «il sig. Galizia potrebbe essere reintegrato non con le mie dimissioni, ma solo se riuscisse ad ottenere un non meglio precisato provvedimento di reintegro. Ma qui mi chiedo: in che modo? Con quale procedura di legge? Con una legge "ad personam"? Infatti, dopo tre gradi di giudizio ed una sentenza della Suprema Corte di Cassazione in cui ha avuto torto, questa ipotetica soluzione, rimane una chimera giuridica ed un "non senso" procedurale».
Il consigliere forzista attacca poi il Partito Democratico, reo, a suo avviso, di avere un atteggiamento ambiguo: «Curioso l'atteggiamento del PD giovinazzese che da un lato si rallegra per il suo ex sindaco Natalicchio che ha vinto la causa, in primo grado, e quindi non dovrà risarcire il Galizia degli euro 250.000,00 richiesti, dall'altro cavalca demagogicamente notizie e ricostruzioni fantasiose per ingraziarsi il proprio nuovo alleato politico Galizia che invece, suo malgrado, dovrà pagare le spese legali a Natalicchio. Che pasticcio!!».
«È sempre la solita storia - commenta sarcastico -. Il Partito Democratico locale ed il suo segretario vogliono che la legge sia applicata ai nemici ed interpretata per gli amici. Malgrado il loro concetto di giustizia, le sentenze vanno accettate e rispettate, anche se comprendo il disappunto di Galizia».
«Non ho chiesto io di entrare come da loro detto "abusivamente" in Consiglio comunale - sottolinea ancora Ruggero Iannone -, ma è la legge elettorale che lo impone a seguito della decisione della stessa assise comunale che ha accertato l'incompatibilità di Galizia poi confermata dalla Cassazione. Sono entrato io perché nelle consultazioni amministrative scorse il PDL (popolo della libertà), ora Forza Italia, è stato il secondo partito più suffragato, dopo la Lista Schittulli, nella coalizione a sostegno del candidato sindaco Galizia ed io il più votato (287 voti di preferenza). Tutto qui».
Infine Iannone chiosa con una domanda retorica a cui egli stesso risponde ribadendo quanto già espresso da una nota dell'Amministrazione comunale apparsa ieri sul nostro portale: «Concludo con una domanda al PD ed al suo segretario: se per ipotesi avesse, viceversa, vinto come sindaco Galizia, i consiglieri del PD eletti all'opposizione, non avrebbero usato la famosa delibera della giunta Natalicchio (n. 130 del 10/08/2009) per richiedere l'incompatibilità di Galizia come sindaco? Le mie mani sul fuoco: Si, Si, Si!!».
Ancora una volta ribadiamo il nostro invito a tutte le parti in causa a farci pervenire una eventuale controreplica, in maniera da mettere sul tavolo del confronto ogni posizione in campo ampliando il dibattito ad esclusivo beneficio dei nostri lettori. La redazione, infatti, ribadisce la propria linea editoriale: non intervenire nella vicenda in alcun modo, lasciando parlare i protagonisti ed i giuristi in maniera che ciascuno possa formarsi una propria opinione.