Attualità
Selvaggia Lucarelli ironizza sugli assembramenti a Giovinazzo: «Andiamo avanti così»
La posizione della blogger, influencer e giornalista appoggiata da alcuni cittadini e forze politiche locali. La nostra riflessione a margine
Giovinazzo - sabato 10 ottobre 2020
16.49
La foto di piazza Vittorio Emanuele II con tantissima gente ad attendere la partenza della tapa che sta conducendo i ciclisti fino a Vieste e le frase: «Oggi, Giro d'Italia a Giovinazzo. Vedo che le dichiarazioni allarmistiche di Lopalco sul Covid in Puglia fanno effetto. Andiamo avanti così».
Selvaggia Lucarelli, seguitissima blogger, scrittrice, influencer e giornalista ha così voluto commentare una mattinata da ricordare per clima, festa e colori, ma che ha scatenato inevitabili polemiche sugli assembramenti in un periodo in cui l'emergenza sanitaria in Puglia si sta facendo nuovamente pesante. Post che arriva all'indomani delle dichiarazioni del neo-Assessore regionale alla Sanità, l'epidemiolofo Pier Luigi Lopalco, che raccomandava massima prudenza.
A margine abbiamo voluto proporvi alcune nostre riflessioni ed alcuni interrogativi, più articolati per inquadrare l'intera vicenda
Però, in tempi di contagi in risalita, la domanda che in tanti si pongono è: la corsa rosa, non solo a Giovinazzo (NON SOLO A GIOVINAZZO!) andava fatta partire?
L'organizzazione di RCS è imponente e gli sponsor nazionali ed internazionali sono tantissimi: molteplici gli interessi e i diritti da far rispettare, quelli tv in primis. Una macchina sostanzialmente perfetta che porta entusiasmo lungo tutto lo stivale. Essa stessa è parte della Storia di questo sport e del nostro Paese, senza alcun dubbio.
Ergo, l'interrogativo corretto a nostro avviso è il seguente: dato il periodo di emergenza sanitaria, si potevano evitare quegli assembramenti? Cioè, date le decine di uomini e donne delle forze dell'ordine schierati, Prefetture e Questure informate, si poteva evitare che la gente si ammassasse in piazza, così come in altri passaggi lungo il percorso in diverse città?
Va da sé che in ciascun comune le opposizioni stanno attaccando i sindaci, Depalma in testa, che hanno voluto quel passaggio. Fa parte della politica e ci sta, sebbene qualcuno provi ad averne un ritorno. È finanche normale sia così.
Ma noi, quale media locale, abbiamo l'obbligo di capire, di far domande ed assicuriamo di non avere risposte preconfezionate.
Se gli stadi sono vuoti o quasi, così come i palazzetti - ci chiediamo - la pur meravigliosa ed avvincente corsa rosa è giusto continui con punti di partenza (ed arrivo) sempre così pieni di gente? E se non è giusto, le tante istituzioni coinvolte (Governo e Comitato Tecnico-Scientifico in primis, Questure, Prefetture, Federazione, Regioni, Comuni) perché hanno fatto sì che partisse ugualmente, non potendo assicurare quel distanziamento fisico che si chiede a tutti i cittadini?
Evviva il Giro d'Italia sempre, meravigliosa competizione che fa tornare bambini e fa amare uno sport che è davvero alla portata di tutti e che è capace di promuovere le bellezze della nostra nazione.
Ma in tempi di Covid dobbiamo anche dar voce a chi è spaventato. Ce lo chiedono i lettori, ce lo chiede la nostra deontologia. Il resto è cronaca di una giornata che, da un punto di vista sportivo e sul piano della promozione turistica, resterà eccezionale.
Gli organizzatori del Giro vogliono e sperano in ogni caso di arrivare a Milano.
L'intero mondo del ciclismo, invece, sta riflettendo sul prosieguo della stagione, visto l'aumento di contagi in tutta Europa. Difficile la situazione in Spagna, ad esempio, dove la Vuelta dovrebbe partire il 20 ottobre prossimo.
Selvaggia Lucarelli, seguitissima blogger, scrittrice, influencer e giornalista ha così voluto commentare una mattinata da ricordare per clima, festa e colori, ma che ha scatenato inevitabili polemiche sugli assembramenti in un periodo in cui l'emergenza sanitaria in Puglia si sta facendo nuovamente pesante. Post che arriva all'indomani delle dichiarazioni del neo-Assessore regionale alla Sanità, l'epidemiolofo Pier Luigi Lopalco, che raccomandava massima prudenza.
A margine abbiamo voluto proporvi alcune nostre riflessioni ed alcuni interrogativi, più articolati per inquadrare l'intera vicenda
RIFLESSIONI ED INTERROGATIVI A MARGINE AI TEMPI DEL COVID
Il Giro d'Italia è una grandissima occasione per le località che lo ospitano, in partenza o in arrivo. Porta con sé un'economia di ritorno non indifferente ed è un grande rito collettivo che piace trasversalmente alle generazioni.Però, in tempi di contagi in risalita, la domanda che in tanti si pongono è: la corsa rosa, non solo a Giovinazzo (NON SOLO A GIOVINAZZO!) andava fatta partire?
L'organizzazione di RCS è imponente e gli sponsor nazionali ed internazionali sono tantissimi: molteplici gli interessi e i diritti da far rispettare, quelli tv in primis. Una macchina sostanzialmente perfetta che porta entusiasmo lungo tutto lo stivale. Essa stessa è parte della Storia di questo sport e del nostro Paese, senza alcun dubbio.
Ergo, l'interrogativo corretto a nostro avviso è il seguente: dato il periodo di emergenza sanitaria, si potevano evitare quegli assembramenti? Cioè, date le decine di uomini e donne delle forze dell'ordine schierati, Prefetture e Questure informate, si poteva evitare che la gente si ammassasse in piazza, così come in altri passaggi lungo il percorso in diverse città?
Va da sé che in ciascun comune le opposizioni stanno attaccando i sindaci, Depalma in testa, che hanno voluto quel passaggio. Fa parte della politica e ci sta, sebbene qualcuno provi ad averne un ritorno. È finanche normale sia così.
Ma noi, quale media locale, abbiamo l'obbligo di capire, di far domande ed assicuriamo di non avere risposte preconfezionate.
Se gli stadi sono vuoti o quasi, così come i palazzetti - ci chiediamo - la pur meravigliosa ed avvincente corsa rosa è giusto continui con punti di partenza (ed arrivo) sempre così pieni di gente? E se non è giusto, le tante istituzioni coinvolte (Governo e Comitato Tecnico-Scientifico in primis, Questure, Prefetture, Federazione, Regioni, Comuni) perché hanno fatto sì che partisse ugualmente, non potendo assicurare quel distanziamento fisico che si chiede a tutti i cittadini?
Evviva il Giro d'Italia sempre, meravigliosa competizione che fa tornare bambini e fa amare uno sport che è davvero alla portata di tutti e che è capace di promuovere le bellezze della nostra nazione.
Ma in tempi di Covid dobbiamo anche dar voce a chi è spaventato. Ce lo chiedono i lettori, ce lo chiede la nostra deontologia. Il resto è cronaca di una giornata che, da un punto di vista sportivo e sul piano della promozione turistica, resterà eccezionale.
IL PROF. GALLI RISPONDE ALLA RAI
Poco fa, Rai Sport ha contattato il prof. Massimo Galli, ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università Statale di Milano ed eminenza dell'Ospedale "Luigi Sacco" nel campo delle malattie infettive. Galli ha precisato ai giornalisti del servizio pubblico televisivo che il passaggio del gruppo, pur con eventuali ciclisti infetti (è successo a Simon Yates la notte scorsa, ha sintomi leggeri), non crea assolutamente problemi al pubblico, purché non avvicini i ciclisti in partenza. Invece è necessario che il pubblico indossi la mascherina ed eviti di avere contatti ravvicinati e non si assembri in alcun modo.Gli organizzatori del Giro vogliono e sperano in ogni caso di arrivare a Milano.
L'intero mondo del ciclismo, invece, sta riflettendo sul prosieguo della stagione, visto l'aumento di contagi in tutta Europa. Difficile la situazione in Spagna, ad esempio, dove la Vuelta dovrebbe partire il 20 ottobre prossimo.