Scuola
Scuola, distribuiti segnalibri con pensiero di Mons. Martella
Ecco il messaggio di don Pasquale Rubini
Giovinazzo - lunedì 14 settembre 2015
14.55
Lui non c'è più da qualche tempo, ma è come se fosse ancora con la sua comunità, quella che ha guidato da pastore spirituale, quella di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi.
Monsignor Luigi Martella ci ha lasciati, ma il suo amore per l'istruzione, lo studio, la ricerca ed il mondo della scuola non scompaiono. Anzi, si faranno presenti con la distribuzione di un segnalibro che ricorda un suo pensiero, scritto nell'avvio dello scorso anno scolastico. Ed il Vescovo, nativo della provincia di Lecce, sarà con docenti, alunni, personale e famiglie anche attraverso la lettera aperta che in sua vece ha scritto il Direttore dell'Ufficio diocesano di pastorale scolastica, don Pasquale Rubini.
Di seguito ve ne riportiamo l'intero testo.
«Con l'arrivo di settembre inizia a ronzare un pensiero nella mente, alcune volte angosciante altre entusiasmante: inizia la scuola!!! Sì, la scuola, quindi compiti, spiegazioni, registri cartacei ed elettronici, professori, dirigenti, sindacati, ministro della pubblica istruzione, governo e tanto altro. Anche se, a dirla tutta, la scuola non finisce mai non solo perché è necessario studiare sempre per superare eventuali concorsi, ma anche per essere aggiornati con i tempi.
Siamo abituati ad ascoltare "questi versetti scolastici" che più che una poesia, sembrano una cantilena che fa scoppiare il mal di testa. Sicuramente la scuola la si vuole rendere bella, anzi buona, ma se in essa non si cerca la verità allora diventa tempo speso non male, ma vissuto poco bene per cui si pensa che basta il rispetto delle procedure giuridiche a far sì che la scuola, e anche la società, sia veramente moderna. Invece la ricerca della verità e il gusto del bene sono il motore che rende la persona capace di scoprire, progettare, studiare, inventare in ogni campo della conoscenza umana, nella certezza che ci può essere sapere solo nella complementarietà delle scienze.
La scuola, dunque, diventa un'occasione per mettersi in dialogo, ognuno con le proprie abilità e competenze nella consapevolezza che le persone non sono delle isole e neanche degli arcipelaghi, ma esseri in relazione. È proprio la relazione la prima forma di amore che rende l'essere umano capace di fiducia, di giustizia e di progettualità. Utopia? No! Speranza!
La scuola è il mondo dove una speranza diventa possibile, quella di realizzare una società capace di seguire dei valori condivisi e condivisibili educando alla responsabilità delle scelte, vera realizzazione della libertà individuale, e alla solidarietà intragenerazionale, intergenerazionale ed extragenerazionale costruendo ponti tra le culture, senza perdere o sminuire la propria identità.
Auguri cara scuola italiana! Tutti ti siamo debitori per quello che siamo e per quello che facciamo! Non ti mancherà la forza, tu hai una risorsa in più: l'entusiasmo della giovinezza di coloro che accompagni.
E a questo proposito come non ricordare un grande tifoso della scuola, il nostro caro e amato Vescovo, Mons. Luigi Martella, che nel Messaggio agli studenti dello scorso anno diceva: "L'eco delle tempeste sociali, le inconcludenti discussioni quotidiane che riempiono gli schermi televisivi, le tristi visioni dell'avvenire deprimono, rubano l'entusiasmo e consumano tempo prezioso.
Il tempo, si sa, non aspetta. Spesso mi ritornano in mente le parole di papa Francesco rivolte in più occasioni ai giovani: "Non lasciatevi rubare la speranza!", e penso che tanto più avremo speranza quanto più in alto fisseremo lo sguardo". Grazie Eccellenza, e buona scuola a tutti!!!».
Monsignor Luigi Martella ci ha lasciati, ma il suo amore per l'istruzione, lo studio, la ricerca ed il mondo della scuola non scompaiono. Anzi, si faranno presenti con la distribuzione di un segnalibro che ricorda un suo pensiero, scritto nell'avvio dello scorso anno scolastico. Ed il Vescovo, nativo della provincia di Lecce, sarà con docenti, alunni, personale e famiglie anche attraverso la lettera aperta che in sua vece ha scritto il Direttore dell'Ufficio diocesano di pastorale scolastica, don Pasquale Rubini.
Di seguito ve ne riportiamo l'intero testo.
«Con l'arrivo di settembre inizia a ronzare un pensiero nella mente, alcune volte angosciante altre entusiasmante: inizia la scuola!!! Sì, la scuola, quindi compiti, spiegazioni, registri cartacei ed elettronici, professori, dirigenti, sindacati, ministro della pubblica istruzione, governo e tanto altro. Anche se, a dirla tutta, la scuola non finisce mai non solo perché è necessario studiare sempre per superare eventuali concorsi, ma anche per essere aggiornati con i tempi.
Siamo abituati ad ascoltare "questi versetti scolastici" che più che una poesia, sembrano una cantilena che fa scoppiare il mal di testa. Sicuramente la scuola la si vuole rendere bella, anzi buona, ma se in essa non si cerca la verità allora diventa tempo speso non male, ma vissuto poco bene per cui si pensa che basta il rispetto delle procedure giuridiche a far sì che la scuola, e anche la società, sia veramente moderna. Invece la ricerca della verità e il gusto del bene sono il motore che rende la persona capace di scoprire, progettare, studiare, inventare in ogni campo della conoscenza umana, nella certezza che ci può essere sapere solo nella complementarietà delle scienze.
La scuola, dunque, diventa un'occasione per mettersi in dialogo, ognuno con le proprie abilità e competenze nella consapevolezza che le persone non sono delle isole e neanche degli arcipelaghi, ma esseri in relazione. È proprio la relazione la prima forma di amore che rende l'essere umano capace di fiducia, di giustizia e di progettualità. Utopia? No! Speranza!
La scuola è il mondo dove una speranza diventa possibile, quella di realizzare una società capace di seguire dei valori condivisi e condivisibili educando alla responsabilità delle scelte, vera realizzazione della libertà individuale, e alla solidarietà intragenerazionale, intergenerazionale ed extragenerazionale costruendo ponti tra le culture, senza perdere o sminuire la propria identità.
Auguri cara scuola italiana! Tutti ti siamo debitori per quello che siamo e per quello che facciamo! Non ti mancherà la forza, tu hai una risorsa in più: l'entusiasmo della giovinezza di coloro che accompagni.
E a questo proposito come non ricordare un grande tifoso della scuola, il nostro caro e amato Vescovo, Mons. Luigi Martella, che nel Messaggio agli studenti dello scorso anno diceva: "L'eco delle tempeste sociali, le inconcludenti discussioni quotidiane che riempiono gli schermi televisivi, le tristi visioni dell'avvenire deprimono, rubano l'entusiasmo e consumano tempo prezioso.
Il tempo, si sa, non aspetta. Spesso mi ritornano in mente le parole di papa Francesco rivolte in più occasioni ai giovani: "Non lasciatevi rubare la speranza!", e penso che tanto più avremo speranza quanto più in alto fisseremo lo sguardo". Grazie Eccellenza, e buona scuola a tutti!!!».