Politica
Scuola di impegno civile e politico: domani si parla di Stato sociale
Interverranno Antonello Taranto e Maria Pia Cozzari
Giovinazzo - mercoledì 15 marzo 2017
05.00
"Generazioni a braccetto o in conflitto? - Vecchie e nuove dimensioni dello Stato sociale a Giovinazzo". Di questo si occuperà il nuovo interessante appuntamento con la Scuola di impegno civile e politico, promossa dal Comitato "Per la Salute Pubblica" in collaborazione con la Fondazione Gramsci di Puglia e con l'alto patrocinio della Città Metropolitana.
Domani sera, 16 marzo, a partire dalle ore 18.30, la Sala Clessidra dell'Istituto Vittorio Emanuele II ospiterà le relazioni di Maria Pia Cozzari e del dott. Antonello Taranto su un tema assai delicato.
«Nulla più dei servizi sociali - si legge nel comunicato di presentazione -, dell'attrezzatura urbana e civile nel campo della scuola, dell'assistenza sociale e socio-sanitaria in favore degli anziani e dei disabili, della lotta a povertà e nuovo precariato, alle nuove patologie del disagio giovanile, attira l'attenzione più generale, un vivo allarme sociale, ma anche troppe, spesso sommarie, genericità, frasi fatte. Tanto nelle analisi quanto nelle ricette.
Eppure in questi campi - è la riflessione di fondo -, che ultimamente hanno slargato i confini del vecchio «stato sociale», stiamo vivendo una rivoluzione epocale, destinata a ulteriori drammatici mutamenti. La popolazione cambia. Non è più quella di una volta. I bambini, le nascite si diradano. Dall'altra parte della scala crescono enormemente gli anziani. Intanto, la nuova emigrazione assottiglia le fila della popolazione abile al lavoro, soprattutto nei settori più qualificati. Si allargano nuove povertà e precariato, nuove forme di disagio e malessere».
Ad un andamento lento, quasi connaturato al modo di vivere nel Mezzogiorno d'Italia, nel tempo si sono sommati i disagi ed i buchi nei servizi generati dai tagli previsti dal potere centrali ai bilanci degli Enti locali. Il Sud, insomma, è diventato sempre più un pezzo a parte del nostro Paese.
«Si tratta di un vero e proprio terremoto nel destino e nella vita di tante persone - sottolinea il Comitato "Per la Salute Pubblica" -, ma anche in quel mondo del volontariato e dell'associazionismo cresciuto negli ultimi decenni, accanto e dentro all'intervento pubblico, nelle nuove dimensioni del "welfare plurale". È proprio di questi giorni - si legge nella nota - la notizia che nell'ultima Conferenza Stato-Regioni sono stati decisi tagli drammatici. Il Fondo politiche sociali è stato sforbiciato da 319 a 99 milioni: sono destinati a farne le spese, tra gli altri, asili nido, aiuti alle famiglie povere, assistenza domiciliare e centri antiviolenza. Decurtato è stato anche il fondo per la non autosufficienza, scorciato da 500 e 450 milioni».
Una situazione a cui non è affatto estranea la nostra regione ed è anche per questo che gli organizzatori hanno compreso quanto fosse «più che mai necessario, urgente aggiornare chiavi di analisi e conoscenze per prepararci ad un futuro denso di incognite e pericoli». Ai relatori il compito di illustrare al meglio questo quadro, mentre è auspicabile un dibattito ampio, aperto a qualsiasi intervento.
Domani sera, 16 marzo, a partire dalle ore 18.30, la Sala Clessidra dell'Istituto Vittorio Emanuele II ospiterà le relazioni di Maria Pia Cozzari e del dott. Antonello Taranto su un tema assai delicato.
«Nulla più dei servizi sociali - si legge nel comunicato di presentazione -, dell'attrezzatura urbana e civile nel campo della scuola, dell'assistenza sociale e socio-sanitaria in favore degli anziani e dei disabili, della lotta a povertà e nuovo precariato, alle nuove patologie del disagio giovanile, attira l'attenzione più generale, un vivo allarme sociale, ma anche troppe, spesso sommarie, genericità, frasi fatte. Tanto nelle analisi quanto nelle ricette.
Eppure in questi campi - è la riflessione di fondo -, che ultimamente hanno slargato i confini del vecchio «stato sociale», stiamo vivendo una rivoluzione epocale, destinata a ulteriori drammatici mutamenti. La popolazione cambia. Non è più quella di una volta. I bambini, le nascite si diradano. Dall'altra parte della scala crescono enormemente gli anziani. Intanto, la nuova emigrazione assottiglia le fila della popolazione abile al lavoro, soprattutto nei settori più qualificati. Si allargano nuove povertà e precariato, nuove forme di disagio e malessere».
Ad un andamento lento, quasi connaturato al modo di vivere nel Mezzogiorno d'Italia, nel tempo si sono sommati i disagi ed i buchi nei servizi generati dai tagli previsti dal potere centrali ai bilanci degli Enti locali. Il Sud, insomma, è diventato sempre più un pezzo a parte del nostro Paese.
«Si tratta di un vero e proprio terremoto nel destino e nella vita di tante persone - sottolinea il Comitato "Per la Salute Pubblica" -, ma anche in quel mondo del volontariato e dell'associazionismo cresciuto negli ultimi decenni, accanto e dentro all'intervento pubblico, nelle nuove dimensioni del "welfare plurale". È proprio di questi giorni - si legge nella nota - la notizia che nell'ultima Conferenza Stato-Regioni sono stati decisi tagli drammatici. Il Fondo politiche sociali è stato sforbiciato da 319 a 99 milioni: sono destinati a farne le spese, tra gli altri, asili nido, aiuti alle famiglie povere, assistenza domiciliare e centri antiviolenza. Decurtato è stato anche il fondo per la non autosufficienza, scorciato da 500 e 450 milioni».
Una situazione a cui non è affatto estranea la nostra regione ed è anche per questo che gli organizzatori hanno compreso quanto fosse «più che mai necessario, urgente aggiornare chiavi di analisi e conoscenze per prepararci ad un futuro denso di incognite e pericoli». Ai relatori il compito di illustrare al meglio questo quadro, mentre è auspicabile un dibattito ampio, aperto a qualsiasi intervento.