Scuola
Sciopero scuola, a Giovinazzo adesione oltre l'80%
In piazza insegnanti, precari e personale ATA
Giovinazzo - martedì 5 maggio 2015
12.55
Oscilla tra l'80 ed il 90% la percentuale di insegnanti ed addetti ATA che hanno scioperato quest'oggi nelle scuole giovinazzesi.
La protesta generale era stata indetta da Cgil, Cisl e Uil in accordo con Gilda, Snals e Cobas. I sindacati di settore sono scesi in piazza a Roma (ma anche a Bari, città della protesta del sud Italia) per protestare contro il provvedimento de Governo chiamato "La buona scuola", che prevederebbe una serie di modifiche all'attuale assetto della Pubblica Istruzione nazionale. Sotto la lente di ingrandimento degli scioperanti le tante attribuzioni date ai Dirigenti Scolastici, visti addirittura come «Dirigenti-Podestà» dai sindacati.
Il Premier Matteo Renzi aveva detto ieri come per lui fosse impossibile comprendere «una protesta contro 100mila nuove assunzioni». Gli ha replicato Domenico Pantaleo, segretario della Federazione Lavoratori della Conoscenza della Cgil: la riforma disegnata dall'esecutivo sarebbe «inaccettabile e incostituzionale in molte parti: nega il diritto allo studio e allarga le disuguaglianze sociali e territoriali. Inoltre finanzia ulteriormente le scuole private».
Cortei si sono mossi a Roma e a Bari mentre vi scriviamo (quest'ultimo avrebbe visto la partecipazione di oltre 20.000 manifestanti). A Giovinazzo alcuni dati danno ragione agli organizzatori: al Liceo Classico e Scientifico "Matteo Spinelli" su 28 insegnanti all'appello hanno risposto solo in 2. Anche all'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato "Angelo Banti" la partecipazione è stata alta con 32 unità assenti su 34, mentre alla Scuola Secondaria di Primo Grado "Michelangelo Buonarroti-Guglielmo Marconi" su 44 insegnanti all'appello hanno risposto solo in 13. Defezioni anche nel personale ATA.
Alla "Don Saverio Bavaro", invece, si è sfiorato il 100% di adesione, con chiusura dell'istituto alle lezioni, mentre alla "San Giovanni Bosco", su 45 docenti che dovevano presentarsi per la prima ora in 41 hanno scioperato, mentre in 6 del personale ATA hanno dato forfait. Chiusa, infine, la "Papa Giovanni XXIII" dove sono comparsi striscioni e scritte contro la riforma della scuola del Governo Renzi.
Quella che da parte della maggioranza sembrava poter essere una buona riforma, oggi si trova di fronte agli attacchi trasversali delle opposizioni in Parlamento e dei sindacati, capaci nuovamente di far sentire forte la loro voce nelle piazze del Paese.
La protesta generale era stata indetta da Cgil, Cisl e Uil in accordo con Gilda, Snals e Cobas. I sindacati di settore sono scesi in piazza a Roma (ma anche a Bari, città della protesta del sud Italia) per protestare contro il provvedimento de Governo chiamato "La buona scuola", che prevederebbe una serie di modifiche all'attuale assetto della Pubblica Istruzione nazionale. Sotto la lente di ingrandimento degli scioperanti le tante attribuzioni date ai Dirigenti Scolastici, visti addirittura come «Dirigenti-Podestà» dai sindacati.
Il Premier Matteo Renzi aveva detto ieri come per lui fosse impossibile comprendere «una protesta contro 100mila nuove assunzioni». Gli ha replicato Domenico Pantaleo, segretario della Federazione Lavoratori della Conoscenza della Cgil: la riforma disegnata dall'esecutivo sarebbe «inaccettabile e incostituzionale in molte parti: nega il diritto allo studio e allarga le disuguaglianze sociali e territoriali. Inoltre finanzia ulteriormente le scuole private».
Cortei si sono mossi a Roma e a Bari mentre vi scriviamo (quest'ultimo avrebbe visto la partecipazione di oltre 20.000 manifestanti). A Giovinazzo alcuni dati danno ragione agli organizzatori: al Liceo Classico e Scientifico "Matteo Spinelli" su 28 insegnanti all'appello hanno risposto solo in 2. Anche all'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato "Angelo Banti" la partecipazione è stata alta con 32 unità assenti su 34, mentre alla Scuola Secondaria di Primo Grado "Michelangelo Buonarroti-Guglielmo Marconi" su 44 insegnanti all'appello hanno risposto solo in 13. Defezioni anche nel personale ATA.
Alla "Don Saverio Bavaro", invece, si è sfiorato il 100% di adesione, con chiusura dell'istituto alle lezioni, mentre alla "San Giovanni Bosco", su 45 docenti che dovevano presentarsi per la prima ora in 41 hanno scioperato, mentre in 6 del personale ATA hanno dato forfait. Chiusa, infine, la "Papa Giovanni XXIII" dove sono comparsi striscioni e scritte contro la riforma della scuola del Governo Renzi.
Quella che da parte della maggioranza sembrava poter essere una buona riforma, oggi si trova di fronte agli attacchi trasversali delle opposizioni in Parlamento e dei sindacati, capaci nuovamente di far sentire forte la loro voce nelle piazze del Paese.