Cronaca
Scandalo prete pedofilo a Foggia, «superficialità dei religiosi» secondo la sentenza dei giudici
Al tempo dei fatti monsignor Cornacchia era Vescovo della Diocesi in cui operava il prete pedofilo
Giovinazzo - lunedì 20 marzo 2017
0.35
Sono state depositate dal Giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, le motivazioni della sentenza che ha condannato a 8 anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di un bambino di 11 anni, l'ormai ex prete del foggiano Gianni Trotta.
La vicenda, lo scorso febbraio, aveva portato le telecamere di "Pomeriggio 5", programma condotto da Barbara D'Urso, a Molfetta, alla ricerca di dichiarazioni di Monsignor Domenico Cornacchia (in foto) che, al tempo in cui accaddero i fatti, era Vescovo della Diocesi di Lucera sotto cui ricadeva la parrocchia in cui il prete pedofilo esercitava.
Nelle motivazioni della sentenza si parla anche di «atteggiamento quantomeno superficiale delle locali autorità religiose» che, nonostante la denuncia del ragazzo e la scoperta degli abusi, si erano limitate a ridurre "don Gianni" allo stato laicale, abbandonando l'abito talare senza però impedirgli di indossare il colletto bianco, con il preciso ordine di non denunciare per evitare lo scandalo.
Ciò avrebbe permesso all'ex prete di continuare impunemente a frequentare minori, ricoprendo il ruolo di allenatore della squadra di calcio del paesino vicino Lucera, abusando di altri bambini, in una «serialità patologica delle condotte» abominevoli e perverse, come le ha definite il giudice.
L'uomo, che ricordiamo attualmente si trova in carcere, sarà processato anche per gli abusi che avrebbe perpetrato nei confronti di una decina di bambini, tutti tra gli 11 e i 12 anni.
La vicenda, lo scorso febbraio, aveva portato le telecamere di "Pomeriggio 5", programma condotto da Barbara D'Urso, a Molfetta, alla ricerca di dichiarazioni di Monsignor Domenico Cornacchia (in foto) che, al tempo in cui accaddero i fatti, era Vescovo della Diocesi di Lucera sotto cui ricadeva la parrocchia in cui il prete pedofilo esercitava.
Nelle motivazioni della sentenza si parla anche di «atteggiamento quantomeno superficiale delle locali autorità religiose» che, nonostante la denuncia del ragazzo e la scoperta degli abusi, si erano limitate a ridurre "don Gianni" allo stato laicale, abbandonando l'abito talare senza però impedirgli di indossare il colletto bianco, con il preciso ordine di non denunciare per evitare lo scandalo.
Ciò avrebbe permesso all'ex prete di continuare impunemente a frequentare minori, ricoprendo il ruolo di allenatore della squadra di calcio del paesino vicino Lucera, abusando di altri bambini, in una «serialità patologica delle condotte» abominevoli e perverse, come le ha definite il giudice.
L'uomo, che ricordiamo attualmente si trova in carcere, sarà processato anche per gli abusi che avrebbe perpetrato nei confronti di una decina di bambini, tutti tra gli 11 e i 12 anni.