Il pronto soccorso dell'ospedale di Molfetta
Il pronto soccorso dell'ospedale di Molfetta
Attualità

Salvo il pronto soccorso a Molfetta. Chiude a Terlizzi

Monopoli, Putignano e Corato le altre città salve

Il pronto soccorso dell'ospedale Mons. Bello non chiuderà. È salvo. È questa, al momento, la prima novità del piano di riordino ospedaliero regionale che Molfetta potrà toccare con mano.

Il pronto soccorso molfettese è l'unico con altri tre a sopravvivere in tutta la provincia di Bari. Stesso destino, infatti, è toccato a quelli di Monopoli, Putignano e Corato. Si tratta di pronto soccorso funzionanti ancora perché in regola con la nuova normativa regionale secondo la quale nella struttura ospedaliera di riferimento devono esistere tutti i reparti di base per garantire la prima assistenza in caso di emergenza.

In tutta la Puglia chiuderanno nove pronto soccorso e saranno trasformati in altrettanti punti di primo intervento territoriali nell'ambito di un generale rafforzamento della rete 118. Tra questi anche quello dell'ospedale Michele Sarcone di Terlizzi, Canosa in Puglia, Fasano, Grottaglie, Lucera, Mesagne, San Pietro Vernotico, Trani e Triggiano, sostituiti appunto dai punti di primo intervento territoriali anche se non tutti dotati di ambulanza medicalizzata.

Così come emerge dal piano di riordino, i punti di primo intervento saranno trentotto su tutto il territorio pugliese. Nella sola provincia di Bari ne saranno aperti 17, nella speranza che tutto funzioni senza intoppi.

La sostanziale differenza è che mentre il pronto soccorso è gestito dalla rete ospedaliera, il punto di primo intervento territoriale (ovvero quello presente a Giovinazzo, ad esempio) è una articolazione del servizio 118 in cui lavorano medici convenzionati: devono stabilizzare il paziente e trasferirlo alla struttura ospedaliera più appropriata.

Il personale in servizio nei pronto soccorso disattivati non passerà ai punti di primo intervento territoriali, ma andrà a rinforzare i servizi di emergenza.
  • Ospedale Molfetta
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