Eventi e cultura
Sabato si ricordano i tempi belli delle Ferriere
Sarà presentato il libro-inchiesta di Gerardo Nardò e Giuseppe Dagostino
Giovinazzo - mercoledì 2 dicembre 2015
13.29
C'è stato un tempo in cui, attorno ad una azienda, ruotava l'economia di una cittadina intera. C'è stato un tempo in cui Giovinazzo era florida e la gente viveva bene. O almeno così si credeva.
Sabato sera, alle ore 19.00, Giovinazzo vivrà un momento assai particolare, con la presentazione del libro "Acciaierie e Ferriere Pugliesi: una identità perduta?", nell'ambito della rassegna "Librincittà", ideata dal mensile "in Città", in collaborazione con l'Arciconfraternita di Maria SS. del Carmine. La location, sempre suggestiva, sarà quella della chiesa di San Giovanni Battista, in piazza Benedettine, pieno centro storico giovinazzese.
Il titolo del libro trae spunto dall'omonima inchiesta condotta sulle pagine del periodico di via Cattedrale, per oltre due anni, da Gerardo Nardò e Giuseppe Dagostino. Non ha la presunzione di essere un testo esaustivo, nulla a che vedere con le precedenti ottime pubblicazioni fatte sulle ex AFP di ricercatori, storici e docenti universitari.
Nulla di tutto ciò. Il testo è frutto di una inchiesta giornalistica senza filtri, già resa nota al pubblico in varie puntate e presentata un anno e mezzo fa nell'Aula Consiliare di Palazzo di Città. Un lavoro estenuante, che i bravi Nardò e Dagostino hanno portato avanti con passione e cura dei dettagli, ricostruendo non solo la vita che passava dentro quei capannoni, oggi spettri alla periferia sud della città, ma anche i processi produttivi che ne caratterizzarono l'essenza. Di particolare pregio sono le interviste ai protagonisti, ciò che forse differenzia questo testo dagli altri, svelando aspetti finora rimasti nascosti, non sempre senza dolo.
È una inchiesta nel vero senso della parola, che ha saputo, senza presunzione alcuna, scoperchiare verità facendo parlare operai e dirigenti ancora in vita, anche scomodi, di un'epoca che non tornerà mai più. Quei capannoni parlano ancora oggi. Parlano di una realtà che ha reso ricca Giovinazzo (settima cittadina italiana per PIL nel 1974 tra quelle non capoluogo, ndr), ma che poi, con la chiusura, ha lasciato in eredità il fardello pesante di una bonifica mai effettuata.
Oggi si è finalmente giunti ad una preparazione a quella bonifica. Intanto quelle lamiere, quell'area, ci parla di un passato lontano e meno lontano che riemerge ancora con tutta la sua forza. Vita e morte si sono incrociate in quella fabbrica, luce e buio, facce diverse di una stessa medaglia. A Gerardo Nardò e Giuseppe Dagostino il merito di aver condotto una inchiesta senza filtri, con gli occhi puliti, come quelli di un bambino. Modo autentico di fare giornalismo, anche in provincia, senza padroni.
Questa serata sarà dedicata a tutti coloro i quali hanno accettato di essere intervistati e che oggi non ci sono più. A loro un grazie particolare. Tutta la cittadinanza è invitata, senza distinzioni di censo, a ricordare e ripercorrere la "nuova età del ferro" di Giovinazzo.
Sabato sera, alle ore 19.00, Giovinazzo vivrà un momento assai particolare, con la presentazione del libro "Acciaierie e Ferriere Pugliesi: una identità perduta?", nell'ambito della rassegna "Librincittà", ideata dal mensile "in Città", in collaborazione con l'Arciconfraternita di Maria SS. del Carmine. La location, sempre suggestiva, sarà quella della chiesa di San Giovanni Battista, in piazza Benedettine, pieno centro storico giovinazzese.
Il titolo del libro trae spunto dall'omonima inchiesta condotta sulle pagine del periodico di via Cattedrale, per oltre due anni, da Gerardo Nardò e Giuseppe Dagostino. Non ha la presunzione di essere un testo esaustivo, nulla a che vedere con le precedenti ottime pubblicazioni fatte sulle ex AFP di ricercatori, storici e docenti universitari.
Nulla di tutto ciò. Il testo è frutto di una inchiesta giornalistica senza filtri, già resa nota al pubblico in varie puntate e presentata un anno e mezzo fa nell'Aula Consiliare di Palazzo di Città. Un lavoro estenuante, che i bravi Nardò e Dagostino hanno portato avanti con passione e cura dei dettagli, ricostruendo non solo la vita che passava dentro quei capannoni, oggi spettri alla periferia sud della città, ma anche i processi produttivi che ne caratterizzarono l'essenza. Di particolare pregio sono le interviste ai protagonisti, ciò che forse differenzia questo testo dagli altri, svelando aspetti finora rimasti nascosti, non sempre senza dolo.
È una inchiesta nel vero senso della parola, che ha saputo, senza presunzione alcuna, scoperchiare verità facendo parlare operai e dirigenti ancora in vita, anche scomodi, di un'epoca che non tornerà mai più. Quei capannoni parlano ancora oggi. Parlano di una realtà che ha reso ricca Giovinazzo (settima cittadina italiana per PIL nel 1974 tra quelle non capoluogo, ndr), ma che poi, con la chiusura, ha lasciato in eredità il fardello pesante di una bonifica mai effettuata.
Oggi si è finalmente giunti ad una preparazione a quella bonifica. Intanto quelle lamiere, quell'area, ci parla di un passato lontano e meno lontano che riemerge ancora con tutta la sua forza. Vita e morte si sono incrociate in quella fabbrica, luce e buio, facce diverse di una stessa medaglia. A Gerardo Nardò e Giuseppe Dagostino il merito di aver condotto una inchiesta senza filtri, con gli occhi puliti, come quelli di un bambino. Modo autentico di fare giornalismo, anche in provincia, senza padroni.
Questa serata sarà dedicata a tutti coloro i quali hanno accettato di essere intervistati e che oggi non ci sono più. A loro un grazie particolare. Tutta la cittadinanza è invitata, senza distinzioni di censo, a ricordare e ripercorrere la "nuova età del ferro" di Giovinazzo.