Scuola
Riforma scolastica, un dibattito alla “Don Saverio Bavaro”
Se ne è parlato con Alessandro Laterza e Francesco Fiorentino
Giovinazzo - mercoledì 8 ottobre 2014
8.31
L'hanno chiamata "La buona scuola". Si tratta del piano offerto dal Governo guidato da Matteo Renzi a tutti i cittadini per riformare la scuola italiana. Se ne è parlato all'interno dell'evento di apertura dell'anno scolastico della rete "Nell'educazione un tesoro: scuola e città per i nostri ragazzi", tenutosi ieri pomeriggio presso l'istituto primario e dell'infanzia "Don Saverio Bavaro".
Sono intervenuti Alessandro Laterza, editore e vice-presidente nazionale di Confindustria con delega al Mezzogiorno, e Francesco Fiorentino, ordinario di Letteratura francese presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro". Padroni di casa, l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo, Michele Sollecito, e la dirigente scolastica Carmela Rossiello. Dall'analisi della proposta di riforma sono emerse alcune convergenze ed anche tante divergenze tra gli ospiti. Alessandro Laterza, dopo aver sottolineato che questo documento è solo una proposta al momento, che tiene soprattutto a stabilizzare i precari, ha rimarcato come «sia fondamentale continuare a fermare l'emorragia di studenti che si perdevano per strada, con circa un terzo della popolazione scolastica pugliese che abbandonava gli studi. Sono molto interessato – ha proseguito il numero due di Confindustria – all'alternanza scuola-lavoro, mai troppo stimolata in un Paese che non opera riforme di questo settore ormai da molto tempo».
Fiorentino ha sempre espresso concetti lineari e ficcanti, sottolineando come «all'università spesso arrivi gente che non sa scrivere in italiano. Credo si siano fatti molti sbagli – ha proseguito - prova ne è che più gli studenti arrivano da scuole sperimentali, meno sanno scrivere. Ritornare a dare importanza alla scrittura ed alla memoria, che è parte integrante dell'intelligenza, sono obiettivi primari da raggiungere». Tutti concordi, assessore Sollecito in primis, sulla necessità di implementare le ore di materie quali musica o storia dell'arte, proposta presente nel piano di Palazzo Chigi. Quanto invece all'introduzione di un nuovo Liceo Economico, Laterza non si è detto contrario, purché «si inizi a riformare dalla scuola secondaria, dove a mio avviso iniziano i guai. La primaria è la scuola in cui si impara a saper fare – ha concluso – ed è anche nel percorso successivo che bisogna puntare su questo aspetto».
Quanto alla parte del testo che vuole stimolare la lettura per «produrre bellezza», tutti concordi nel definire l'Italia un Paese popolato da gente creativa, ma in cui si legge meno di altre nazioni evolute. Fiorentino, partendo dalla comparazione col sistema scolastico francese, ha evidenziato una falla legata alla «scarsa o inesistente lettura dei contemporanei, mentre oltralpe questo è un punto di forza». Secondo il docente di Letteratura francese «in Italia ci si concentra sulla storia della letteratura, trascurando paradossalmente i testi. Si dovrebbero invece leggere pochi importanti autori nazionali, da Dante a Manzoni, passando per Boccaccio, Tasso e Ariosto, ma arrivando poi anche a leggere e conoscere testi in traduzione di grandi autori stranieri, altrettanto importanti e formativi, come i pilastri della letteratura francese o russa». Laterza, rispondendogli, ha invece puntato il dito contro la scarsa cultura del libro all'interno dei nuclei familiari: «il problema sta in casa – ha affermato – perché per un bambino o per un ragazzo è fondamentale vedere circolare libri in casa, veder leggere. Quello è il primo stadio necessario per avvicinarlo alla letteratura».
Il vice-presidente di Confindustria ha poi affrontato con l'assessore Sollecito il tema dell'autoproduzione dei testi scolastici, sottolineando gli intenti più o meno positivi in tal senso dei vari Esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni. Ancora oggi, tuttavia, si fa fatica a staccare il testo cartaceo da quello digitale «anche perché in Italia non è affatto detto che scuole, insegnanti e famiglie abbiano tutte dispositivi adeguati all'alfabetizzazione informatica».
«Quanto all'autoproduzione – ha tenuto a precisare – ritengo sia fondamentale puntare alla qualità degli scritti, senza dimenticare quella delle fonti prese in considerazione». Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore Sollecito, che ha anche messo in evidenza come «spesso la rete possa essere fuorviante in questo senso, con una vasta gamma di scelte, raramente con un reale valore scientifico».
Sollecitati dal giovane pubblico degli studenti, gli ospiti ed i dirigenti scolastici giovinazzesi hanno poi affrontato temi più vicini alla quotidianità, dal rapporto genitori-scuola, a quello delle prospettive degli studenti italiani oggi, fino a giungere al confronto tra gli stessi ed i docenti. Chiudiamo proprio con questo tema, sicuri che il rispetto dei ruoli sia, oggi più di ieri, un valore fondante delle nostre istituzioni scolastiche. A darcene conferma l'affermazione di Alessandro Laterza, rivolto agli insegnanti presenti: «va bene tutto, ma la contrattazione tra docenti e famiglie sulla valutazione dell'alunno è pedagogicamente catastrofica».
Sono intervenuti Alessandro Laterza, editore e vice-presidente nazionale di Confindustria con delega al Mezzogiorno, e Francesco Fiorentino, ordinario di Letteratura francese presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro". Padroni di casa, l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo, Michele Sollecito, e la dirigente scolastica Carmela Rossiello. Dall'analisi della proposta di riforma sono emerse alcune convergenze ed anche tante divergenze tra gli ospiti. Alessandro Laterza, dopo aver sottolineato che questo documento è solo una proposta al momento, che tiene soprattutto a stabilizzare i precari, ha rimarcato come «sia fondamentale continuare a fermare l'emorragia di studenti che si perdevano per strada, con circa un terzo della popolazione scolastica pugliese che abbandonava gli studi. Sono molto interessato – ha proseguito il numero due di Confindustria – all'alternanza scuola-lavoro, mai troppo stimolata in un Paese che non opera riforme di questo settore ormai da molto tempo».
Fiorentino ha sempre espresso concetti lineari e ficcanti, sottolineando come «all'università spesso arrivi gente che non sa scrivere in italiano. Credo si siano fatti molti sbagli – ha proseguito - prova ne è che più gli studenti arrivano da scuole sperimentali, meno sanno scrivere. Ritornare a dare importanza alla scrittura ed alla memoria, che è parte integrante dell'intelligenza, sono obiettivi primari da raggiungere». Tutti concordi, assessore Sollecito in primis, sulla necessità di implementare le ore di materie quali musica o storia dell'arte, proposta presente nel piano di Palazzo Chigi. Quanto invece all'introduzione di un nuovo Liceo Economico, Laterza non si è detto contrario, purché «si inizi a riformare dalla scuola secondaria, dove a mio avviso iniziano i guai. La primaria è la scuola in cui si impara a saper fare – ha concluso – ed è anche nel percorso successivo che bisogna puntare su questo aspetto».
Quanto alla parte del testo che vuole stimolare la lettura per «produrre bellezza», tutti concordi nel definire l'Italia un Paese popolato da gente creativa, ma in cui si legge meno di altre nazioni evolute. Fiorentino, partendo dalla comparazione col sistema scolastico francese, ha evidenziato una falla legata alla «scarsa o inesistente lettura dei contemporanei, mentre oltralpe questo è un punto di forza». Secondo il docente di Letteratura francese «in Italia ci si concentra sulla storia della letteratura, trascurando paradossalmente i testi. Si dovrebbero invece leggere pochi importanti autori nazionali, da Dante a Manzoni, passando per Boccaccio, Tasso e Ariosto, ma arrivando poi anche a leggere e conoscere testi in traduzione di grandi autori stranieri, altrettanto importanti e formativi, come i pilastri della letteratura francese o russa». Laterza, rispondendogli, ha invece puntato il dito contro la scarsa cultura del libro all'interno dei nuclei familiari: «il problema sta in casa – ha affermato – perché per un bambino o per un ragazzo è fondamentale vedere circolare libri in casa, veder leggere. Quello è il primo stadio necessario per avvicinarlo alla letteratura».
Il vice-presidente di Confindustria ha poi affrontato con l'assessore Sollecito il tema dell'autoproduzione dei testi scolastici, sottolineando gli intenti più o meno positivi in tal senso dei vari Esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni. Ancora oggi, tuttavia, si fa fatica a staccare il testo cartaceo da quello digitale «anche perché in Italia non è affatto detto che scuole, insegnanti e famiglie abbiano tutte dispositivi adeguati all'alfabetizzazione informatica».
«Quanto all'autoproduzione – ha tenuto a precisare – ritengo sia fondamentale puntare alla qualità degli scritti, senza dimenticare quella delle fonti prese in considerazione». Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore Sollecito, che ha anche messo in evidenza come «spesso la rete possa essere fuorviante in questo senso, con una vasta gamma di scelte, raramente con un reale valore scientifico».
Sollecitati dal giovane pubblico degli studenti, gli ospiti ed i dirigenti scolastici giovinazzesi hanno poi affrontato temi più vicini alla quotidianità, dal rapporto genitori-scuola, a quello delle prospettive degli studenti italiani oggi, fino a giungere al confronto tra gli stessi ed i docenti. Chiudiamo proprio con questo tema, sicuri che il rispetto dei ruoli sia, oggi più di ieri, un valore fondante delle nostre istituzioni scolastiche. A darcene conferma l'affermazione di Alessandro Laterza, rivolto agli insegnanti presenti: «va bene tutto, ma la contrattazione tra docenti e famiglie sulla valutazione dell'alunno è pedagogicamente catastrofica».