Vita di città
Richieste di risarcimento, una nota dell'Osservatorio per la Legalità
Sotto la lente di ingrandimento l'attività dell'Amministrazione comunale
Giovinazzo - lunedì 18 maggio 2015
02.00
«Desta una certa sorpresa scoprire che una parte considerevole dell'attività svolta nel Palazzo di Città venga "distratta" dal dover rispondere o produrre atti formali su controversie legali più disparate: abusi edilizi, opposizioni a ricorsi (per esclusione a gare d'appalto o denunce da parte di cittadini che si ritengono danneggiati dall'attività del Comune), contestazioni a violazioni del codice (cartelle ABACO, Photored, infrazioni varie), risarcimento danni a privati cittadini a causa di sinistri».
Torna a far sentire la sua voce l'Osservatorio per la Legalità e per la Difesa del Bene Comune. L'organismo presieduto da Vincenzo Castrignano punta dritto sulle richieste di risarcimento per sinistri inoltrate alla Pubblica Amministrazione giovinazzese da privati cittadini. L'analisi riguarda un periodo di 16 mesi che va dall'inizio del 2014 a fine aprile 2015. «Su un totale di 2692 delibere prodotte nel suddetto periodo - prosegue l'Osservatorio -, oltre 150(per una novantina di casi in totale) riguardano richieste di risarcimenti da parte dei cittadini al Comune di Giovinazzo per sinistri a persone e/o mezzi nella maggior parte provocati da buche stradali o marciapiedi malridotti. Potrebbe sembrare un fatto banale e di poco conto, forse anche grottesco, se non fosse che tutto questo costa alla nostra comunità fiumi di denaro (oltre 250mila euro in soli 16 mesi), al cui ammontare concorrono le parcelle ad avvocati, gli onorari ai medici chiamati a verificare i danni,i risarcimenti quasi automatici ai "danneggiati". E per rimanere soltanto a questi ultimi due mesi (marzo e aprile 2015) - evidenzia la missiva - sulle casse comunali pendono, assieme alle solite richieste di risarcimento per danni, cinque richieste particolarmente esose, per un ammontare complessivo di 257.293,39 €».
«Ovviamente - continuano dall'Osservatorio - va tenuto conto che molti degli atti del periodo esaminato risalgono anche a fatti avvenuti anni addietro; così come molti sinistri recenti troveranno la loro conclusione (e relative spese) negli anni a venire (compensandosi così a vicenda)».
Poi le considerazioni, anche amare, da parte dell'organismo con sede nel borgo antico: «Viste le innumerevoli richieste di risarcimento causate da sinistri, perché non si cerca di correre ai ripari curando maggiormente la manutenzione di strade e marciapiedi? In tutto il 2014 le somme destinate a questo fine ammontano a poche migliaia di euro. Un'inezia se paragonate alle enormi somme risarcitorie pagate (oltre ai disagi patiti dai cittadini per la pessima percorribilità delle strade e per lo scarso decoro urbano). Solo quest'anno, finalmente, si è deciso di metter mano ad un programma organico di intervento di manutenzione (era ora!!!), con investimenti più sostanziosi. È il caso di dire "meglio tardi che mai"». Ed ancora: «Visti gli esiti dei processi che danno quasi sempre ragione ai cittadini sinistrati, perché non si cercano soluzioni che privilegino il patteggiamento con la parte lesa (dopo opportuna verifica, ovviamente) per cifre congrue anziché, come quasi sempre accade, affrontare il rischio di dover pagare cifre di gran lunga superiori ai risarcimenti richiesti, aggravate ulteriormente dalle spese legali? Un miglioramento della situazione futura si auspica possa venire dalla convenzione recentemente stipulata con lo studio Sciacovelli, già costata però alle casse comunali ben altri 42.700 euro».
«Ma non si può sempre e solo dare la colpa al Comune!!! Occorre recitare un mea culpa collettivo - scrivono duri i membri dell'Osservatorio. È veramente sconcertante constatare quanta gente, a dir poco "distratta", circoli per le strade della nostra cittadina. Gente che non s'accorge di buche, marciapiedi dismessi, tombini scoperti, luoghi scivolosi,e che subisce incidenti dalle conseguenze quasi sempre tragiche e rovinose, pronta perciò a pretendere il "giusto" risarcimento da un Comune colpevole di cotanta incuria, incapace di garantire i servizi dovuti (… chissà quanti cittadini, forse anche alcuni fra quelli che richiedono i risarcimenti, evadono quelle tasse che servono ad assicurare questi sacrosanti servizi!). Conoscendo l'italica furbizia - si chiedono - è veramente inverosimile ritenere che una parte di questi cittadini "sinistrati", una minoranza certamente, non monti ad arte questi casi o, quanto meno, non cerchi di amplificarne spropositatamente gli effetti?»
Poi un altro interrogativo: «In questo, molto spesso, ben supportati da tanti bravi consiglieri che non trovano affatto illegittimo frodare e sfruttare la "cosa pubblica" e tendono a gonfiare le richieste di risarcimento per un proprio tornaconto. Come interpretare, infatti, quelle richieste di risarcimento esorbitanti, che spesso si concludono con definizioni transattive (patteggiamenti) su cifre decisamente inferiori (finanche di 10 volte), ritenute evidentemente congrue da parte del danneggiato?»
«Se è legittimo e sacrosanto risarcire chi subisce veramente un danno non per propria colpa - chiosa la nota - va d'altra parte stigmatizzato e deplorato il comportamento di chi truffa la cosa pubblica (ossia i soldi di tutti i cittadini onesti che pagano le tasse). Occorre far avvertire loro tutto il nostro dissenso, o meglio ancora, denunciarne il comportamento scorretto. Insomma, bisogna sovvertire quel retaggio culturale secondo il quale truffare lo Stato, le assicurazioni o la cosa pubblica in genere è da furbi, piuttosto che da disonesti».
Noi siamo a disposizione per eventuali repliche, ma le osservazioni sono davvero interessanti e meritano attenzione.
Torna a far sentire la sua voce l'Osservatorio per la Legalità e per la Difesa del Bene Comune. L'organismo presieduto da Vincenzo Castrignano punta dritto sulle richieste di risarcimento per sinistri inoltrate alla Pubblica Amministrazione giovinazzese da privati cittadini. L'analisi riguarda un periodo di 16 mesi che va dall'inizio del 2014 a fine aprile 2015. «Su un totale di 2692 delibere prodotte nel suddetto periodo - prosegue l'Osservatorio -, oltre 150(per una novantina di casi in totale) riguardano richieste di risarcimenti da parte dei cittadini al Comune di Giovinazzo per sinistri a persone e/o mezzi nella maggior parte provocati da buche stradali o marciapiedi malridotti. Potrebbe sembrare un fatto banale e di poco conto, forse anche grottesco, se non fosse che tutto questo costa alla nostra comunità fiumi di denaro (oltre 250mila euro in soli 16 mesi), al cui ammontare concorrono le parcelle ad avvocati, gli onorari ai medici chiamati a verificare i danni,i risarcimenti quasi automatici ai "danneggiati". E per rimanere soltanto a questi ultimi due mesi (marzo e aprile 2015) - evidenzia la missiva - sulle casse comunali pendono, assieme alle solite richieste di risarcimento per danni, cinque richieste particolarmente esose, per un ammontare complessivo di 257.293,39 €».
«Ovviamente - continuano dall'Osservatorio - va tenuto conto che molti degli atti del periodo esaminato risalgono anche a fatti avvenuti anni addietro; così come molti sinistri recenti troveranno la loro conclusione (e relative spese) negli anni a venire (compensandosi così a vicenda)».
Poi le considerazioni, anche amare, da parte dell'organismo con sede nel borgo antico: «Viste le innumerevoli richieste di risarcimento causate da sinistri, perché non si cerca di correre ai ripari curando maggiormente la manutenzione di strade e marciapiedi? In tutto il 2014 le somme destinate a questo fine ammontano a poche migliaia di euro. Un'inezia se paragonate alle enormi somme risarcitorie pagate (oltre ai disagi patiti dai cittadini per la pessima percorribilità delle strade e per lo scarso decoro urbano). Solo quest'anno, finalmente, si è deciso di metter mano ad un programma organico di intervento di manutenzione (era ora!!!), con investimenti più sostanziosi. È il caso di dire "meglio tardi che mai"». Ed ancora: «Visti gli esiti dei processi che danno quasi sempre ragione ai cittadini sinistrati, perché non si cercano soluzioni che privilegino il patteggiamento con la parte lesa (dopo opportuna verifica, ovviamente) per cifre congrue anziché, come quasi sempre accade, affrontare il rischio di dover pagare cifre di gran lunga superiori ai risarcimenti richiesti, aggravate ulteriormente dalle spese legali? Un miglioramento della situazione futura si auspica possa venire dalla convenzione recentemente stipulata con lo studio Sciacovelli, già costata però alle casse comunali ben altri 42.700 euro».
«Ma non si può sempre e solo dare la colpa al Comune!!! Occorre recitare un mea culpa collettivo - scrivono duri i membri dell'Osservatorio. È veramente sconcertante constatare quanta gente, a dir poco "distratta", circoli per le strade della nostra cittadina. Gente che non s'accorge di buche, marciapiedi dismessi, tombini scoperti, luoghi scivolosi,e che subisce incidenti dalle conseguenze quasi sempre tragiche e rovinose, pronta perciò a pretendere il "giusto" risarcimento da un Comune colpevole di cotanta incuria, incapace di garantire i servizi dovuti (… chissà quanti cittadini, forse anche alcuni fra quelli che richiedono i risarcimenti, evadono quelle tasse che servono ad assicurare questi sacrosanti servizi!). Conoscendo l'italica furbizia - si chiedono - è veramente inverosimile ritenere che una parte di questi cittadini "sinistrati", una minoranza certamente, non monti ad arte questi casi o, quanto meno, non cerchi di amplificarne spropositatamente gli effetti?»
Poi un altro interrogativo: «In questo, molto spesso, ben supportati da tanti bravi consiglieri che non trovano affatto illegittimo frodare e sfruttare la "cosa pubblica" e tendono a gonfiare le richieste di risarcimento per un proprio tornaconto. Come interpretare, infatti, quelle richieste di risarcimento esorbitanti, che spesso si concludono con definizioni transattive (patteggiamenti) su cifre decisamente inferiori (finanche di 10 volte), ritenute evidentemente congrue da parte del danneggiato?»
«Se è legittimo e sacrosanto risarcire chi subisce veramente un danno non per propria colpa - chiosa la nota - va d'altra parte stigmatizzato e deplorato il comportamento di chi truffa la cosa pubblica (ossia i soldi di tutti i cittadini onesti che pagano le tasse). Occorre far avvertire loro tutto il nostro dissenso, o meglio ancora, denunciarne il comportamento scorretto. Insomma, bisogna sovvertire quel retaggio culturale secondo il quale truffare lo Stato, le assicurazioni o la cosa pubblica in genere è da furbi, piuttosto che da disonesti».
Noi siamo a disposizione per eventuali repliche, ma le osservazioni sono davvero interessanti e meritano attenzione.