Territorio
Rapporto Svimez, la Puglia sempre più in basso
Il rapporto dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno
Giovinazzo - mercoledì 29 ottobre 2014
15.02
Dati inquietanti per l'industria pugliese ed in generale per tutta l'economia della nostra regione. La Puglia è stata scavalcata anche dalla Basilicata per il prodotto interno lordo pro capite nel 2013. È quanto emerge dall'annuale rapporto predisposto dallo Svimez, l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno.
La nostra regione rimane sui 16512 euro a testa, contro i 21.845 dell'Abruzzo, la più ricca del sud, ed è scavalcata anche dalla Lucania con i suoi 17.006 euro per persona. Preoccupano molto anche i dati dei livelli occupazionali con 6 punti percentuali persi in un anno ed un impietoso -14,3% in sei anni. Secondo lo Svimez i consumi al sud sono calati nel 2013 del 2,4%, in aumento ulteriore rispetto al calo del 2% del 2012. Dal 2008 allo scorso anno, il Mezzogiorno ha perso circa 13 punti percentuali in fatto di consumi. Non lascia spazio a dubbi anche il dato relativo a quelli alimentari, che dovrebbero costituire una base essenziale per le famiglie: siamo a -14,6% in soli 6 anni. Peggio va il settore dei consumi relativi all'industria calzaturiera, con un -23,7% che è lo specchio di una crisi profondissima.
La Puglia ha risentito senza alcun dubbio dell'infinita querelle legata all'Ilva di Taranto, con una flessione pesantissima richiamata da molti esponenti della maggioranza in Consiglio Regionale, i quali sostengono che la Puglia tutto sommato, visto il periodo, «ha tenuto botta». Il sottosegretario al Lavoro, la piddina Teresa Bellanova, ha puntato il dito anche contro le «economie parallele che emergono dal rapporto, estranee ad ogni statualità». Durissimo invece il commento di Ignazio Zullo, capogruppo di Forza Italia in Regione, che, soprattutto con riferimento al caso Ilva, ha parlato di «risultato delle politiche fallimentari della Giunta guidata da Nichi Vendola, troppo vicina spesso all'ambientalismo integralista».
Sul territorio giovinazzese, vista la mancanza di industria, è il commercio il settore trainante, con piccole e medie imprese che cercano di sopravvivere alla crisi. Importante, in questo momento storico, la sinergia creatasi negli ultimi anni tra il Gal "Fior d'Olivi" ed i comuni di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi. Si punta ad un costante aumento dei flussi turistici attraverso la valorizzazione del patrimonio gastronomico-culinario e storico-architettonico, unico settore in cui investire con continuità per evitare lo stritolamento della peggior crisi degli ultimi decenni ed unica vera risorsa che ha mostrato, la scorsa estate, di essere un traino per l'intera economia locale.
Dunque una crisi pesantissima che, sempre secondo lo Svimez, continua ad attanagliare il Mezzogiorno anche nel 2014, con ipotesi di crescita ancora rinviata, mentre nel centro-nord una timida ripresa appare all'orizzonte. Un incubo da cui solo politiche nazionali concrete possono farci uscire. Importanti novità per il Mezzogiorno sono annunciate dal Governo all'interno del Jobs Act. Si spera che non siano le ennesime promesse non mantenute verso un sud che lentamente muore.
La nostra regione rimane sui 16512 euro a testa, contro i 21.845 dell'Abruzzo, la più ricca del sud, ed è scavalcata anche dalla Lucania con i suoi 17.006 euro per persona. Preoccupano molto anche i dati dei livelli occupazionali con 6 punti percentuali persi in un anno ed un impietoso -14,3% in sei anni. Secondo lo Svimez i consumi al sud sono calati nel 2013 del 2,4%, in aumento ulteriore rispetto al calo del 2% del 2012. Dal 2008 allo scorso anno, il Mezzogiorno ha perso circa 13 punti percentuali in fatto di consumi. Non lascia spazio a dubbi anche il dato relativo a quelli alimentari, che dovrebbero costituire una base essenziale per le famiglie: siamo a -14,6% in soli 6 anni. Peggio va il settore dei consumi relativi all'industria calzaturiera, con un -23,7% che è lo specchio di una crisi profondissima.
La Puglia ha risentito senza alcun dubbio dell'infinita querelle legata all'Ilva di Taranto, con una flessione pesantissima richiamata da molti esponenti della maggioranza in Consiglio Regionale, i quali sostengono che la Puglia tutto sommato, visto il periodo, «ha tenuto botta». Il sottosegretario al Lavoro, la piddina Teresa Bellanova, ha puntato il dito anche contro le «economie parallele che emergono dal rapporto, estranee ad ogni statualità». Durissimo invece il commento di Ignazio Zullo, capogruppo di Forza Italia in Regione, che, soprattutto con riferimento al caso Ilva, ha parlato di «risultato delle politiche fallimentari della Giunta guidata da Nichi Vendola, troppo vicina spesso all'ambientalismo integralista».
Sul territorio giovinazzese, vista la mancanza di industria, è il commercio il settore trainante, con piccole e medie imprese che cercano di sopravvivere alla crisi. Importante, in questo momento storico, la sinergia creatasi negli ultimi anni tra il Gal "Fior d'Olivi" ed i comuni di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi. Si punta ad un costante aumento dei flussi turistici attraverso la valorizzazione del patrimonio gastronomico-culinario e storico-architettonico, unico settore in cui investire con continuità per evitare lo stritolamento della peggior crisi degli ultimi decenni ed unica vera risorsa che ha mostrato, la scorsa estate, di essere un traino per l'intera economia locale.
Dunque una crisi pesantissima che, sempre secondo lo Svimez, continua ad attanagliare il Mezzogiorno anche nel 2014, con ipotesi di crescita ancora rinviata, mentre nel centro-nord una timida ripresa appare all'orizzonte. Un incubo da cui solo politiche nazionali concrete possono farci uscire. Importanti novità per il Mezzogiorno sono annunciate dal Governo all'interno del Jobs Act. Si spera che non siano le ennesime promesse non mantenute verso un sud che lentamente muore.