Politica
PVA chiede la revoca della vendita dell'ex mattatoio
Per il partito di opposizione vi sarebbero irregolarità
Giovinazzo - venerdì 26 ottobre 2018
«Se proprio si devono svendere beni che invece potrebbero divenire "volano" per la rinascita ed il rilancio culturale e sociale della nostra comunità, come avviene in altri Comuni limitrofi, lo si faccia almeno applicando la legge!».
Così PrimaVera Alternativa prende posizione sulla alienazione voluta dall'Amministrazione comunale dell'ex mattatoio, immobile sito tra via Crocifisso e il Lungomare Marina Italiana. PVA ha anche inoltrato una dettagliata denuncia contenuta in un "libro bianco" a tutti gli organi comunali, nel quale «si evidenzia la manifesta illegittimità della procedura di trasferimento dell'ex mattatoio e dell'ex carcere mandamentale».
Secondo PVA «prima di procedere alla pubblicazione del bando pubblico di alienazione dei suddetti beni, sarebbe stato necessario concludere sia l'iter amministrativo di "variante urbanistica", volto a perseguire la destinazione turistico-ricettiva ipotizzata dall'Amministrazione Depalma, sia quello di "verifica di interesse culturale" degli immobili previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio».
La constatazione al termine di questo ragionamento è amara e rivela qualcosa che non era ancora emerso: «Ed invece, per entrambi gli immobili - aggiunge PVA - la procedura di variante urbanistica non solo non si sarebbe conclusa, ma non sarebbe stata neanche avviata!».
L'ex mattatoio comunale è bene di valore storico-artistico, ricordano ancora dal partito del presidente Girolamo Capurso, ed è per via di «un decreto del Ministero dei Beni Culturali, che non può essere alienato senza la preventiva autorizzazione» dello stesso dicastero.
«Tale autorizzazione - è il cuore della denuncia - non sarebbe stata né richiesta dall'amministrazione comunale, né tanto meno rilasciata».
L'atto di vendita potrebbe quindi essere nullo e PrimaVera Alternativa richiama anche gli articoli 164 e 173 del Codice dei beni Culturali che prefigura un reato grave per questo genere di omissioni.
PVA ne deduce che vi sia stata superficialità nell'attività amministrativa e chiede la convocazione delle «competenti Commissioni Consiliari e di revocare la procedura di alienazione prima della scadenza stabilita per la presentazione delle offerte» fissata per il prossimo 16 novembre.
Così PrimaVera Alternativa prende posizione sulla alienazione voluta dall'Amministrazione comunale dell'ex mattatoio, immobile sito tra via Crocifisso e il Lungomare Marina Italiana. PVA ha anche inoltrato una dettagliata denuncia contenuta in un "libro bianco" a tutti gli organi comunali, nel quale «si evidenzia la manifesta illegittimità della procedura di trasferimento dell'ex mattatoio e dell'ex carcere mandamentale».
Secondo PVA «prima di procedere alla pubblicazione del bando pubblico di alienazione dei suddetti beni, sarebbe stato necessario concludere sia l'iter amministrativo di "variante urbanistica", volto a perseguire la destinazione turistico-ricettiva ipotizzata dall'Amministrazione Depalma, sia quello di "verifica di interesse culturale" degli immobili previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio».
La constatazione al termine di questo ragionamento è amara e rivela qualcosa che non era ancora emerso: «Ed invece, per entrambi gli immobili - aggiunge PVA - la procedura di variante urbanistica non solo non si sarebbe conclusa, ma non sarebbe stata neanche avviata!».
L'ex mattatoio comunale è bene di valore storico-artistico, ricordano ancora dal partito del presidente Girolamo Capurso, ed è per via di «un decreto del Ministero dei Beni Culturali, che non può essere alienato senza la preventiva autorizzazione» dello stesso dicastero.
«Tale autorizzazione - è il cuore della denuncia - non sarebbe stata né richiesta dall'amministrazione comunale, né tanto meno rilasciata».
L'atto di vendita potrebbe quindi essere nullo e PrimaVera Alternativa richiama anche gli articoli 164 e 173 del Codice dei beni Culturali che prefigura un reato grave per questo genere di omissioni.
PVA ne deduce che vi sia stata superficialità nell'attività amministrativa e chiede la convocazione delle «competenti Commissioni Consiliari e di revocare la procedura di alienazione prima della scadenza stabilita per la presentazione delle offerte» fissata per il prossimo 16 novembre.