Vita di città
Prologo in musica per i Fuochi di Sant'Antonio Abate (FOTO)
Il banditore ha annunciato l'inizio della festa. Spettacolo con la Birbant Band e con il concerto dei Fabulanova in piazza Meschino
Giovinazzo - domenica 21 gennaio 2018
05.00
Si è svolta ieri la prima delle due giornate dei Fuochi di Sant'Antonio Abate, festa tradizionale ed appuntamento fisso per i giovinazzesi che vedrà stasera il suo culmine, come vi raccontiamo in un altro articolo.
A partire dalle 18.00 circa, il banditore, con tanto di abiti d'epoca e pergamena in mano, ha annunciato l'apertura dei festeggiamenti in piazza Vittorio Emanuele II. L'Assiciazione Aldebaran, che cura questa edizione 2018 dei Fuochi, ha pensato di presentare un personaggio del passato, un araldo, appunto, che richiamasse la storia del '400.
Si narra infatti, che fosse stato un banditore ad annunciare alla popolazione la cacciata del principe Orsini, uomo dal fare tirannico, inviso alla gente. Lo stesso tiranno che, non contento di quanto ottenuto dalle gabelle sul raccolto, decise di far bruciare i campi coltivati dai giovinazzesi. Questi ultimi, ormai stanchi, riuscirono nell'intento di liberarsene, ma per sopravvivere, dopo i roghi dei loro appezzamenti di terra, poterono nutrirsi solo con fave ed olive, unici prodotti della terra che si salvarono dal fuoco. Da allora i due "doni" della terra ed il fuoco sono elementi costitutivi della festa in onore di Sant'Antonio Abate, così come il vino, simbolo di allegria.
Il banditore dell'Associazione Brancaleone di Barletta, partendo da piazza Vittorio Emenuele II, ha ieri sera girato per le vie cittadine accompagnato dalla musica dei tamburi e delle chiarine o clarine (trombe particolari, certamente di origine romana, diffusesi tra il XVI e XVII secolo).
Ad esibirsi, poi, è stata la ruvese Birbant Band Street, guidata dal Maestro Vincenzo Iurilli e composta da tredici bravi musicisti, divisi tra percussioni e fiati. Hanno sciorinato un repertorio funk molto accattivante, intriso di incursioni latine e contaminato con la musica leggera italiana. Belli i passaggi che hanno reso omaggio a James Brown e Pino Daniele.
Per le vie del borgo antico e per il centro cittadino, poi, si sono esibiti giocolieri, trampolieri ed artisti di strada, per la gioia delle numerose famiglie accorse a Giovinazzo anche dal circondario nonostante il freddo pungente. Emanuele Lacerenza, in arte Manu Circus, tra gli altri, ha strappato tanti applausi, grazie alla sua poliedricità (è infatti equilibrista, giocoliere, artista di strada, mangiafuoco ed ex circense).
Poi, alle 21.00, in piazza Meschino (e non in piazza Duomo come annunciato nel programma ufficiale della manifestazione) spazio alla musica dei molfettesi Fabulanova con la loro musica definita «bislacca». Atmosfera riscaldata da pizziche, quadriglie e canti popolari, che hanno riscosso notevole successo tra i presenti.
La scaletta ha previsto i seguenti brani: "Antidotum", "Bona sera", "Mettalen", "Pizzicarella", "U scozje", "Sande Necole", una tarantella del Gargano, "Alliuno", una quadriglia, "Amara Terra Mia", "Sona battenti", la salentina "Pizzica te sira", "Circolo circasso", "Chappeloise", "Pizzica di San Vito", "Kalinifta", "Madonna della grazia", "Patrona" e "Aradeo".
Stamattina nuove manifestazioni che coinvolgeranno gli alunni delle scuole ed alle 17.30 l'accensione del Falò principale in piazza. Nel nostro articolo a firma di Gianluca Battista, tutto il programma e la mappa dei Fuochi. Nella nostra gallery, invece, alcuni momenti della vigilia.
A partire dalle 18.00 circa, il banditore, con tanto di abiti d'epoca e pergamena in mano, ha annunciato l'apertura dei festeggiamenti in piazza Vittorio Emanuele II. L'Assiciazione Aldebaran, che cura questa edizione 2018 dei Fuochi, ha pensato di presentare un personaggio del passato, un araldo, appunto, che richiamasse la storia del '400.
Si narra infatti, che fosse stato un banditore ad annunciare alla popolazione la cacciata del principe Orsini, uomo dal fare tirannico, inviso alla gente. Lo stesso tiranno che, non contento di quanto ottenuto dalle gabelle sul raccolto, decise di far bruciare i campi coltivati dai giovinazzesi. Questi ultimi, ormai stanchi, riuscirono nell'intento di liberarsene, ma per sopravvivere, dopo i roghi dei loro appezzamenti di terra, poterono nutrirsi solo con fave ed olive, unici prodotti della terra che si salvarono dal fuoco. Da allora i due "doni" della terra ed il fuoco sono elementi costitutivi della festa in onore di Sant'Antonio Abate, così come il vino, simbolo di allegria.
Il banditore dell'Associazione Brancaleone di Barletta, partendo da piazza Vittorio Emenuele II, ha ieri sera girato per le vie cittadine accompagnato dalla musica dei tamburi e delle chiarine o clarine (trombe particolari, certamente di origine romana, diffusesi tra il XVI e XVII secolo).
Ad esibirsi, poi, è stata la ruvese Birbant Band Street, guidata dal Maestro Vincenzo Iurilli e composta da tredici bravi musicisti, divisi tra percussioni e fiati. Hanno sciorinato un repertorio funk molto accattivante, intriso di incursioni latine e contaminato con la musica leggera italiana. Belli i passaggi che hanno reso omaggio a James Brown e Pino Daniele.
Per le vie del borgo antico e per il centro cittadino, poi, si sono esibiti giocolieri, trampolieri ed artisti di strada, per la gioia delle numerose famiglie accorse a Giovinazzo anche dal circondario nonostante il freddo pungente. Emanuele Lacerenza, in arte Manu Circus, tra gli altri, ha strappato tanti applausi, grazie alla sua poliedricità (è infatti equilibrista, giocoliere, artista di strada, mangiafuoco ed ex circense).
Poi, alle 21.00, in piazza Meschino (e non in piazza Duomo come annunciato nel programma ufficiale della manifestazione) spazio alla musica dei molfettesi Fabulanova con la loro musica definita «bislacca». Atmosfera riscaldata da pizziche, quadriglie e canti popolari, che hanno riscosso notevole successo tra i presenti.
La scaletta ha previsto i seguenti brani: "Antidotum", "Bona sera", "Mettalen", "Pizzicarella", "U scozje", "Sande Necole", una tarantella del Gargano, "Alliuno", una quadriglia, "Amara Terra Mia", "Sona battenti", la salentina "Pizzica te sira", "Circolo circasso", "Chappeloise", "Pizzica di San Vito", "Kalinifta", "Madonna della grazia", "Patrona" e "Aradeo".
Stamattina nuove manifestazioni che coinvolgeranno gli alunni delle scuole ed alle 17.30 l'accensione del Falò principale in piazza. Nel nostro articolo a firma di Gianluca Battista, tutto il programma e la mappa dei Fuochi. Nella nostra gallery, invece, alcuni momenti della vigilia.