Eventi e cultura
«Profumo di umanità» nell’estate di Valentino Losito
Presentato ieri sera, per la prima volta a Giovinazzo, il libro del Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
Giovinazzo - mercoledì 3 ottobre 2018
11.55
Il tempo si è fermato ieri in Sala San Felice, trasformatasi per poco più di un'ora in un intimo salotto per accogliere Valentino Losito, ex giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno ed attuale consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. Con lui il giovinazzese Michele Marolla, altro importante pezzo di storia del giornalismo locale, per ripercorrere insieme tutte le emozioni di "E la chiamano estate. Quando andavamo in villeggiatura", il libro edito da SECOP edizioni nato dai ricordi di Losito di estati degli anni '60-'70.
E proprio quei ricordi sono riaffiorati con spontaneità dai piccoli cassetti della memoria contenuti nei trentotto racconti del libro, una «carezza ai lettori», per usare un'espressione del nostro Gianluca Battista che ha moderato la serata, restituendo loro frammenti di vita vera in tempi lontani in cui ogni cosa veniva sentita come un piccolo miracolo da contemplare.
«Un'operazione di recupero del ricordo e delle sensazioni provate » ha definito la raccolta Michele Marolla, introducendo la sua conversazione con Losito. Ed effettivamente il "librino", termine usato dall'autore per chiamare con affetto la sua fatica letteraria, è frutto di una riflessione su come è cambiato il concetto di villeggiatura, oggi sempre più proposta con la formula del "tutto compreso" che tuttavia lascia da parte la meraviglia di osservare e conoscere, la gioia di vivere e di godersi l'attimo.
«Questo è un libro di archeologia antropologica – ha precisato Losito – in cui vi è un recupero di quel profumo di umanità, fatta di stupore per ciò che ci circonda». Quello stupore che l'ex giornalista della Gazzetta ed ex Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Puglia vede minacciato dall'uso massiccio delle nuove tecnologie.
Ricordi del tram che portava al mare i vacanzieri di un giorno da Bitonto a Santo Spirito, di aquiloni costruiti con oggetti quotidiani poveri, di tornei di calcio dove autentico era il piacere del gioco, di sale di barbieri vissute come luoghi di incontro e di scambio di informazioni, della controra che sacralizza il silenzio e la noia. Tutta la bellezza semplice di quegli anni ha accarezzato i presenti attraverso la voce di Franco Martini, che è riuscito a valorizzare la poesia racchiusa nelle immagini raccontate e nello stile romantico e leggiadro dell'autore.
La sfida è allora quella di ritornare a popolare i luoghi, di rieducare a stupirsi, di imparare a trattenere le emozioni di un momento, come in un fermo immagine, e ad assaporarle con lo stesso entusiasmo di ogni prima volta. Una sfida educativa a cui tiene particolarmente Losito, affinché le nuove generazioni siano sempre meno distratte dagli strumenti elettronici e dai social network e possano sentire dentro di loro la voglia di ritornare ad alzare lo sguardo per stupirsi come non accade più da tempo.
Nella nostra galleria fotografica, alcuni scatti di Donatella Di Turi.
E proprio quei ricordi sono riaffiorati con spontaneità dai piccoli cassetti della memoria contenuti nei trentotto racconti del libro, una «carezza ai lettori», per usare un'espressione del nostro Gianluca Battista che ha moderato la serata, restituendo loro frammenti di vita vera in tempi lontani in cui ogni cosa veniva sentita come un piccolo miracolo da contemplare.
«Un'operazione di recupero del ricordo e delle sensazioni provate » ha definito la raccolta Michele Marolla, introducendo la sua conversazione con Losito. Ed effettivamente il "librino", termine usato dall'autore per chiamare con affetto la sua fatica letteraria, è frutto di una riflessione su come è cambiato il concetto di villeggiatura, oggi sempre più proposta con la formula del "tutto compreso" che tuttavia lascia da parte la meraviglia di osservare e conoscere, la gioia di vivere e di godersi l'attimo.
«Questo è un libro di archeologia antropologica – ha precisato Losito – in cui vi è un recupero di quel profumo di umanità, fatta di stupore per ciò che ci circonda». Quello stupore che l'ex giornalista della Gazzetta ed ex Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Puglia vede minacciato dall'uso massiccio delle nuove tecnologie.
Ricordi del tram che portava al mare i vacanzieri di un giorno da Bitonto a Santo Spirito, di aquiloni costruiti con oggetti quotidiani poveri, di tornei di calcio dove autentico era il piacere del gioco, di sale di barbieri vissute come luoghi di incontro e di scambio di informazioni, della controra che sacralizza il silenzio e la noia. Tutta la bellezza semplice di quegli anni ha accarezzato i presenti attraverso la voce di Franco Martini, che è riuscito a valorizzare la poesia racchiusa nelle immagini raccontate e nello stile romantico e leggiadro dell'autore.
La sfida è allora quella di ritornare a popolare i luoghi, di rieducare a stupirsi, di imparare a trattenere le emozioni di un momento, come in un fermo immagine, e ad assaporarle con lo stesso entusiasmo di ogni prima volta. Una sfida educativa a cui tiene particolarmente Losito, affinché le nuove generazioni siano sempre meno distratte dagli strumenti elettronici e dai social network e possano sentire dentro di loro la voglia di ritornare ad alzare lo sguardo per stupirsi come non accade più da tempo.
Nella nostra galleria fotografica, alcuni scatti di Donatella Di Turi.