Cronaca
Processo D1.1, tutto sospeso in attesa della pronuncia della Corte Europea
Resta da sciogliere il nodo della confisca in caso di prescrizione del reato. Si tornerà in aula nel 2019
Giovinazzo - venerdì 13 aprile 2018
05.00
La seconda sezione penale della Corte di Appello di Bari ha rinviato al 24 gennaio 2019 il processo sulla lottizzazione abusiva nella maglia artigianale D1.1 di Giovinazzo, del valore di oltre 50 milioni di euro: 123 lotti a rischio confisca.
Resta infatti da capire se, essendo il reato ormai prescritto, si possa procedere o meno con la confisca dei beni. È il 21 settembre 2010 quando i Carabinieri, gli agenti della Polizia Municipale e del Corpo Forestale dello Stato (tutti in servizio presso la sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Bari) appongono i sigilli a 146 lotti nella vasta area alla periferia nord di Giovinazzo.
Lì - secondo l'accusa - era in corso la costruzione di vere e proprie villette acquistate da chi non aveva nessuna intenzione di aprire un'attività artigianale. Poi l'inizio del processo, che vede imputate 168 persone, tra costruttori, progettisti, direttori dei lavori, assegnatari dei lotti, acquirenti e due funzionari del Comune di Giovinazzo, tutte accusati di lottizzazione abusiva.
Il 15 febbraio 2015 la sentenza di primo grado: 144 persone (su 168) vengono condannate a pene comprese fra i 18 mesi e i 2 mesi di arresto, 18 assolte, ma il procedimento penale prosegue con il proscioglimento degli imputati per intervenuta prescrizione del reato di lottizzazione abusiva. Si arriva in Corte d'Appello, a Bari, dove bisogna sciogliere il nodo della confisca in caso di prescrizione. Ieri, la prima udienza.
Il presidente Maria Iacovone ha optato per un rinvio al 24 gennaio 2019 in attesa dell'esito della Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ora si attende dunque la pronuncia della C.E.D.U.. Da quel che diranno quei giudici, probabilmente, dipenderà anche la sentenza sul processo D1.1.
Resta infatti da capire se, essendo il reato ormai prescritto, si possa procedere o meno con la confisca dei beni. È il 21 settembre 2010 quando i Carabinieri, gli agenti della Polizia Municipale e del Corpo Forestale dello Stato (tutti in servizio presso la sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Bari) appongono i sigilli a 146 lotti nella vasta area alla periferia nord di Giovinazzo.
Lì - secondo l'accusa - era in corso la costruzione di vere e proprie villette acquistate da chi non aveva nessuna intenzione di aprire un'attività artigianale. Poi l'inizio del processo, che vede imputate 168 persone, tra costruttori, progettisti, direttori dei lavori, assegnatari dei lotti, acquirenti e due funzionari del Comune di Giovinazzo, tutte accusati di lottizzazione abusiva.
Il 15 febbraio 2015 la sentenza di primo grado: 144 persone (su 168) vengono condannate a pene comprese fra i 18 mesi e i 2 mesi di arresto, 18 assolte, ma il procedimento penale prosegue con il proscioglimento degli imputati per intervenuta prescrizione del reato di lottizzazione abusiva. Si arriva in Corte d'Appello, a Bari, dove bisogna sciogliere il nodo della confisca in caso di prescrizione. Ieri, la prima udienza.
Il presidente Maria Iacovone ha optato per un rinvio al 24 gennaio 2019 in attesa dell'esito della Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ora si attende dunque la pronuncia della C.E.D.U.. Da quel che diranno quei giudici, probabilmente, dipenderà anche la sentenza sul processo D1.1.