Politica
Piattaforme attrezzate sul litorale, la parola al PD Giovinazzo
Una nota per far conoscere la posizione della segreteria guidata da Mimmo Brancato
Giovinazzo - sabato 20 maggio 2023
Da settimane si rincorrono le polemiche sull'allestimento delle piattaforme attrezzate sul litorale di Ponente, a Giovinazzo. PVA ha manifestato la sua contrarietà netta, l'amministrazione comunale ha ribadito, attraverso una intervista rilasciataci dal sindaco Michele Sollecito, di essere nel pieno diritto e di aver ottenuto tutti i pareri favorevoli per permettere ai privati di fare impresa.
Non si era ancora udita la voce del Partito Democratico, che invece nelle scorse ore ha espresso chiaramente la propria posizione attraverso una nota diffusa anche via social network.
Nota che vi proponiamo integralmente e che solleva alcuni dubbi sull'operato degli amministratori.
«Ormai da qualche settimana Giovinazzo si è divisa sulla questione "Pedana", che si è trasformata in un dibattito più generale sull'opportunità o meno di affidare la gestione di tratti di spiaggia pubblica a privati.
Come è noto queste opere sono il frutto di una pianificazione voluta qualche anno fa da vecchi e attuali membri dell'amministrazione.
Se è vero che nulla si può oggi contestare dal punto di vista formale sulla legittimità di quest'opera che, fin dalla posa della prima pietra (o meglio paletto sulla pietra), è subito sembrata esteticamente molto impattante e per molti inappropriata al luogo, è vero anche che, come sezione, non possiamo e non vogliamo esimerci dall'essere vigili su ciò che sorgerà sulle nostre spiagge.
In seguito a un confronto interno, la sezione locale del PD ha deciso di attendere la fine dei lavori di realizzazione di questa e delle altre opere previste dallo stesso bando e sorvegliare affinché siano realizzate solo le opere previste dalle concessioni e dai permessi a costruire attualmente attivi e siano effettivamente resi disponibili alla cittadinanza i servizi promessi.
Vogliamo farci portavoce dei molti che fino ad oggi hanno utilizzato quel tratto di spiaggia e che oggi nutrono delle perplessità circa la libera fruizione di un bene pubblico. La spiaggia libera attrezzata deve assicurare servizi gratuiti come igiene e sicurezza, nonché l'accesso libero a tutti, e servizi aggiuntivi a pagamento.
Non è nostra intenzione farci trascinare nelle stucchevoli polemiche che stanno impazzando sui social. È chiaro a tutti che la narrazione, secondo la quale chi non è d'accordo con la realizzazione di questo progetto è automaticamente contro l'imprenditoria e chi invece lo difende è promotore dello sviluppo della nostra città, è approssimativa e semplicistica.
Crediamo che in un paese a vocazione turistica sia giusto dare la possibilità di fare investimenti nel rispetto di quanto le leggi prescrivono.
Tuttavia non sempre il solo rispetto della legge è sufficiente a fare di un progetto un buon progetto. Occorre di volta in volta valutare le singole proposte, non solo dal punto di vista tecnico e regolatorio, ma facendo anche delle considerazioni di natura estetica, di impatto ambientale e soprattutto tenendo in considerazione il valore che il luogo ha per chi lo abita.
Secondo noi, l'iniziativa di investitori del settore turistico è positiva e va incoraggiata; la discutibilità di alcuni progetti non è da cercare nell'attività imprenditoriale in sé, quanto nell'incapacità delle amministrazioni alle volte di indirizzare tale attività, programmando progetti ben strutturati, che siano effettivamente motore dell'economia del territorio e non solo manovre elettorali a vantaggio dei (soliti) pochi.
Riguardo il progetto in questione, è lecito chiedersi se non sarebbe stato meglio recuperare le spiagge che per incuria sono state abbandonate o per erosione del mare sono inagibili da anni, piuttosto che togliere ai cittadini una delle spiagge più belle e più caratteristiche del nostro paese, tra l'altro costituita da falesie che risultano risalire all'era mesozoica. Sarebbe stato forse più intelligente sfruttare questa opportunità per abbattere le tante barriere architettoniche esistenti e migliorare i servizi alla balneabilità dei cittadini Giovinazzesi.
Di certo non mancano in Puglia esempi virtuosi e lungimiranti di progetti di riqualificazione delle coste. Nella vicina Bari, nelle zone di San Girolamo (opera finita), Torre Quetta o Pane e Pomodoro, non ci si è accontentati di costruire palafitte sugli scogli, ma sono state realizzate opere ingegneristiche complesse, pensate per un utilizzo non solo stagionale.
In attesa di sviluppi, saremo attenti a vigilare sul rispetto dei diritti della collettività per il miglioramento di quei servizi ad oggi inefficienti o del tutto assenti».
Partito Democratico Giovinazzo
Non si era ancora udita la voce del Partito Democratico, che invece nelle scorse ore ha espresso chiaramente la propria posizione attraverso una nota diffusa anche via social network.
Nota che vi proponiamo integralmente e che solleva alcuni dubbi sull'operato degli amministratori.
«Ormai da qualche settimana Giovinazzo si è divisa sulla questione "Pedana", che si è trasformata in un dibattito più generale sull'opportunità o meno di affidare la gestione di tratti di spiaggia pubblica a privati.
Come è noto queste opere sono il frutto di una pianificazione voluta qualche anno fa da vecchi e attuali membri dell'amministrazione.
Se è vero che nulla si può oggi contestare dal punto di vista formale sulla legittimità di quest'opera che, fin dalla posa della prima pietra (o meglio paletto sulla pietra), è subito sembrata esteticamente molto impattante e per molti inappropriata al luogo, è vero anche che, come sezione, non possiamo e non vogliamo esimerci dall'essere vigili su ciò che sorgerà sulle nostre spiagge.
In seguito a un confronto interno, la sezione locale del PD ha deciso di attendere la fine dei lavori di realizzazione di questa e delle altre opere previste dallo stesso bando e sorvegliare affinché siano realizzate solo le opere previste dalle concessioni e dai permessi a costruire attualmente attivi e siano effettivamente resi disponibili alla cittadinanza i servizi promessi.
Vogliamo farci portavoce dei molti che fino ad oggi hanno utilizzato quel tratto di spiaggia e che oggi nutrono delle perplessità circa la libera fruizione di un bene pubblico. La spiaggia libera attrezzata deve assicurare servizi gratuiti come igiene e sicurezza, nonché l'accesso libero a tutti, e servizi aggiuntivi a pagamento.
Non è nostra intenzione farci trascinare nelle stucchevoli polemiche che stanno impazzando sui social. È chiaro a tutti che la narrazione, secondo la quale chi non è d'accordo con la realizzazione di questo progetto è automaticamente contro l'imprenditoria e chi invece lo difende è promotore dello sviluppo della nostra città, è approssimativa e semplicistica.
Crediamo che in un paese a vocazione turistica sia giusto dare la possibilità di fare investimenti nel rispetto di quanto le leggi prescrivono.
Tuttavia non sempre il solo rispetto della legge è sufficiente a fare di un progetto un buon progetto. Occorre di volta in volta valutare le singole proposte, non solo dal punto di vista tecnico e regolatorio, ma facendo anche delle considerazioni di natura estetica, di impatto ambientale e soprattutto tenendo in considerazione il valore che il luogo ha per chi lo abita.
Secondo noi, l'iniziativa di investitori del settore turistico è positiva e va incoraggiata; la discutibilità di alcuni progetti non è da cercare nell'attività imprenditoriale in sé, quanto nell'incapacità delle amministrazioni alle volte di indirizzare tale attività, programmando progetti ben strutturati, che siano effettivamente motore dell'economia del territorio e non solo manovre elettorali a vantaggio dei (soliti) pochi.
Riguardo il progetto in questione, è lecito chiedersi se non sarebbe stato meglio recuperare le spiagge che per incuria sono state abbandonate o per erosione del mare sono inagibili da anni, piuttosto che togliere ai cittadini una delle spiagge più belle e più caratteristiche del nostro paese, tra l'altro costituita da falesie che risultano risalire all'era mesozoica. Sarebbe stato forse più intelligente sfruttare questa opportunità per abbattere le tante barriere architettoniche esistenti e migliorare i servizi alla balneabilità dei cittadini Giovinazzesi.
Di certo non mancano in Puglia esempi virtuosi e lungimiranti di progetti di riqualificazione delle coste. Nella vicina Bari, nelle zone di San Girolamo (opera finita), Torre Quetta o Pane e Pomodoro, non ci si è accontentati di costruire palafitte sugli scogli, ma sono state realizzate opere ingegneristiche complesse, pensate per un utilizzo non solo stagionale.
In attesa di sviluppi, saremo attenti a vigilare sul rispetto dei diritti della collettività per il miglioramento di quei servizi ad oggi inefficienti o del tutto assenti».
Partito Democratico Giovinazzo