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Attualità

Piano Urbanistico Generale, le considerazioni dello SPI-CGIL

Sotto la lente di ingrandimento del sindacato pensionati l'idea di città del futuro, con uno sguardo attento alle prospettive per la terza età

Lo SPI, sindacato pensionati della CGIL, ha sempre avuto attenzione e interesse alla qualità della vita e dell'abitare sociale nei contesti urbani sempre più complessi.
La lega SPI di Giovinazzo, poiché il PUG è destinato a disegnare il futuro urbanistico della città per i prossimi decenni, consapevole del proprio ruolo nella difesa dei diritti e con massimo rispetto alla vita dei pensionati e degli anziani, ha presentato le seguenti osservazioni che portiamo a conoscenza della città.

«Il PUG appena adottato dal Consiglio comunale di Giovinazzo traguarda una popolazione di progetto di circa 24.055 unità a fronte di una popolazione residente di 19.368 (rivedendo decisamente per quasi la metà l'irrealistico obiettivo perseguito nel vecchio PRG di un aumento della popolazione di circa 8.500 abitanti). Questo nuovo limite, anch'esso decisamente più alto di ogni realistica previsione (gli scenari più accreditati vedono per Giovinazzo al 2030 un ulteriore probabile calo fino a circa 17 mila abitanti), comunque non fa in alcun modo i conti con una delle più rilevanti risultanze delle dinamiche demografiche in atto nella nostra cittadina, e più in generale in Italia e nel nostro Mezzogiorno: l'invecchiamento progressivo della popolazione con il conseguente mutamento della struttura sociale e delle vocazioni produttive. Ad oggi la percentuale di anziani (oltre i 65 anni) sulla popolazione complessiva risulta aumentata dal 15,3% dei primi del secolo al 25% del 2022, mentre quella dei giovani fino a 16 anni risulta decurtata dal 15,5% iniziale all'attuale 12%.

Il risultato complessivo - in linea con gli andamenti generali nazionali, regionali e metropolitani - è un pesantissimo aumento dell'«indice di dipendenza strutturale», ovvero del rapporto tra popolazione inattiva e popolazione in età di lavoro. Vale a dire che, mentre nel 2002 poco più di 44 persone inattive gravavano su ogni 100 persone in età di lavoro, oggi sono ben 59 gli inattivi che pesano sulle spalle delle 100 persone teoricamente attive. Alla luce di questi dati non può che risultare decisamente, se non irrealisticamente, ottimistico lo scenario dipinto dalle previsioni generali del PUG tutte affidate - come si può leggere a p. 164 della "Relazione generale" - alle "attrattive turistico-balneari e paesaggistico-ambientali".

Vale la pena anche di sottolineare come di fatto i mutamenti demografici in atto nella nostra cittadina siano di fatto quasi del tutto trascurati nella corposa documentazione in cui si articola questo nuovo sforzo di progettazione urbanistica: basti considerare la pratica assenza del termine 'anziani' - e suoi sinonimi - in tutti i documenti ora all'esame del Consiglio comunale, compresi quelli preparatori del DPP. Il tutto ulteriormente confermato anche dalla vaghezza con cui viene affrontata la questione della ricettività turistica nel nostro Comune: solo nei documenti preparatori vi è una descrizione della capacità ricettiva, ferma però - soprattutto rispetto ai più recenti sviluppi - ad una rilevazione delle attività extra-alberghiere - ovvero case-vacanza e B&B - assolutamente irrealistica.

Si citano infatti circa 10 unità a fronte delle oltre 140 varie strutture censite dal «Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere», per non parlare di quanto si può rinvenire in rete attivando la ricerca di un alloggio nel nostro territorio. Questa vaghezza generale trova inoltre un suo ulteriore limite quando ci si confronta con i dati complessivi delle presenze turistiche attivate dal nostro territorio. Di fatto, alla luce dei dati annualmente pubblicati da "Puglia Promozione» - citati tra l'altro per il 2017-2018 nella documentazione preparatoria del DPP - attiriamo ormai da circa un ventennio, nei periodi felici, un numero di turisti di poco superiore ai 100 mila. Una stasi di fatto preoccupante rispetto alle dinamiche che da alcuni anni riscontriamo in regione, nella provincia di Bari tutte e in alcuni comuni abbastanza simili al nostro sia per struttura sia per vocazione turistica quali, ad esempio, Polignano, Alberobello o Monopoli: tutte realtà che hanno visto raddoppiare quando non triplicare le loro presenze turistiche.

Alla luce di questi dati - tutti facilmente riscontrabili - non si comprendono le proiezioni per il futuro di fatto tracciate confidando quasi esclusivamente sulle vocazioni e attrattive del turismo giovinazzese. Rispetto a questi dati, si possono osservare nella documentazione attualmente consegnata nel PUG scarsi riferimenti ai bisogni di edilizia sociale per gli anziani. Comprendiamo anche che in questa fase della programmazione urbanistica non si possa dar luogo ad impegni estremamente particolareggiati. Sarebbe auspicabile però una attenzione maggiore a queste tematiche.

Cosa ne sarà di rilevanti edifici pubblici oggi di fatto esposti a forme di degrado intollerabili? Già un vecchio asilo di fatto è stato destinato ad area di parcheggio: una questione quella delle aree di parcheggio vieppiù acuita oggi da discutibili e di fatto inutilizzate destinazioni ciclabili imposte. Altri edifici pubblici attendono una più compiuta destinazione: si pensi all'Istituto Vittorio Emanuele II, oggi di fatto abbandonato all'incuria. Alla luce inoltre delle succitate dinamiche demografiche è anche possibile che altre decisioni dovranno essere assunte per strutture pubbliche da sempre destinate alla popolazione più giovane.

È possibile pensare - alla luce delle crescenti iniziative soprattutto private rivolte nel nostro Comune all'assistenza della popolazione anziana - a forme di edilizia sociale rivolte in particolare agli anziani e ai loro bisogni? In realtà a noi vicine si è assistito negli ultimi anni alla nascita di «case famiglia» o ad altre forme di condominio sociale. Cosa è possibile oggi prevedere in merito nel PUG attualmente in esame?».

SPI-CGIL GIOVINAZZO
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