Politica
«Perché il Vicesindaco Michele Sollecito deve dimettersi»
Una nota della coalizione a supporto di Daniele de Gennaro
Giovinazzo - sabato 25 febbraio 2017
0.35
Vi riportiamo integralmente la nota della coalizione a supporto di Daniele de Gennaro nella corsa a Palazzo di Città sulla vicenda delle indennità del Vicesindaco, Michele Sollecito. Ricordiamo, per completezza, che a quest'ultimo è stato offerto spazio per replica a quanto scritto in questa missiva ed i medesimi spazi.
«Durante le comunicazioni del Sindaco di sabato scorso, il vicesindaco dott. Michele Sollecito, con evidente imbarazzo, annunciava alla platea di aver percepito come indennità di funzione somme indebite per il suo stato di lavoratore dipendente.
All'apparenza potrebbe sembrare una semplice auto-denuncia di un onesto amministratore che in autotutela ha tenuto ad informare il Comune e la cittadinanza.
Ma così non è. Ed a dirlo sono proprio i documenti ufficiali.
In data 22 febbraio, pochi giorni dopo l'ammissione del Vicesindaco, viene pubblicata la determina di rimborso delle somme indebitamente percepite (più di 22 mila euro), dalla quale si evince chiaramente che il dott. Sollecito ha omesso per ben tre anni di comunicare al Comune di Giovinazzo il suo nuovo status di lavoratore dipendente.
A sorprendere di più, e rendere a nostro parere ancora più grave la vicenda, è che la notifica al Comune era stata presentata già l'8 agosto 2016, ben sei mesi prima, mentre dal 1 settembre 2016 il dott. Sollecito iniziava a restituire le somme non dovute. Tutto ciò senza alcun atto dirigenziale che formalizzasse l'operazione. Detta in poche parole: un tentativo, peraltro maldestro, di far passare nel silenzio l'intera vicenda!
Perché riteniamo, dunque, di essere di fronte ad un atto grave?
Il Testo Unico Enti Locali (legge 267/2000, art. 82) prevede che i pubblici amministratori percepiscano l'indennità intera se inoccupati, pensionati, lavoratori autonomi o lavoratori dipendenti in aspettativa.
Il dott. Sollecito nel 2012, al momento della nomina a Vicesindaco e Assessore con delega alla Legalità e Trasparenza, ha prodotto una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà in cui dichiarava di essere inoccupato. Quindi era pienamente consapevole di aver firmato un atto necessario a ottenere l'indennità in misura intera.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: come mai il dott. Sollecito, quando nell'agosto 2013 è stato assunto dalla cooperativa di cui è socio, non ha dichiarato al Comune la sua variazione di stato che non gli avrebbe più permesso di poter riscuotere l'intera indennità di funzione? Poteva egli, nel suo ruolo, non essere a conoscenza di ciò che avrebbe dovuto fare?
In un caso analogo (sentenza 574 del 10/09/2013), la Corte dei Conti ha condannato un assessore per indebita percezione, dolo e colpa grave, riconoscendo un danno erariale da ricondurre alla condotta omissiva/dolosa, in quanto consapevole.
Perciò, un Vicesindaco, per di più Assessore con delega alla Legalità e Trasparenza, è tenuto a conoscere le materie di sua competenza e non può difendersi proclamandosi inesperto. Tanto più perché il Dott. Sollecito, da tutti considerato competente, oltre che assiduo frequentatore dei corsi ANCI, aveva personalmente presentato quella dichiarazione di inoccupazione al momento della nomina. Nell'atteggiamento del dott. Sollecito pertanto, interpretando l'orientamento della Corte dei Conti, sarebbe ravvisabile anche il danno erariale per l'Ente comunale.
Ci sono ancora altri aspetti da considerare, più attinenti all'etica di comportamento.
Può l'assessore alla Legalità e Trasparenza nascondere per mesi (SEI) ai cittadini una notizia così importante riguardante la propria persona?
E come è stato possibile, sul piano formale, procedere al recupero delle somme non spettanti senza che vi sia stato un atto pubblico (determina del Dirigente Servizio Finanziario)?
Chi, insieme al vicesindaco, si è assunto la responsabilità tecnica e politica di nascondere questo spiacevole incidente, tentando di non lasciare tracce "visibili" dell'accaduto; salvo poi dover riparare - con imbarazzante ritardo - al grossolano errore? Poteva tutto ciò avvenire senza il mancato assenso del nostro Sindaco?
Alla luce dei fatti su esposti, che il dott. Sollecito abbia poi fatto mea culpa e stia restituendo la somma indebitamente acquisita, è un bene, ma, sia chiaro, è solo un atto dovuto. Nessun merito in questo. Nessuna comprovazione di onestà a riparare ad un torto commesso. Nessun gesto da applaudire o da difendere a scudi levati per "lesa maestà".
Noi riteniamo che quanto successo sia intollerabile ed inescusabile La superficialità e disattenzione nell'omettere queste dovute comunicazioni è l'ennesimo atto che denota, da parte dei nostri amministratori, mancanza di rispetto per i cittadini e per le regole. E non può essere considerato mero errore del dirigente o del commercialista il non aver comunicato quella posizione agli organi competenti.
Non ci troviamo di fronte ad un errore, ma ad una colpevole OMISSIONE.
PrimaVera Alternativa, Sinistra Italiana, Abbracciamo la Città e Per Daniele de Gennaro Sindaco ritengono, per quanto prima esposto, che ci siano elementi più che sufficienti per chiedere le dimissioni del dott. Sollecito e per richiedere chiarezza su altre eventuali complicità politiche. Possibilmente senza cercare, come al solito, di scaricare le responsabilità su funzionari o terzi».
«Durante le comunicazioni del Sindaco di sabato scorso, il vicesindaco dott. Michele Sollecito, con evidente imbarazzo, annunciava alla platea di aver percepito come indennità di funzione somme indebite per il suo stato di lavoratore dipendente.
All'apparenza potrebbe sembrare una semplice auto-denuncia di un onesto amministratore che in autotutela ha tenuto ad informare il Comune e la cittadinanza.
Ma così non è. Ed a dirlo sono proprio i documenti ufficiali.
In data 22 febbraio, pochi giorni dopo l'ammissione del Vicesindaco, viene pubblicata la determina di rimborso delle somme indebitamente percepite (più di 22 mila euro), dalla quale si evince chiaramente che il dott. Sollecito ha omesso per ben tre anni di comunicare al Comune di Giovinazzo il suo nuovo status di lavoratore dipendente.
A sorprendere di più, e rendere a nostro parere ancora più grave la vicenda, è che la notifica al Comune era stata presentata già l'8 agosto 2016, ben sei mesi prima, mentre dal 1 settembre 2016 il dott. Sollecito iniziava a restituire le somme non dovute. Tutto ciò senza alcun atto dirigenziale che formalizzasse l'operazione. Detta in poche parole: un tentativo, peraltro maldestro, di far passare nel silenzio l'intera vicenda!
Perché riteniamo, dunque, di essere di fronte ad un atto grave?
Il Testo Unico Enti Locali (legge 267/2000, art. 82) prevede che i pubblici amministratori percepiscano l'indennità intera se inoccupati, pensionati, lavoratori autonomi o lavoratori dipendenti in aspettativa.
Il dott. Sollecito nel 2012, al momento della nomina a Vicesindaco e Assessore con delega alla Legalità e Trasparenza, ha prodotto una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà in cui dichiarava di essere inoccupato. Quindi era pienamente consapevole di aver firmato un atto necessario a ottenere l'indennità in misura intera.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: come mai il dott. Sollecito, quando nell'agosto 2013 è stato assunto dalla cooperativa di cui è socio, non ha dichiarato al Comune la sua variazione di stato che non gli avrebbe più permesso di poter riscuotere l'intera indennità di funzione? Poteva egli, nel suo ruolo, non essere a conoscenza di ciò che avrebbe dovuto fare?
In un caso analogo (sentenza 574 del 10/09/2013), la Corte dei Conti ha condannato un assessore per indebita percezione, dolo e colpa grave, riconoscendo un danno erariale da ricondurre alla condotta omissiva/dolosa, in quanto consapevole.
Perciò, un Vicesindaco, per di più Assessore con delega alla Legalità e Trasparenza, è tenuto a conoscere le materie di sua competenza e non può difendersi proclamandosi inesperto. Tanto più perché il Dott. Sollecito, da tutti considerato competente, oltre che assiduo frequentatore dei corsi ANCI, aveva personalmente presentato quella dichiarazione di inoccupazione al momento della nomina. Nell'atteggiamento del dott. Sollecito pertanto, interpretando l'orientamento della Corte dei Conti, sarebbe ravvisabile anche il danno erariale per l'Ente comunale.
Ci sono ancora altri aspetti da considerare, più attinenti all'etica di comportamento.
Può l'assessore alla Legalità e Trasparenza nascondere per mesi (SEI) ai cittadini una notizia così importante riguardante la propria persona?
E come è stato possibile, sul piano formale, procedere al recupero delle somme non spettanti senza che vi sia stato un atto pubblico (determina del Dirigente Servizio Finanziario)?
Chi, insieme al vicesindaco, si è assunto la responsabilità tecnica e politica di nascondere questo spiacevole incidente, tentando di non lasciare tracce "visibili" dell'accaduto; salvo poi dover riparare - con imbarazzante ritardo - al grossolano errore? Poteva tutto ciò avvenire senza il mancato assenso del nostro Sindaco?
Alla luce dei fatti su esposti, che il dott. Sollecito abbia poi fatto mea culpa e stia restituendo la somma indebitamente acquisita, è un bene, ma, sia chiaro, è solo un atto dovuto. Nessun merito in questo. Nessuna comprovazione di onestà a riparare ad un torto commesso. Nessun gesto da applaudire o da difendere a scudi levati per "lesa maestà".
Noi riteniamo che quanto successo sia intollerabile ed inescusabile La superficialità e disattenzione nell'omettere queste dovute comunicazioni è l'ennesimo atto che denota, da parte dei nostri amministratori, mancanza di rispetto per i cittadini e per le regole. E non può essere considerato mero errore del dirigente o del commercialista il non aver comunicato quella posizione agli organi competenti.
Non ci troviamo di fronte ad un errore, ma ad una colpevole OMISSIONE.
PrimaVera Alternativa, Sinistra Italiana, Abbracciamo la Città e Per Daniele de Gennaro Sindaco ritengono, per quanto prima esposto, che ci siano elementi più che sufficienti per chiedere le dimissioni del dott. Sollecito e per richiedere chiarezza su altre eventuali complicità politiche. Possibilmente senza cercare, come al solito, di scaricare le responsabilità su funzionari o terzi».