Territorio
«Per San Pietro Pago è necessario un progetto unico e univoco»
Gli ampi stralci di una lettera aperta indirizzata al sindaco
Giovinazzo - sabato 31 gennaio 2015
13.24
«La vicenda "discarica", ormai ha raggiunto un livello inaspettato di allerta, soprattutto dopo la "vittoria", conseguita dal costituito movimento popolare, della revoca della sua ordinanza del novembre scorso. Il risultato in sé ha illuso tutti che potesse cessare finalmente l'attività di smaltimento di rifiuti presso il sito di San Pietro Pago, mentre le informazioni che ci giungono lasciano intendere che Giovinazzo corre ancora il rischio di dover accogliere nella discarica di proprietà comunale una altra ondata di rifiuti provenienti da tutto il bacino».
È quanto si legge in una lettera aperta a firma di Filippo D'Attolico indirizzata al sindaco Tommaso Depalma e pubblicata sul periodico "in Città". «Non possiamo permetterci più di accogliere quei rifiuti - si legge nella lettera - se non altro per non generare una forma di civile ribellione da parte della gente. Lei signor Sindaco deve evitare in ogni modo che possa succedere qualcosa di questo genere e che la situazione possa degenerare in vivaci contrasti o azioni di protesta incontrollabile».
Il richiamo al sindaco è alla assunzione di responsabilità che dovrebbe avere nei confronti dei suoi concittadini. «Le responsabilità vanno oltre il suo ruolo istituzionale e la sua persona - scrive ancora D'Attolico -. È l'assise cittadina l'unica autorità, legittimata ad esprimersi per azionare con ogni forza e determinazione una soluzione alla annosa questione della sorte degli impianti presso la discarica comunale». Il riferimento è all'ordinanza che ha permesso la riprofilatura dei primi tre lotti della discarica, firmata da Depalma senza coinvolgere il consiglio comunale e quindi la città. Avere il sostegno della massima assise cittadina legittimerebbe «le attese e le aspettative irrinunciabili della nostra gente».
Quella stessa gente che non ritiene più che le decisioni sulla discarica di San Pietro Pago siano prese altrove a discapito delle volontà dei giovinazzesi. «È estremamente necessario in questo momento - conclude la lettera - che ci sia un progetto chiaro e definito di ciò che si intende realizzare in quell'area ridotta a vergogna di paesaggio deturpato da una forza incontrollata che l'ha degradata fino a tal punto. Si è certi che la città lo capirebbe e forse lo approverebbe. Un progetto che andasse oltre il semplice "no" alla discarica e che divenisse per Giovinazzo e per coloro che ci abitano un significativo motivo per un futuro da vivere in tutta sicurezza».
È quanto si legge in una lettera aperta a firma di Filippo D'Attolico indirizzata al sindaco Tommaso Depalma e pubblicata sul periodico "in Città". «Non possiamo permetterci più di accogliere quei rifiuti - si legge nella lettera - se non altro per non generare una forma di civile ribellione da parte della gente. Lei signor Sindaco deve evitare in ogni modo che possa succedere qualcosa di questo genere e che la situazione possa degenerare in vivaci contrasti o azioni di protesta incontrollabile».
Il richiamo al sindaco è alla assunzione di responsabilità che dovrebbe avere nei confronti dei suoi concittadini. «Le responsabilità vanno oltre il suo ruolo istituzionale e la sua persona - scrive ancora D'Attolico -. È l'assise cittadina l'unica autorità, legittimata ad esprimersi per azionare con ogni forza e determinazione una soluzione alla annosa questione della sorte degli impianti presso la discarica comunale». Il riferimento è all'ordinanza che ha permesso la riprofilatura dei primi tre lotti della discarica, firmata da Depalma senza coinvolgere il consiglio comunale e quindi la città. Avere il sostegno della massima assise cittadina legittimerebbe «le attese e le aspettative irrinunciabili della nostra gente».
Quella stessa gente che non ritiene più che le decisioni sulla discarica di San Pietro Pago siano prese altrove a discapito delle volontà dei giovinazzesi. «È estremamente necessario in questo momento - conclude la lettera - che ci sia un progetto chiaro e definito di ciò che si intende realizzare in quell'area ridotta a vergogna di paesaggio deturpato da una forza incontrollata che l'ha degradata fino a tal punto. Si è certi che la città lo capirebbe e forse lo approverebbe. Un progetto che andasse oltre il semplice "no" alla discarica e che divenisse per Giovinazzo e per coloro che ci abitano un significativo motivo per un futuro da vivere in tutta sicurezza».