Eventi e cultura
"Per le ardue vie celesti", quando l’arte incontra la fede
Chiude domani sera la mostra fotografica dedicata ad Adolfo Rollo
Giovinazzo - sabato 19 settembre 2015
«Questo mio ultimo lavoro non voglio chiamarlo un quadro e nemmeno un disegno; voglio chiamarlo solo uno scritto che esprima la mia fede in Cristo Dio».
Recita così la frase iniziale della targa posta accanto all'ultimo capolavoro di Adolfo Rollo, che ricopre la parete di ingresso dell'omonima sala del Convento dei Frati Cappuccini, dove è stata allestita la mostra dedicata allo scultore. L'opera, intitolata «Quando sarò sollevato sulla terra allora attirerò tutti a me» ,in riferimento al brano del Vangelo secondo Giovanni (12, 20-33), suona come un vero e proprio testamento dell'autore, che si definiva con umiltà «artista figurativo di arte sacra», e dà un filo conduttore definito a tutta l'esposizione.
La struttura della mostra in tre sezioni, ovvero Architettura, Scultura e Pittura, traccia quella ricerca artistica che Rollo volle attuare nel corso della sua lunga e prolifica carriera e testimonia inoltre il messaggio che affidò alle sue opere. Gesù ed il suo sacrificio sono infatti il soggetto privilegiato dello scultore, che realizzò circa trecento crocifissi, tra cui degno di maggiore nota è sicuramente quello della Chiesa della Santa Croce di Casamassima, ritenuto uno dei suoi capolavori più significativi, non solo per i suoi tre metri di altezza, ma soprattutto per il momento rappresentato. Cristo, con il capo rivolto verso l'alto, viene infatti ritratto mentre invoca perdono per i suoi crocifissori.
La centralità del Cristo, sentito da Rollo come l'unica guida capace di condurre l'uomo fuori dall'oscurità, è ricorrente anche nelle altre opere presenti nella sala, fotografate dallo Studio Guglielmi di Castellana. Molti gli scatti delle opere situate ad Alberobello, Bari, Casamassima, Fasano, ma moltissime quelle realizzate a Giovinazzo, soprattutto per il Convento dei Frati Cappuccini di Giovinazzo, dove si ritirò e morì nel 1985. "I flagellati", "Cristo accogliente", i particolari del portale della Chiesa del Crocifisso ed altre opere presenti nella nostra città mostrano un bisogno assoluto da parte dell'artista di coniugare la perfezione dell'arte alla perfezione della vita vissuta in Cristo.
A far conoscere ulteriormente ai visitatori la produzione e la sensibilità artistica di Adolfo Rollo, un video che è stato proiettato mercoledì scorso nel corso della mostra.
Sarà possibile visitare "Per le ardue vie celesti" fino a domani alle ore 20.00. In seguito, la mostra itinerante avrà altre due tappe: la chiesa della Madonna del Carmine di Bari vecchia dal 21 al 26 settembre ed infine la Basilica di Santa Fara dal 28 settembre al 6 ottobre. L'iniziativa non è che l'inizio di una serie di manifestazioni del Comitato nato per i trent'anni dalla morte dell'artista, tra cui un'esposizione più ampia e dettagliata che sarà realizzata entro la fine dell'anno ad Alberobello e pubblicazioni che mirino a recensire e ad analizzare le opere sparse per il territorio nazionale e per il mondo.
D'ora in poi, quello che fino a qualche anno fa era conosciuto come lo scultore "senza nome", per la sua tendenza a non firmare le opere ed a rimanere nell'ombra, passerà certamente alla storia come uno dei più grandi artisti italiani di arte sacra. Un orgoglio pugliese, di cui si conosce ancora molto poco ed il cui valore merita di essere portato alla luce del sole e riconosciuto.
Recita così la frase iniziale della targa posta accanto all'ultimo capolavoro di Adolfo Rollo, che ricopre la parete di ingresso dell'omonima sala del Convento dei Frati Cappuccini, dove è stata allestita la mostra dedicata allo scultore. L'opera, intitolata «Quando sarò sollevato sulla terra allora attirerò tutti a me» ,in riferimento al brano del Vangelo secondo Giovanni (12, 20-33), suona come un vero e proprio testamento dell'autore, che si definiva con umiltà «artista figurativo di arte sacra», e dà un filo conduttore definito a tutta l'esposizione.
La struttura della mostra in tre sezioni, ovvero Architettura, Scultura e Pittura, traccia quella ricerca artistica che Rollo volle attuare nel corso della sua lunga e prolifica carriera e testimonia inoltre il messaggio che affidò alle sue opere. Gesù ed il suo sacrificio sono infatti il soggetto privilegiato dello scultore, che realizzò circa trecento crocifissi, tra cui degno di maggiore nota è sicuramente quello della Chiesa della Santa Croce di Casamassima, ritenuto uno dei suoi capolavori più significativi, non solo per i suoi tre metri di altezza, ma soprattutto per il momento rappresentato. Cristo, con il capo rivolto verso l'alto, viene infatti ritratto mentre invoca perdono per i suoi crocifissori.
La centralità del Cristo, sentito da Rollo come l'unica guida capace di condurre l'uomo fuori dall'oscurità, è ricorrente anche nelle altre opere presenti nella sala, fotografate dallo Studio Guglielmi di Castellana. Molti gli scatti delle opere situate ad Alberobello, Bari, Casamassima, Fasano, ma moltissime quelle realizzate a Giovinazzo, soprattutto per il Convento dei Frati Cappuccini di Giovinazzo, dove si ritirò e morì nel 1985. "I flagellati", "Cristo accogliente", i particolari del portale della Chiesa del Crocifisso ed altre opere presenti nella nostra città mostrano un bisogno assoluto da parte dell'artista di coniugare la perfezione dell'arte alla perfezione della vita vissuta in Cristo.
A far conoscere ulteriormente ai visitatori la produzione e la sensibilità artistica di Adolfo Rollo, un video che è stato proiettato mercoledì scorso nel corso della mostra.
Sarà possibile visitare "Per le ardue vie celesti" fino a domani alle ore 20.00. In seguito, la mostra itinerante avrà altre due tappe: la chiesa della Madonna del Carmine di Bari vecchia dal 21 al 26 settembre ed infine la Basilica di Santa Fara dal 28 settembre al 6 ottobre. L'iniziativa non è che l'inizio di una serie di manifestazioni del Comitato nato per i trent'anni dalla morte dell'artista, tra cui un'esposizione più ampia e dettagliata che sarà realizzata entro la fine dell'anno ad Alberobello e pubblicazioni che mirino a recensire e ad analizzare le opere sparse per il territorio nazionale e per il mondo.
D'ora in poi, quello che fino a qualche anno fa era conosciuto come lo scultore "senza nome", per la sua tendenza a non firmare le opere ed a rimanere nell'ombra, passerà certamente alla storia come uno dei più grandi artisti italiani di arte sacra. Un orgoglio pugliese, di cui si conosce ancora molto poco ed il cui valore merita di essere portato alla luce del sole e riconosciuto.