Vita di città
Peppino Cervone ricorda l'amico Jerry Scivetti
Il 1° aprile scorso la scomparsa del giovinazzese a New York
Giovinazzo - venerdì 24 aprile 2020
07.00
Il 1° aprile scorso, il Covid 19 si è portato via Jerry Scivetti, un pezzo di Giovinazzo nella Grande Mela. Affabile, disponibile con tutti i suoi concittadini, oltreoceano Jerry (in foto col suo taxi qualche anno fa) era un punto di riferimento per i tanti italiani di Puglia che cercano fortuna negli States, o semplicemente ci vanno per turismo o per problemi di salute.
Tra gli amici di sempre, tra quelli che più sono rimasti sconvolti dalla notizia della sua morte in modo così terribile, ci sono sicuramente Peppino e Francesco Cervone, padre e figlio, legatissimi alla famiglia Scivetti.
Proprio Peppino, una vita nell'imprenditoria e nello sport giovinazzese, ha così voluto ricordare l'amico che non c'è più: «Jerry viveva nel Queens ed era stato presidente dell'Associazione Sant'Antonio dei giovinazzesi d'America. Per assaporare le sue radici e reincontrare gli amici, ogni anno veniva a Giovinazzo in agosto, in occasione della nostra Festa Patronale. E per lui era come rituffarsi nell'infanzia, respirare l'aria di casa, che lo inebriavano, nonostante negli USA avesse costruito la sua esistenza.
Lui era una persona cordiale, affettuoso e sempre sorridente - continua Peppino Cervone -. Molte ore della sua giornata le trascorreva in mia compagnia, assieme ad un altro carissimo amico, l'ormai famosissimo Nick Prudente (per tutti U' Cont), anch'egli punto di riferimento per la nostra comunità a New York. Le passeggiate in piazza, sul nostro amato mare, tra i nostri amici del posto incanutiti, ma pronti a salutarlo come un pezzo di noi che è stato via solo qualche giorno.
Jerry Scivetti era autenticamente - sottolinea Cervone - persona molto disponibile con tutti i giovinazzesi che si recavano nella "Grande Mela" in cui faceva il tassista. Ricordo quando andai con mio figlio Massimo per necessità di cure in America, lui ci accompagnava con il suo taxi un po' ovunque, mostrando un grande cuore in un momento di enorme difficoltà per la nostra famiglia.
Ecco - conclude -, io lo voglio ricordare così com'era, sempre sorridente, sempre a disposizione degli altri. Lui ed il suo gran cuore.
Ciao amico mio, che ci guardi da lassù».
Tra gli amici di sempre, tra quelli che più sono rimasti sconvolti dalla notizia della sua morte in modo così terribile, ci sono sicuramente Peppino e Francesco Cervone, padre e figlio, legatissimi alla famiglia Scivetti.
Proprio Peppino, una vita nell'imprenditoria e nello sport giovinazzese, ha così voluto ricordare l'amico che non c'è più: «Jerry viveva nel Queens ed era stato presidente dell'Associazione Sant'Antonio dei giovinazzesi d'America. Per assaporare le sue radici e reincontrare gli amici, ogni anno veniva a Giovinazzo in agosto, in occasione della nostra Festa Patronale. E per lui era come rituffarsi nell'infanzia, respirare l'aria di casa, che lo inebriavano, nonostante negli USA avesse costruito la sua esistenza.
Lui era una persona cordiale, affettuoso e sempre sorridente - continua Peppino Cervone -. Molte ore della sua giornata le trascorreva in mia compagnia, assieme ad un altro carissimo amico, l'ormai famosissimo Nick Prudente (per tutti U' Cont), anch'egli punto di riferimento per la nostra comunità a New York. Le passeggiate in piazza, sul nostro amato mare, tra i nostri amici del posto incanutiti, ma pronti a salutarlo come un pezzo di noi che è stato via solo qualche giorno.
Jerry Scivetti era autenticamente - sottolinea Cervone - persona molto disponibile con tutti i giovinazzesi che si recavano nella "Grande Mela" in cui faceva il tassista. Ricordo quando andai con mio figlio Massimo per necessità di cure in America, lui ci accompagnava con il suo taxi un po' ovunque, mostrando un grande cuore in un momento di enorme difficoltà per la nostra famiglia.
Ecco - conclude -, io lo voglio ricordare così com'era, sempre sorridente, sempre a disposizione degli altri. Lui ed il suo gran cuore.
Ciao amico mio, che ci guardi da lassù».