Chiesa locale
Partecipazione e commozione per il rito della "Madonna sotto l'organo" (FOTO)
Ieri la celebrazione in Concattedrale. Don Andrea Azzollini: «La Settimana Santa periodo "scomodo"»
Giovinazzo - martedì 16 aprile 2019
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«Non siamo qui solo per un antico rito. Siamo qui per partecipare al dolore di Maria e testimoniare la nostra fede».
Le parole sono quelle di don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, che ieri sera ha ospitato il rito della "Madonna sotto l'organo", curato dall'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento.
Poco dopo le 18.00, dopo la recita del rosario, è iniziata la celebrazione eucaristica del Lunedì Santo, in una chiesa gremita di fedeli che hanno atteso il momento clou, con l'incedere lentissimo dei portatori comparsi proprio sotto l'organo a canne. Un incedere accompagnato e quasi scandito dal dialogo struggente tra l'Addolorata e Gesù ormai in croce. La Vergine che si è caricata del dolore più grande che possa patire è andata incontro al Figlio morente sulla croce, prima torturato, poi schernito ed infine spogliato.
Non ha avuto paura Maria, ha guardato negli occhi la sofferenza e poi la morte del suo unico Figlio e se ne è fatta carico. Ha caricato ancora una volta su se stessa il peso del destino che doveva compiersi e non ha mai, neanche per un attimo, abbandonato Gesù.
Il rito è stato accompagnato da una commozione costante dei fedeli presenti, a nostro avviso a testimoniare la rinascita di questo culto ritrovato e perpetrato dai confratelli dalla mantellina bianca e porpora.
«La Settimana Santa è un periodo "scomodo" - aveva detto durante l'omelia don Andrea -, perché ci invita a fare i conti con noi stessi, col nostro sentire. La Vergine Maria ci insegna che quella di suo Figlio, quella di Gesù, è stata sì passione, enorme sofferenza, ma passione "d'amore" per l'umanità».
L'ultimo dono all'uomo che lo ha deriso, non capito, processato e condannato. Unica via di salvezza, dunque, quella sofferenza e poi quella croce che segnano il confine tra un prima ed un dopo, che cambiano il destino del mondo.
Cristo in croce e Maria sofferente sono il simbolo «della nostra condizione di fragilità», come ha ricordato ancora don Azzollini. Non si sono sottratti al loro essere "umani" ed a noi, in questa Settimana, va il compito di riflettere su questo, su ciò che non riusciamo ad affrontare, sulle nostre paura, sui nostri silenzi che appaiono insormontabili e che invece hanno una soluzione univoca: quella croce che porta alla via, alla vita.
Nella nostra galleria fotografica i momenti più suggestivi del rito della Madonna sotto l'organo che ha aperto quelli della Settimana Santa. Il culmine venerdì con la processione dei Misteri.
Le parole sono quelle di don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, che ieri sera ha ospitato il rito della "Madonna sotto l'organo", curato dall'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento.
Poco dopo le 18.00, dopo la recita del rosario, è iniziata la celebrazione eucaristica del Lunedì Santo, in una chiesa gremita di fedeli che hanno atteso il momento clou, con l'incedere lentissimo dei portatori comparsi proprio sotto l'organo a canne. Un incedere accompagnato e quasi scandito dal dialogo struggente tra l'Addolorata e Gesù ormai in croce. La Vergine che si è caricata del dolore più grande che possa patire è andata incontro al Figlio morente sulla croce, prima torturato, poi schernito ed infine spogliato.
Non ha avuto paura Maria, ha guardato negli occhi la sofferenza e poi la morte del suo unico Figlio e se ne è fatta carico. Ha caricato ancora una volta su se stessa il peso del destino che doveva compiersi e non ha mai, neanche per un attimo, abbandonato Gesù.
Il rito è stato accompagnato da una commozione costante dei fedeli presenti, a nostro avviso a testimoniare la rinascita di questo culto ritrovato e perpetrato dai confratelli dalla mantellina bianca e porpora.
«La Settimana Santa è un periodo "scomodo" - aveva detto durante l'omelia don Andrea -, perché ci invita a fare i conti con noi stessi, col nostro sentire. La Vergine Maria ci insegna che quella di suo Figlio, quella di Gesù, è stata sì passione, enorme sofferenza, ma passione "d'amore" per l'umanità».
L'ultimo dono all'uomo che lo ha deriso, non capito, processato e condannato. Unica via di salvezza, dunque, quella sofferenza e poi quella croce che segnano il confine tra un prima ed un dopo, che cambiano il destino del mondo.
Cristo in croce e Maria sofferente sono il simbolo «della nostra condizione di fragilità», come ha ricordato ancora don Azzollini. Non si sono sottratti al loro essere "umani" ed a noi, in questa Settimana, va il compito di riflettere su questo, su ciò che non riusciamo ad affrontare, sulle nostre paura, sui nostri silenzi che appaiono insormontabili e che invece hanno una soluzione univoca: quella croce che porta alla via, alla vita.
Nella nostra galleria fotografica i momenti più suggestivi del rito della Madonna sotto l'organo che ha aperto quelli della Settimana Santa. Il culmine venerdì con la processione dei Misteri.