Religioni
Padre Eterno, don Azzollini: «Luogo cuore della tradizione giovinazzese»
Ieri la solennità della Trasfigurazione di Nostro Signore
Giovinazzo - domenica 7 agosto 2022
13.18
Sono stati giorni intensissimi dal punto di vista prettamente spirituale, quelli vissuti dal 3 al 6 agosto nella chiesetta rurale del Padre Eterno, nelle campagne tra Giovinazzo e Terlizzi.
Si è rinnovato, così, non solo un antico rito, ma anche il legame strettissimo tra la comunità dei credenti di Giovinazzo e quel luogo santo, immerso tra gli ulivi, simbolo secolare di devozione ed amore incondizionate a Dio ed alla Vergine Maria di Corsignano, il cui culto affonda le radici proprio in quella chiesetta, eretta poco dopo l'anno mille.
All'alba prima, poi in mattinata ed infine al tramonto di ieri, 6 agosto, sono state decine i fedeli accorsi nell'agro per celebrare la solennità della Trasfigurazione di Nostro Signore, guidati da don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta.
«Questo è un luogo che rappresenta il cuore della tradizione giovinazzese - ha ricordato il sacerdote originario di Molfetta -. Ed è da qui che dobbiamo ricominciare, trasfigurarci anche noi, lasciare da parte le divisioni, le bugie ed il pettegolezzo, essere comunità, azzerare le differenze e tornare a camminare insieme».
Si è trattato di una Triduo ed una Festa del Padre Eterno dal grande impatto emotivo, dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia. Giovinazzo ed i giovinazzesi hanno riscoperto quel filo diretto che non può non portare in quel luogo, un tempo lontano centro di una comunità semplice, come aveva ricordato venerdì 4 agosto Padre Francesco Depalo, ma che aveva una immensa fede.
Tutto ebbe inizio lì, tutto ciò che è fede e devozione nella Madonna di Corsignano è iniziato lì, in quella pieve rurale, casa del silenzio e della preghiera, nonché di suggestioni difficilmente esplicabili a parole. Ma anche, a lungo, luogo dimenticato da troppi, che non può essere ritrovo solo due volte l'anno in estate, tanto per mettere tacche di presenza per il nostro ego, in molti casi dimenticando la parte che riguarda l'aspetto più profondo del perché ci si reca lì. Occorre da parte di tutti, pertanto, un profondo esame di coscienza su cosa si cerca e si vuole da quel luogo che è, lo abbiamo già rimarcato, santo.
La comunità dei fedeli si è dunque rimessa in marcia per arrivare al 21 agosto, giorno dedicato a Maria, Madre delle Madri, e lo ha fatto rispondendo all'appello della Chiesa locale, a rinverdire ed a conservare questo culto meraviglioso.
L'auspicio di tantissimi è che quella chiesetta resti aperta una volta a settimana almeno sino all'autunno inoltrato. Sarebbe un segnale forte che clero e fedeli sono un corpo solo in grado di preservare radici, tradizione, fede ed arte racchiusi in quelle mura che trasudano storia.
Si è rinnovato, così, non solo un antico rito, ma anche il legame strettissimo tra la comunità dei credenti di Giovinazzo e quel luogo santo, immerso tra gli ulivi, simbolo secolare di devozione ed amore incondizionate a Dio ed alla Vergine Maria di Corsignano, il cui culto affonda le radici proprio in quella chiesetta, eretta poco dopo l'anno mille.
All'alba prima, poi in mattinata ed infine al tramonto di ieri, 6 agosto, sono state decine i fedeli accorsi nell'agro per celebrare la solennità della Trasfigurazione di Nostro Signore, guidati da don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta.
«Questo è un luogo che rappresenta il cuore della tradizione giovinazzese - ha ricordato il sacerdote originario di Molfetta -. Ed è da qui che dobbiamo ricominciare, trasfigurarci anche noi, lasciare da parte le divisioni, le bugie ed il pettegolezzo, essere comunità, azzerare le differenze e tornare a camminare insieme».
Si è trattato di una Triduo ed una Festa del Padre Eterno dal grande impatto emotivo, dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia. Giovinazzo ed i giovinazzesi hanno riscoperto quel filo diretto che non può non portare in quel luogo, un tempo lontano centro di una comunità semplice, come aveva ricordato venerdì 4 agosto Padre Francesco Depalo, ma che aveva una immensa fede.
Tutto ebbe inizio lì, tutto ciò che è fede e devozione nella Madonna di Corsignano è iniziato lì, in quella pieve rurale, casa del silenzio e della preghiera, nonché di suggestioni difficilmente esplicabili a parole. Ma anche, a lungo, luogo dimenticato da troppi, che non può essere ritrovo solo due volte l'anno in estate, tanto per mettere tacche di presenza per il nostro ego, in molti casi dimenticando la parte che riguarda l'aspetto più profondo del perché ci si reca lì. Occorre da parte di tutti, pertanto, un profondo esame di coscienza su cosa si cerca e si vuole da quel luogo che è, lo abbiamo già rimarcato, santo.
La comunità dei fedeli si è dunque rimessa in marcia per arrivare al 21 agosto, giorno dedicato a Maria, Madre delle Madri, e lo ha fatto rispondendo all'appello della Chiesa locale, a rinverdire ed a conservare questo culto meraviglioso.
L'auspicio di tantissimi è che quella chiesetta resti aperta una volta a settimana almeno sino all'autunno inoltrato. Sarebbe un segnale forte che clero e fedeli sono un corpo solo in grado di preservare radici, tradizione, fede ed arte racchiusi in quelle mura che trasudano storia.