Cronaca
Omicidio Spera: «Un'opportunità costituirsi parte civile»
L'avvocato Mongelli promette piena collaborazione nel fornire «i ragguagli del caso giudiziario»
Giovinazzo - lunedì 9 novembre 2015
«Dopo avere preso lettura di alcuni articoli di giornale della settimana scorsa riguardanti la vicenda di Gaetano Spera ed essere stato allietato da alcuni "post" su Facebook sul medesimo argomento, che pure mi riguardavano, e che, dunque, mi sono stati cortesemente inviati "per conoscenza", dato che ho rinunciato, senza pena di cuore, al sommo piacere di iscrivermi al suddetto "social", reputo opportuno dare seguito alla mia precedente missiva, nell'intento di chiarire taluni aspetti squisitamente tecnici e dare luogo ad alcune doverose precisazioni».
A scriverci è l'avvocato Mario Mongelli, difensore di fiducia della madre e delle sorelle di Gaetano Spera, ucciso il 25 marzo scorso mentre si trovava nei pressi dell'area verde intitolata a Giuseppe Palombella, con l'obiettivo di fornire puntualizzazioni, far chiarezza e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla volontà di costituirsi parte civile nel processo penale che vedrà imputati coloro i quali ad oggi sono ritenuti responsabili della morte del 21enne.
«Mi preme, infatti, rappresentare che, sebbene ad horas si avvierà il processo presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, - si legge nella missiva giunta in redazione - in quella sede resta assolutamente preclusa la possibilità di costituirsi parte civile da parte di chiunque, ivi compreso il Comune di Giovinazzo, sicché l'invito che i familiari hanno inteso rivolgere al Comune, a tutta evidenza, non poteva che riguardare esclusivamente l'instaurando processo penale a carico degli adulti, ad oggi dalla Procura della Repubblica di Bari ritenuti responsabili dell'omicidio.
Va da sé che nelle more di quest'ultimo prossimo giudizio, un primo vaglio potrebbe essere fatto da parte del Comune, presso il cui ufficio Protocollo già in data 28 ottobre scorso era stato già depositato l'invito dei familiari della vittima a valutare la possibilità ed opportunità di costituirsi parte civile, anticipando che, dinanzi ad una richiesta ufficiale non potrà che esserci la mia piena collaborazione nel fornire le informazioni utili in mio possesso ed i ragguagli del caso giudiziario, postulando un coinvolgimento diretto dell'ente proprio la mia precedente missiva.
Circa il deposito dell'istanza, di cui ho in mie mani copia della medesima, munita del timbro di deposito, credo che sarei stato malaccorto davvero come professionista se non avessi ottemperato alla consegna al mio destinatario per iscritto e previo mandato, "per legge" (come taluno ha pure esattamente osservato). E tanto, in via definitiva ed ultima, perché reputo veramente cosa turpe e disdicevole l'affannarsi ancora a riguardo, dinanzi a una tragedia di tale portata!».
Secondo il legale giovinazzese, dunque, alla luce di quanto rappresentato, «vi sarebbero i presupposti per cogliere, comunque, a mio sommesso avviso, una preziosa opportunità, magari conteggiando nella decisione, anche quelle che sono le esigenze e le ragioni della popolazione onde evitare che anche in questo caso valga il noto adagio secondo cui "infondo la politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell'uso.", come era solito affermare il Taileyrand.
Finalmente, dati gli inevitabili, quanto non celeri ed incerti, tempi tecnici della macchina amministrativa, - conclude l'avvocato Mongelli - il porsi anzitempo una sì delicata questione consentirebbe di addivenire, tempestivamente, ad un giudizio ponderato e proficuo ed evitare che "Dum Romae consulitur..."».
A scriverci è l'avvocato Mario Mongelli, difensore di fiducia della madre e delle sorelle di Gaetano Spera, ucciso il 25 marzo scorso mentre si trovava nei pressi dell'area verde intitolata a Giuseppe Palombella, con l'obiettivo di fornire puntualizzazioni, far chiarezza e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla volontà di costituirsi parte civile nel processo penale che vedrà imputati coloro i quali ad oggi sono ritenuti responsabili della morte del 21enne.
«Mi preme, infatti, rappresentare che, sebbene ad horas si avvierà il processo presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, - si legge nella missiva giunta in redazione - in quella sede resta assolutamente preclusa la possibilità di costituirsi parte civile da parte di chiunque, ivi compreso il Comune di Giovinazzo, sicché l'invito che i familiari hanno inteso rivolgere al Comune, a tutta evidenza, non poteva che riguardare esclusivamente l'instaurando processo penale a carico degli adulti, ad oggi dalla Procura della Repubblica di Bari ritenuti responsabili dell'omicidio.
Va da sé che nelle more di quest'ultimo prossimo giudizio, un primo vaglio potrebbe essere fatto da parte del Comune, presso il cui ufficio Protocollo già in data 28 ottobre scorso era stato già depositato l'invito dei familiari della vittima a valutare la possibilità ed opportunità di costituirsi parte civile, anticipando che, dinanzi ad una richiesta ufficiale non potrà che esserci la mia piena collaborazione nel fornire le informazioni utili in mio possesso ed i ragguagli del caso giudiziario, postulando un coinvolgimento diretto dell'ente proprio la mia precedente missiva.
Circa il deposito dell'istanza, di cui ho in mie mani copia della medesima, munita del timbro di deposito, credo che sarei stato malaccorto davvero come professionista se non avessi ottemperato alla consegna al mio destinatario per iscritto e previo mandato, "per legge" (come taluno ha pure esattamente osservato). E tanto, in via definitiva ed ultima, perché reputo veramente cosa turpe e disdicevole l'affannarsi ancora a riguardo, dinanzi a una tragedia di tale portata!».
Secondo il legale giovinazzese, dunque, alla luce di quanto rappresentato, «vi sarebbero i presupposti per cogliere, comunque, a mio sommesso avviso, una preziosa opportunità, magari conteggiando nella decisione, anche quelle che sono le esigenze e le ragioni della popolazione onde evitare che anche in questo caso valga il noto adagio secondo cui "infondo la politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell'uso.", come era solito affermare il Taileyrand.
Finalmente, dati gli inevitabili, quanto non celeri ed incerti, tempi tecnici della macchina amministrativa, - conclude l'avvocato Mongelli - il porsi anzitempo una sì delicata questione consentirebbe di addivenire, tempestivamente, ad un giudizio ponderato e proficuo ed evitare che "Dum Romae consulitur..."».