Cronaca
Omicidio Spera, la sentenza d'Appello slitta al 14 febbraio
Il giudizio vede imputati Vito Arciuli, Luca Lafronza, Ignazio Chimenti e Pio Mauro Sparno
Giovinazzo - giovedì 8 febbraio 2018
Niente sentenza di secondo grado nei confronti del 22enne Vito Arciuli, presunto autore dell'omicidio di Gaetano Spera condannato in primo grado a 18 anni di carcere, del 26enne Luca Lafronza, del 29nne Ignazio Chimenti e del 34enne Pio Mauro Sparno, presunti complici condannati a 14 anni di reclusione.
La Corte d'Assise d'Appello di Bari ha deciso quindi per lo slittamento della sentenza inizialmente prevista per la giornata di ieri, 7 febbraio. In aula, dopo la relazione del presidente Raffaele Di Venosa, il Procuratore generale Giannicola Sinisi, nella sua requisitoria, ha smontato le tesi appellate attraverso plurimi riferimenti agli atti processuali chiedendo la conferma delle condanne a 18 e 14 anni emesse, in abbreviato, al termine del processo di primo grado.
L'avvocato Mario Mongelli, invece, legale delle sorelle di Spera, oltre a ribadire le ragioni del procuratore generale, ha evidenziato una serie di circostanze fattuali a corredo della tesi della Procura Generale, dimostrative della validità della sentenza del giudice per le indagini preliminari, mentre l'avvocato Francesco Mastro, difensore del padre di Spera, ha chiesto la conferma delle condanne a 18 e 14 anni di reclusione per i quattro imputati.
La prossima udienza si terrà il prossimo 14 febbraio con un ulteriore passaggio prima del verdetto. La Corte d'Assise d'Appello di Bari, che ieri ha sentito anche le tesi difensive degli avvocati di Vito Arciuli e Ignazio Chimenti, dovrà ascoltare i difensori di fiducia di Luca Lafronza e di Pio Mauro Sparno, ma non il Comune di Giovinazzo, inizialmente costituitosi parte civile, ma poi estromesso dal procedimento nel corso dell'iter di primo grado.
Poi, al termine dell'udienza, il presidente Raffaele Di Venosa emetterà la sentenza dell'efferato omicidio avvenuto nel 2015. Un dispositivo di condanna che non restituirà ai familiari la vita di Gaetano Spera, ma vedrà i responsabili del grave omicidio inchiodati alle proprie responsabilità.
La Corte d'Assise d'Appello di Bari ha deciso quindi per lo slittamento della sentenza inizialmente prevista per la giornata di ieri, 7 febbraio. In aula, dopo la relazione del presidente Raffaele Di Venosa, il Procuratore generale Giannicola Sinisi, nella sua requisitoria, ha smontato le tesi appellate attraverso plurimi riferimenti agli atti processuali chiedendo la conferma delle condanne a 18 e 14 anni emesse, in abbreviato, al termine del processo di primo grado.
L'avvocato Mario Mongelli, invece, legale delle sorelle di Spera, oltre a ribadire le ragioni del procuratore generale, ha evidenziato una serie di circostanze fattuali a corredo della tesi della Procura Generale, dimostrative della validità della sentenza del giudice per le indagini preliminari, mentre l'avvocato Francesco Mastro, difensore del padre di Spera, ha chiesto la conferma delle condanne a 18 e 14 anni di reclusione per i quattro imputati.
La prossima udienza si terrà il prossimo 14 febbraio con un ulteriore passaggio prima del verdetto. La Corte d'Assise d'Appello di Bari, che ieri ha sentito anche le tesi difensive degli avvocati di Vito Arciuli e Ignazio Chimenti, dovrà ascoltare i difensori di fiducia di Luca Lafronza e di Pio Mauro Sparno, ma non il Comune di Giovinazzo, inizialmente costituitosi parte civile, ma poi estromesso dal procedimento nel corso dell'iter di primo grado.
Poi, al termine dell'udienza, il presidente Raffaele Di Venosa emetterà la sentenza dell'efferato omicidio avvenuto nel 2015. Un dispositivo di condanna che non restituirà ai familiari la vita di Gaetano Spera, ma vedrà i responsabili del grave omicidio inchiodati alle proprie responsabilità.