Cronaca
Omicidio Spera, il legale chiede «prudenza e rispetto»
Per l'avvocato Mario Mongelli «non sono noti elementi concreti per affermare che si sia trattato di un regolamento di conti»
Giovinazzo - venerdì 29 maggio 2015
02.16
Una nota inviata agli organi di stampa da parte dell'avvocato Mario Mongelli, patrocinante in Cassazione. Serve a fare il punto sulle indagini relative al delitto del 21enne Gaetano Spera, freddato a colpi di pistola lo scorso 24 marzo in pieno centro.
«Scrivo nelle vesti di difensore di fiducia delle signore Spera, quali sorelle del defunto Spera Gaetano, ucciso, per mano di terzi a tutt'oggi ignoti, in un agguato, il 24 marzo 2015 in Giovinazzo, con riferimento agli articoli di stampa apparsi sui diversi quotidiani che si sono occupati e che periodicamente tornano ad interessarsi della vicenda.
La presente vuole essere un pacato ma fermo invito agli organi di stampa ad assumere un atteggiamento doverosamente prudenziale, pur nel pacifico rispetto del diritto di cronaca, fondamentale per una democrazia compiuta, in relazione a quanto si narri ed affermi in merito all'efferato episodio delittuoso, posto che, allo stato dei fatti e mercé le indagini preliminari in corso, stante il segreto che le governa, inevitabilmente non possono che ignorarsi gli esiti degli sviluppi investigativi. Le ipotesi esplicative dei fatti debbono, pertanto, essere prospettate in termini di mera ricostruzione soggettiva priva del crisma della certezza storica degli avvenimenti.
Quanto sopra impone una doverosa cautela sia in ordine ad eventuali chiose sull'omicidio sia in ordine alla figura "criminale" o "pseudo criminale" così come descritta della vittima e chiede che si pronuncino giudizi definitivi soltanto dinanzi ad acquisiti e sicuri elementi di certezza, sì da tralasciare di incorrere in valutazioni sociologiche che sovente mal si attagliano al caso del singolo e che allo stesso non possono ricondursi. Non sono noti a tutt'oggi elementi concreti per affermare che si sia trattato di "un regolamento di conti" iscritto nell'alveo del mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti, e men che meno che Gaetano Spera, che pure in passato ha commesso indubitabilmente degli errori, fosse legato ad un qualche sodalizio criminoso.
Con l'auspicio che l'Autorità Giudiziaria faccia piena luce su quanto accaduto la sera del 24 marzo 2015, così che un gravissimo reato non rimanga impunito, esorto ad una descrizione ponderata degli eventi e della persona vittima, che sia rispettosa, oltre che della verità, anche del dolore dei familiari già duramente provati da questa tristissima vicenda».
«Scrivo nelle vesti di difensore di fiducia delle signore Spera, quali sorelle del defunto Spera Gaetano, ucciso, per mano di terzi a tutt'oggi ignoti, in un agguato, il 24 marzo 2015 in Giovinazzo, con riferimento agli articoli di stampa apparsi sui diversi quotidiani che si sono occupati e che periodicamente tornano ad interessarsi della vicenda.
La presente vuole essere un pacato ma fermo invito agli organi di stampa ad assumere un atteggiamento doverosamente prudenziale, pur nel pacifico rispetto del diritto di cronaca, fondamentale per una democrazia compiuta, in relazione a quanto si narri ed affermi in merito all'efferato episodio delittuoso, posto che, allo stato dei fatti e mercé le indagini preliminari in corso, stante il segreto che le governa, inevitabilmente non possono che ignorarsi gli esiti degli sviluppi investigativi. Le ipotesi esplicative dei fatti debbono, pertanto, essere prospettate in termini di mera ricostruzione soggettiva priva del crisma della certezza storica degli avvenimenti.
Quanto sopra impone una doverosa cautela sia in ordine ad eventuali chiose sull'omicidio sia in ordine alla figura "criminale" o "pseudo criminale" così come descritta della vittima e chiede che si pronuncino giudizi definitivi soltanto dinanzi ad acquisiti e sicuri elementi di certezza, sì da tralasciare di incorrere in valutazioni sociologiche che sovente mal si attagliano al caso del singolo e che allo stesso non possono ricondursi. Non sono noti a tutt'oggi elementi concreti per affermare che si sia trattato di "un regolamento di conti" iscritto nell'alveo del mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti, e men che meno che Gaetano Spera, che pure in passato ha commesso indubitabilmente degli errori, fosse legato ad un qualche sodalizio criminoso.
Con l'auspicio che l'Autorità Giudiziaria faccia piena luce su quanto accaduto la sera del 24 marzo 2015, così che un gravissimo reato non rimanga impunito, esorto ad una descrizione ponderata degli eventi e della persona vittima, che sia rispettosa, oltre che della verità, anche del dolore dei familiari già duramente provati da questa tristissima vicenda».