Cronaca
Omicidio Spera, fissata al 31 maggio l'udienza preliminare
Il processo si terrà a Bari dinanzi al giudice Annachiara Mastrorilli
Giovinazzo - sabato 30 aprile 2016
L'udienza preliminare per l'omicidio di Gaetano Spera, il 21enne freddato a colpi di pistola il 25 marzo dello scorso anno, inizierà il 31 maggio e si terrà al Tribunale di Bari, dinanzi al giudice Annachiara Mastrorilli.
Per quell'efferato omicidio, dopo quattro mesi, sono stati arrestati con l'accusa di omicidio Vito Arciuli, di 20 anni, rinchiuso nel carcere di Avellino, e suo fratello di 17. Per concorso nell'omicidio, invece, Luca Lafronza, di 24 anni, trasferito di recente nell'istituto penitenziario di Trani, Ignazio Chimenti, di 27, recluso nella casa circondariale di Lecce, e Pio Mauro Sparno, di 32, detenuto nel reclusorio di Taranto.
Sono state le caparbie e puntuali indagini dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, che hanno pazientemente ricostruito le fasi di quel terribile omicidio, trovando riscontri, elementi probatori e conferme, a portare, il 27 luglio 2015, ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo.
Nella richiesta di rinvio a giudizio allegata all'avviso di fissazione dell'udienza preliminare per Vito Arciuli, si legge che il 19enne «in concorso con Luca Lafronza, Ignazio Chimenti e Pio Mauro Sparno, previo concerto e con premeditazione, agendo quale materiale esecutore insieme al fratello, cagionava la morte di Gaetano Spera mediante l'esplosione di non meno di 9 colpi di arma da fuoco, di cui 7 calibro 9x21 e 2 calibro 38 special o 357 magnum, che lo attingevano mortalmente».
I capi d'imputazione, inoltre, risultano essere ulteriormente aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso e del motivo abietto «consistenti nell'aver commesso l'omicidio con un'azione estremamente violenta, posta in essere in modo eclatante ed emblematica, in pieno centro abitato e mediante l'uso di due armi da fuoco, nonché al fine di ottenere il predominio della famiglia Arciuli nell'attività di pesca nelle acque del litorale di Giovinazzo».
Il processo di primo grado partirà dunque dagli atti investigativi che hanno portato alla cattura del gruppo di fuoco. In quei faldoni si trova la ricostruzione di un delitto feroce. Al filone principale, inoltre, si è affiancato il procedimento a carico del 17enne, presso il Tribunale per i Minorenni di Bari: in questo caso la prossima udienza è fissata per il 10 maggio, mentre la sentenza è attesa entro l'estate.
Tornando, al processo a carico di Vito Arciuli, Luca Lafronza, Ignazio Chimenti e Pio Mauro Sparno, tra le persone offese sono stati individuati, oltre ai familiari di Spera, anche il Ministero dell'Interno e il Comune di Giovinazzo. «La costituzione di parte civile - afferma l'avvocato Mario Mongelli, legale delle sorelle di Spera - è una mera facoltà, non un obbligo. Le aggravanti contestate (il metodo mafioso e il motivo abietto, nda), hanno consentito di individuare come persona offesa anche il Comune di Giovinazzo».
Intanto, il 31 maggio prossimo, gli imputati potrebbero formulare il giudizio abbreviato: un'ipotesi che dovrebbe portare alla sentenza di primo grado entro la fine dell'anno. E per Gaetano Spera, ucciso a soli 21 anni, quando la vita dovrebbe essere ancora tutta un libro da scrivere, potrebbe esserci finalmente giustizia.
Per quell'efferato omicidio, dopo quattro mesi, sono stati arrestati con l'accusa di omicidio Vito Arciuli, di 20 anni, rinchiuso nel carcere di Avellino, e suo fratello di 17. Per concorso nell'omicidio, invece, Luca Lafronza, di 24 anni, trasferito di recente nell'istituto penitenziario di Trani, Ignazio Chimenti, di 27, recluso nella casa circondariale di Lecce, e Pio Mauro Sparno, di 32, detenuto nel reclusorio di Taranto.
Sono state le caparbie e puntuali indagini dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, che hanno pazientemente ricostruito le fasi di quel terribile omicidio, trovando riscontri, elementi probatori e conferme, a portare, il 27 luglio 2015, ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo.
Nella richiesta di rinvio a giudizio allegata all'avviso di fissazione dell'udienza preliminare per Vito Arciuli, si legge che il 19enne «in concorso con Luca Lafronza, Ignazio Chimenti e Pio Mauro Sparno, previo concerto e con premeditazione, agendo quale materiale esecutore insieme al fratello, cagionava la morte di Gaetano Spera mediante l'esplosione di non meno di 9 colpi di arma da fuoco, di cui 7 calibro 9x21 e 2 calibro 38 special o 357 magnum, che lo attingevano mortalmente».
I capi d'imputazione, inoltre, risultano essere ulteriormente aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso e del motivo abietto «consistenti nell'aver commesso l'omicidio con un'azione estremamente violenta, posta in essere in modo eclatante ed emblematica, in pieno centro abitato e mediante l'uso di due armi da fuoco, nonché al fine di ottenere il predominio della famiglia Arciuli nell'attività di pesca nelle acque del litorale di Giovinazzo».
Il processo di primo grado partirà dunque dagli atti investigativi che hanno portato alla cattura del gruppo di fuoco. In quei faldoni si trova la ricostruzione di un delitto feroce. Al filone principale, inoltre, si è affiancato il procedimento a carico del 17enne, presso il Tribunale per i Minorenni di Bari: in questo caso la prossima udienza è fissata per il 10 maggio, mentre la sentenza è attesa entro l'estate.
Tornando, al processo a carico di Vito Arciuli, Luca Lafronza, Ignazio Chimenti e Pio Mauro Sparno, tra le persone offese sono stati individuati, oltre ai familiari di Spera, anche il Ministero dell'Interno e il Comune di Giovinazzo. «La costituzione di parte civile - afferma l'avvocato Mario Mongelli, legale delle sorelle di Spera - è una mera facoltà, non un obbligo. Le aggravanti contestate (il metodo mafioso e il motivo abietto, nda), hanno consentito di individuare come persona offesa anche il Comune di Giovinazzo».
Intanto, il 31 maggio prossimo, gli imputati potrebbero formulare il giudizio abbreviato: un'ipotesi che dovrebbe portare alla sentenza di primo grado entro la fine dell'anno. E per Gaetano Spera, ucciso a soli 21 anni, quando la vita dovrebbe essere ancora tutta un libro da scrivere, potrebbe esserci finalmente giustizia.