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Ognissanti e commemorazione dei defunti, due pugliesi su tre portano fiori al cimitero

Coldiretti: «Il crisantemo continua a essere il dono preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua lunga durata»

L'emergenza epidemiologica in corso non ha impedito e non impedirà ai pugliesi di recarsi in cimitero per rendere omaggio ai cari estinti in occasione della festività di Ognissanti e della commemorazione dei defunti.

Ingressi e affluenza contingentata dalla Polizia Locale nei vari comuni, orari limitati e percorsi predefiniti sono stati disposit con l'obiettivo di evitare assembramenti. Quasi 2 pugliesi su 3 (63%) hanno deciso di acquistare piante e fiori per porgerli in dono ai propri defunti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione, secondo quanto emerge dall'indagine condotta on line da Coldiretti.

«La decisione di consentire la vendita dei fiori nei centri commerciali durante il weekend nonostante la chiusura obbligatoria nei fine settimana decisa per i non alimentari in diverse ordinanze anti contagio regionali è importante per garantire ai cittadini la possibilità di portare un dono ai propri cari. Il giorno dedicato al ricordo dei defunti rappresenta la ricorrenza più importante dell'anno per gli italiani e per il florovivaismo Made in Italy» hanno sostenuto da Coldiretti Puglia.

«La pandemia ha messo a dura prova il settore che ha già vissuto in Puglia un crack da oltre 200 milioni di euro e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro per il settore delle piante e dei fiori Made in Italy è la drammatica conseguenza, dai vivai ai negozi della pandemia da coronavirus che con il blocco di matrimoni, eventi e cerimonie ha colpito un settore strategico per la regione» hanno aggiunto.

«Il settore floricolo sviluppa in Puglia una produzione lorda vendibile di oltre 300 milioni di euro con un risvolto occupazionale di oltre due milioni di giornate di lavoro» ha affermato Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia. «Il blocco delle vendite ha purtroppo causato quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai dove sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di piante fiorite in vaso e si sono fermate anche le vendite e l'export di alberature e cespugli» ha sottolineato.

Il crisantemo continua ad essere il dono preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua lunga durata. La sua produzione è in calo a livello nazionale e i prezzi di vendita per i fiori recisi variano da 2 euro a 5 euro per quelli più grandi e possono arrivare a oltre 20 euro se si tratta di crisantemi in vaso o di mazzi con più fiori, con una tendenza all'aumento fino al 20% per acquisti last minute. «Per questo è opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi» ha consigliato Coldiretti. «Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l'illegalità è meglio evitare venditori improvvisati e preferire l'acquisto, se possibile, direttamente dai produttori».

I crisantemi si possono acquistare a steli recisi e in vaso nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo e nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco, fucsia) ai quali si sono aggiunte varianti di tendenza che vanno dal vinaccia al viola fino al verde. Il "fiore d'oro", dal greco chrysòs (oro) e ànthemon (fiore), era già coltivato in Cina cinque secoli prima di Cristo, mentre in Europa si diffuse alla fine del 1700 in Francia, in Italia e in Inghilterra. E se nel nostro Paese il crisantemo ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo di vita, forza d'animo e pace.
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