Chiesa locale
Oggi nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli la festa liturgica di Sant'Antonio Abate
Storia ed origini di un rito antico che viene tramandato dai confratelli
Giovinazzo - venerdì 17 gennaio 2025
9.11
C'è una bella e antica storia che lega la festa liturgica in onore di Sant'Antonio Abate alla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, situata in via Cattedrale nel centro storico di Giovinazzo.
E sì, perché nell'antica chiesa, autentico gioiello di arte e storia, eretta nel 1528 col titolo di S. Rocco in piazza, dato storico che si evince da un testo redatto da Michele Bonserio, studioso di storia locale, è presente una tela che raffigura S. Antonio Abate a sinistra, con S. Leonardo al centro e S. Donato a destra. Il quadro olio su tela è opera dell'artista Saverio de Musso e risale all'anno 1721. Nella giornata di venerdì 17 gennaio la chiesa cattolica festeggerà il santo di origine egiziana, come la storia racconta, e gli renderà omaggio in quanto il culto a egli rivolto cammina di pari passo con la tradizione sentita e seguita nel nostro territorio cittadino. Il programma che la Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli proporrà per il giorno di venerdì 17 gennaio prevederà alle ore 19.00 la celebrazione della S. Messa officiata da padre Pasquale Rago, assistente spirituale della Confraternita.
Al termine si terrà la benedizione degli animali domestici e da cortile. La cura e l'attenzione posta dalla Confraternita a questa ricorrenza vivrà un secondo momento domenica 19 gennaio quando dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 21.00 la chiesa sarà aperta per l'occasione dell'accensione dei fuochi in onore del santo e potrà essere visitata da fedeli e turisti. Inoltre, sarà allestito e preparato un altare dove si potranno vedere i simboli legati al santo ed elementi della tradizione culinaria di Giovinazzo.
La storia di Sant'Antonio abate
Da un testo pregno di notizie storiche, redatto anni fa per questa occasione di festa dal Nicola Coppola, esperto e studioso di storia locale, si legge che " Nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, nel primo altare a sinistra appena si entra, c'è un dipinto del 1721 del pittore giovinazzese Saverio de Musso che ritrae Sant'Antonio Abate insieme a San Donato e a San Leonardo. Sant'Antonio abate è rappresentato col bastone a forma di T (Tau greco, segno di santità) con appeso un campanellino, un libro con sopra una fiammella e ai suoi piedi un maialino. Egli è protettore del fuoco, degli animali, dei fabbricanti di spazzole, degli allevatori, dei cestai, macellai, campanari ed è guaritore dell'affezione nervosa Herpes Zoster, il cosiddetto " Fuoco di Sant'Antonio". Per tradizione antica, il 17 gennaio si riuniscono davanti alla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli i proprietari di animali domestici, da lavoro e da compagnia, per ricevere la benedizione da parte del prete della chiesa."
Il senso e il significato della festività in onore di Sant'Antonio Abate dati dalla Confraternita
La Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli, ha posto particolare attenzione a questo incontro di fede mista ad antica tradizione e ha stilato un pensiero su come la festa liturgica e l'omaggio al santo sono stati ideati e organizzati per l'edizione del 2025. Ecco cosa ci hanno fatto sapere dalla suddetta Confraternita.
«La tradizione si rinnova: è questo il senso che nell' anno giubilare la confraternita S. Maria di Costantinopoli vuol dare alla ricorrenza di S. Antonio abate.
Come è tradizione celebrare la S. Messa in suo onore, benedire i nostri amici animali, abbellire l'altare a lui dedicato con i prodotti poveri e genuini della nostra terra che si degustano in occasione della sua ricorrenza, così si proporrà un tocco di rinnovamento, voluto dal padre spirituale padre Pasquale Rago, dal priore Carmine Palermo, dal vice priore e delegato alle attività culturali e religiose Michele Lobasso in collaborazione con Angela Cassanelli: i simboli del Santo si materializzano, offrendosi alla visione e comprensione di fedeli e turisti. Ai piedi dell'altare, sarà posto il braciere nel quale arderà un piccolo fuoco lì a richiamare la tradizione giovinazzese di accendere falò in suo onore; i libri della Bibbia, sui quali Antonio fondò la sua vita; il bastone con il campanellino, con i quali scacciava i demoni; i simboli della vita semplice dei nostri avi, le pignate, il telo ruvido, esempio di vita contadina.
E poi una storia, tra leggenda e realtà, che parla di una bambina che ricorda quello che sua mamma, ormai lontana da lei, ma sicuramente vicina ad Antonio, le raccontava circa la tradizione collegata alla ricorrenza di S. Antonio abate.
Ammirando la tela del santo, osservando i simboli che lo definiscono, ricordando la tradizione culinaria semplice dei nostri genitori, dei nostri nonni, vogliamo imparare a desiderare una vita ricca di fede, ricca di amore, ricca di carità, esattamente come quella vissuta da S. Antonio abate».
E sì, perché nell'antica chiesa, autentico gioiello di arte e storia, eretta nel 1528 col titolo di S. Rocco in piazza, dato storico che si evince da un testo redatto da Michele Bonserio, studioso di storia locale, è presente una tela che raffigura S. Antonio Abate a sinistra, con S. Leonardo al centro e S. Donato a destra. Il quadro olio su tela è opera dell'artista Saverio de Musso e risale all'anno 1721. Nella giornata di venerdì 17 gennaio la chiesa cattolica festeggerà il santo di origine egiziana, come la storia racconta, e gli renderà omaggio in quanto il culto a egli rivolto cammina di pari passo con la tradizione sentita e seguita nel nostro territorio cittadino. Il programma che la Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli proporrà per il giorno di venerdì 17 gennaio prevederà alle ore 19.00 la celebrazione della S. Messa officiata da padre Pasquale Rago, assistente spirituale della Confraternita.
Al termine si terrà la benedizione degli animali domestici e da cortile. La cura e l'attenzione posta dalla Confraternita a questa ricorrenza vivrà un secondo momento domenica 19 gennaio quando dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 21.00 la chiesa sarà aperta per l'occasione dell'accensione dei fuochi in onore del santo e potrà essere visitata da fedeli e turisti. Inoltre, sarà allestito e preparato un altare dove si potranno vedere i simboli legati al santo ed elementi della tradizione culinaria di Giovinazzo.
La storia di Sant'Antonio abate
Da un testo pregno di notizie storiche, redatto anni fa per questa occasione di festa dal Nicola Coppola, esperto e studioso di storia locale, si legge che " Nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, nel primo altare a sinistra appena si entra, c'è un dipinto del 1721 del pittore giovinazzese Saverio de Musso che ritrae Sant'Antonio Abate insieme a San Donato e a San Leonardo. Sant'Antonio abate è rappresentato col bastone a forma di T (Tau greco, segno di santità) con appeso un campanellino, un libro con sopra una fiammella e ai suoi piedi un maialino. Egli è protettore del fuoco, degli animali, dei fabbricanti di spazzole, degli allevatori, dei cestai, macellai, campanari ed è guaritore dell'affezione nervosa Herpes Zoster, il cosiddetto " Fuoco di Sant'Antonio". Per tradizione antica, il 17 gennaio si riuniscono davanti alla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli i proprietari di animali domestici, da lavoro e da compagnia, per ricevere la benedizione da parte del prete della chiesa."
Il senso e il significato della festività in onore di Sant'Antonio Abate dati dalla Confraternita
La Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli, ha posto particolare attenzione a questo incontro di fede mista ad antica tradizione e ha stilato un pensiero su come la festa liturgica e l'omaggio al santo sono stati ideati e organizzati per l'edizione del 2025. Ecco cosa ci hanno fatto sapere dalla suddetta Confraternita.
«La tradizione si rinnova: è questo il senso che nell' anno giubilare la confraternita S. Maria di Costantinopoli vuol dare alla ricorrenza di S. Antonio abate.
Come è tradizione celebrare la S. Messa in suo onore, benedire i nostri amici animali, abbellire l'altare a lui dedicato con i prodotti poveri e genuini della nostra terra che si degustano in occasione della sua ricorrenza, così si proporrà un tocco di rinnovamento, voluto dal padre spirituale padre Pasquale Rago, dal priore Carmine Palermo, dal vice priore e delegato alle attività culturali e religiose Michele Lobasso in collaborazione con Angela Cassanelli: i simboli del Santo si materializzano, offrendosi alla visione e comprensione di fedeli e turisti. Ai piedi dell'altare, sarà posto il braciere nel quale arderà un piccolo fuoco lì a richiamare la tradizione giovinazzese di accendere falò in suo onore; i libri della Bibbia, sui quali Antonio fondò la sua vita; il bastone con il campanellino, con i quali scacciava i demoni; i simboli della vita semplice dei nostri avi, le pignate, il telo ruvido, esempio di vita contadina.
E poi una storia, tra leggenda e realtà, che parla di una bambina che ricorda quello che sua mamma, ormai lontana da lei, ma sicuramente vicina ad Antonio, le raccontava circa la tradizione collegata alla ricorrenza di S. Antonio abate.
Ammirando la tela del santo, osservando i simboli che lo definiscono, ricordando la tradizione culinaria semplice dei nostri genitori, dei nostri nonni, vogliamo imparare a desiderare una vita ricca di fede, ricca di amore, ricca di carità, esattamente come quella vissuta da S. Antonio abate».