Eventi e cultura
Nostalgia ed orgoglio nelle parole di trentatrè giovinazzesi
Presentato ieri sera l’ultima fatica letteraria di Agostino Picicco
Giovinazzo - venerdì 30 dicembre 2016
11.45
«Questo libro ci dà tutte le istruzioni su come investire nel futuro della città; una città forte, che va avanti verso un domani migliore». Queste le parole con cui ieri sera il Sindaco, Tommaso Depalma, ha voluto definire "Intervista alla città. Voci dal cuore e dalla mente", l'ultima fatica letteraria di Agostino Picicco edita da Edizioni Insieme. Il libro riunisce trentatrè interviste dell'autore a concittadini che si sono distinti nei campi più disparati ed hanno portato il nome di Giovinazzo nel mondo.
«Tutto è nato dalla volontà di festeggiare un compleanno molto speciale: quello del giornale "La Piazza" – ha spiegato Picicco davanti al pubblico di una Sala San Felice piena, nonostante il freddo intenso -. Dopo essermi consultato con il Direttore, Sergio Pisani, - ha proseguito il Coordinatore delle Presidenze di Facoltà dell'Università Cattolica di Milano e Responsabile culturale dell'Associazione regionale "Pugliesi" - ho pensato di riunire tutte le interviste fatte a giovinazzesi illustri, a chi è andato fuori e continua ad essere innamorato di Giovinazzo e a chi è rimasto, ma ha contribuito a scrivere pagine significative della storia cittadina».
Personaggi del mondo della politica, della scuola, del giornalismo, della cultura, della Chiesa e dello sport, accomunati dalla fierezza di essere giovinazzesi, dalla nostalgia e dall'«ansia di futuro», per utilizzare un'espressione di Picicco, sentimenti che parlano di un amore profondo per Giovinazzo e di un grande orgoglio di appartenenza. Tutte le interviste sono state richiamate da Tommaso Depalma, autore della prefazione del libro, in una carrellata dettagliata che ha evidenziato gli aspetti pregnanti di ogni intervento.
Presente alla discussione, introdotta dall'Assessore alla Cultura, Marianna Paladino, e moderata dall'editore Renato Brucoli, anche Marinella Falca, anche lei tra gli intervistati del libro di Picicco. La Falca ha raccontato dei suoi quindici anni vissuti fuori da Giovinazzo, per l'impegno sportivo in nazionale ed il lavoro a Roma, dove è attualmente responsabile del settore ritmica nell'Aeronautica Militare e dirige una scuola di quella disciplina sportiva. Un lavoro che l'allontana solo fisicamente da casa, perché il suo cuore è nella sua città di origine, dove torna non appena ne ha la possibilità.
«La Storia è fatta di persone semplici, che lavorano in silenzio e con umiltà per il bene collettivo –ha affermato con il suo consueto sorriso benevolo Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta-Terlizzi-Giovinazzo-Ruvo, in riferimento agli intervistati -. Poi, pensando ai quasi dodici mesi dall'inizio del suo incarico, ha continuato: «Mi sembra di essere qui da sempre, per la passione, lo stupore e la carica di ogni incontro con ciascuno di voi ed intendo continuare a servire questa comunità con letizia, mettendo in pratica ogni giorno il motto del mio episcopato». Complimentandosi con l'autore, Mons. Cornacchia ha suggerito che il libro sia adottato come un vero e proprio sussidiario nelle scuole elementari giovinazzesi, affinché i bambini coltivino l'interesse di impegnarsi per la propria città ed alimentino nuove speranze.
Dopo l'intevento di Rosalba Andriani, Presidentessa FIDAPA, che ha portato i saluti della sorella Roraima, anche lei intervistata da Picicco, e ricordato l'impegno della sua associazione nella difesa dei diritti delle donne e nella valorizzazione del territorio, la chiusura della serata è toccata a Nicola De Matteo. Il Delegato all'Istituto Vittorio Emanuele II per la Città Metropolitana si è detto onorato di essere stato scelto da Picicco e ricordato alcuni degli avvenimenti che lo hanno reso giovinazzese di adozione. Nelle sue parole, il desiderio sempre più forte di concretizzare al più presto il progetto della "Giovinazzo sotterranea", che accarezza da tempo e che darebbe un volto nuovo a Giovinazzo, in linea con la sua vocazione turistica. «Sarebbe bello – ha dichiarato rivolgendosi a Mons. Cornacchia - se tra un anno quella mostra di presepi che Lei ha visitato stasera, venisse ospitata proprio nella Giovinazzo sotterranea».
Passato, presente e futuro si sono fusi in una serata di omaggio sentito alla città ed hanno permesso di ritrovare le radici di quell'identità comune che i giovinazzesi fanno conoscere ovunque vadano.
«Tutto è nato dalla volontà di festeggiare un compleanno molto speciale: quello del giornale "La Piazza" – ha spiegato Picicco davanti al pubblico di una Sala San Felice piena, nonostante il freddo intenso -. Dopo essermi consultato con il Direttore, Sergio Pisani, - ha proseguito il Coordinatore delle Presidenze di Facoltà dell'Università Cattolica di Milano e Responsabile culturale dell'Associazione regionale "Pugliesi" - ho pensato di riunire tutte le interviste fatte a giovinazzesi illustri, a chi è andato fuori e continua ad essere innamorato di Giovinazzo e a chi è rimasto, ma ha contribuito a scrivere pagine significative della storia cittadina».
Personaggi del mondo della politica, della scuola, del giornalismo, della cultura, della Chiesa e dello sport, accomunati dalla fierezza di essere giovinazzesi, dalla nostalgia e dall'«ansia di futuro», per utilizzare un'espressione di Picicco, sentimenti che parlano di un amore profondo per Giovinazzo e di un grande orgoglio di appartenenza. Tutte le interviste sono state richiamate da Tommaso Depalma, autore della prefazione del libro, in una carrellata dettagliata che ha evidenziato gli aspetti pregnanti di ogni intervento.
Presente alla discussione, introdotta dall'Assessore alla Cultura, Marianna Paladino, e moderata dall'editore Renato Brucoli, anche Marinella Falca, anche lei tra gli intervistati del libro di Picicco. La Falca ha raccontato dei suoi quindici anni vissuti fuori da Giovinazzo, per l'impegno sportivo in nazionale ed il lavoro a Roma, dove è attualmente responsabile del settore ritmica nell'Aeronautica Militare e dirige una scuola di quella disciplina sportiva. Un lavoro che l'allontana solo fisicamente da casa, perché il suo cuore è nella sua città di origine, dove torna non appena ne ha la possibilità.
«La Storia è fatta di persone semplici, che lavorano in silenzio e con umiltà per il bene collettivo –ha affermato con il suo consueto sorriso benevolo Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta-Terlizzi-Giovinazzo-Ruvo, in riferimento agli intervistati -. Poi, pensando ai quasi dodici mesi dall'inizio del suo incarico, ha continuato: «Mi sembra di essere qui da sempre, per la passione, lo stupore e la carica di ogni incontro con ciascuno di voi ed intendo continuare a servire questa comunità con letizia, mettendo in pratica ogni giorno il motto del mio episcopato». Complimentandosi con l'autore, Mons. Cornacchia ha suggerito che il libro sia adottato come un vero e proprio sussidiario nelle scuole elementari giovinazzesi, affinché i bambini coltivino l'interesse di impegnarsi per la propria città ed alimentino nuove speranze.
Dopo l'intevento di Rosalba Andriani, Presidentessa FIDAPA, che ha portato i saluti della sorella Roraima, anche lei intervistata da Picicco, e ricordato l'impegno della sua associazione nella difesa dei diritti delle donne e nella valorizzazione del territorio, la chiusura della serata è toccata a Nicola De Matteo. Il Delegato all'Istituto Vittorio Emanuele II per la Città Metropolitana si è detto onorato di essere stato scelto da Picicco e ricordato alcuni degli avvenimenti che lo hanno reso giovinazzese di adozione. Nelle sue parole, il desiderio sempre più forte di concretizzare al più presto il progetto della "Giovinazzo sotterranea", che accarezza da tempo e che darebbe un volto nuovo a Giovinazzo, in linea con la sua vocazione turistica. «Sarebbe bello – ha dichiarato rivolgendosi a Mons. Cornacchia - se tra un anno quella mostra di presepi che Lei ha visitato stasera, venisse ospitata proprio nella Giovinazzo sotterranea».
Passato, presente e futuro si sono fusi in una serata di omaggio sentito alla città ed hanno permesso di ritrovare le radici di quell'identità comune che i giovinazzesi fanno conoscere ovunque vadano.