Attualità
«Non chiudete via Mazzini». L'appello degli abitanti al Comune
Renderla off-limits sarebbe un incentivo per favorire l'ampliamento di alcune attività. I residenti: «Noi non valiamo meno di loro»
Giovinazzo - sabato 2 luglio 2022
I residenti hanno già incontrato l'amministrazione comunale uscente per evitare, proprio come l'anno scorso, la chiusura di via Mazzini che sarebbe un incentivo per favorire l'ampliamento delle attività commerciali: «Nel caso venisse chiusa - hanno detto -, si creerebbe un caos per la viabilità e numerosi disagi per noi».
Sulla stessa lunghezza d'onda uno dei residenti della zona, Michele Bavaro: «Speriamo che non si arrivi alla chiusura estiva di via Mazzini - si legge in una lettera firmata giunta in redazione - con un improbabile tappeto che permetterebbe alle attività commerciali di poter sfruttare i tavoli all'aperto. Benissimo il principio di agevolare il lavoro delle partite iva che hanno sofferto il biennio Covid-19, malissimo, però, se per farlo bisogna creare disagio ad un intero quartiere.
Perché chiudere completamente una arteria principale che da Villa Palombella arriva in via Molfetta è un vero e proprio ostacolo alla viabilità, dal momento che la strada successiva per immettersi sarebbe via Colapiccoli e la precedente corso Umberto con l'obbligo di arrivare alla rotatoria con via Gioia? - s'interroga il nostro lettore -, Oltre poi la privazione di diversi parcheggi per chi risiede in zona e non ultimo il pessimo colpo d'occhio di una evidentissima soluzione arrangiata che è più in linea con una sagra di quart'ordine di un paese rurale non incline al turismo, piuttosto che con una perla adriatica come Giovinazzo».
Altri interrogativi: «Poi, da liberi cittadini pensanti, ci siamo posti altre domande. E se questa amministrazione comunale cominciasse a concedere tutte le strade possibili a qualunque attività commerciale ne faccia richiesta, Giovinazzo cosa diverrebbe? Il far west? E ancora: secondo quale principio viene chiusa un'arteria così importante oggi e non dovrebbero chiuderne altre per non operare con due pesi e due misure? Perché adesso è molto facile entrare nella testa di qualunque altro commerciante che, a questo punto della storia, avrebbe pari diritto ad avere una sua fetta di qualunque strada!».
L'appello finale è rivolto al primo cittadino Michele Sollecito: «Ci rivolgiamo al neo sindaco, a cui facciamo gli auguri, e chiediamo che questa strada non venga chiusa del tutto (non siamo contro il lavoro altrui ma siamo per la ragionevolezza), ma che si trovi una soluzione confacente pure alle nostre esigenze e non solo a quelle delle esercizi commerciali che, quando hanno aperto, sapevano benissimo che non potevano sfruttare lo spazio esterno oppure che ne avrebbero potuto sfruttare pochissimo».
«Ci appelliamo, dunque - è la chiosa finale di Bavaro - alla ragionevolezza dell'amministrazione affinché la cosa si concluda in maniera garbata e sensata, prima eventualmente di doverci rivolgere ad autorità superiori qualora il nostro appello non venga colto. I cittadini non valgono meno delle attività commerciali, questo bisogna comprenderlo chiaramente».
Sulla stessa lunghezza d'onda uno dei residenti della zona, Michele Bavaro: «Speriamo che non si arrivi alla chiusura estiva di via Mazzini - si legge in una lettera firmata giunta in redazione - con un improbabile tappeto che permetterebbe alle attività commerciali di poter sfruttare i tavoli all'aperto. Benissimo il principio di agevolare il lavoro delle partite iva che hanno sofferto il biennio Covid-19, malissimo, però, se per farlo bisogna creare disagio ad un intero quartiere.
Perché chiudere completamente una arteria principale che da Villa Palombella arriva in via Molfetta è un vero e proprio ostacolo alla viabilità, dal momento che la strada successiva per immettersi sarebbe via Colapiccoli e la precedente corso Umberto con l'obbligo di arrivare alla rotatoria con via Gioia? - s'interroga il nostro lettore -, Oltre poi la privazione di diversi parcheggi per chi risiede in zona e non ultimo il pessimo colpo d'occhio di una evidentissima soluzione arrangiata che è più in linea con una sagra di quart'ordine di un paese rurale non incline al turismo, piuttosto che con una perla adriatica come Giovinazzo».
Altri interrogativi: «Poi, da liberi cittadini pensanti, ci siamo posti altre domande. E se questa amministrazione comunale cominciasse a concedere tutte le strade possibili a qualunque attività commerciale ne faccia richiesta, Giovinazzo cosa diverrebbe? Il far west? E ancora: secondo quale principio viene chiusa un'arteria così importante oggi e non dovrebbero chiuderne altre per non operare con due pesi e due misure? Perché adesso è molto facile entrare nella testa di qualunque altro commerciante che, a questo punto della storia, avrebbe pari diritto ad avere una sua fetta di qualunque strada!».
L'appello finale è rivolto al primo cittadino Michele Sollecito: «Ci rivolgiamo al neo sindaco, a cui facciamo gli auguri, e chiediamo che questa strada non venga chiusa del tutto (non siamo contro il lavoro altrui ma siamo per la ragionevolezza), ma che si trovi una soluzione confacente pure alle nostre esigenze e non solo a quelle delle esercizi commerciali che, quando hanno aperto, sapevano benissimo che non potevano sfruttare lo spazio esterno oppure che ne avrebbero potuto sfruttare pochissimo».
«Ci appelliamo, dunque - è la chiosa finale di Bavaro - alla ragionevolezza dell'amministrazione affinché la cosa si concluda in maniera garbata e sensata, prima eventualmente di doverci rivolgere ad autorità superiori qualora il nostro appello non venga colto. I cittadini non valgono meno delle attività commerciali, questo bisogna comprenderlo chiaramente».