Attualità
«No alle strumentalizzazioni sul NewO in campagna elettorale»
Il comitato "No inceneritore" disconosce chi vuole organizzare un presidio presso la Regione Puglia
Giovinazzo - domenica 4 settembre 2022
12.00
Il comitato "No inceneritore" è impegnato nel preparare il ricorso in Cassazione con la finalità di far revocare quanto stabilito dal Consiglio di Stato secondo cui «l'impianto da realizzare a Bari per il trattamento e il co-incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi prodotti dal trattamento di biostabilizzazione di rifiuti di natura urbana» si può fare.
Lo ha stabilito una sentenza (o meglio 5 sentenze sullo stesso argomento) che ha riformato il provvedimento di annullamento di primo grado (emesso dal Tar per la Puglia il 13 dicembre del 2021) in merito «alla determinazione del dirigente del servizio autorizzazioni ambientali della Regione Puglia del 2018 recante il giudizio favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto della società Newo relativo alla realizzazione dell'impianto».
«Il Consiglio di Stato - è riportato nel dispositivo della sentenza - in sede giurisdizionale, definitivamente pronunciando sull'appello (n. 10897/2021) lo accoglie e, per l'effetto, in riforma dell'impugnata sentenza, respinge il ricorso di primo grado ed i connessi motivi aggiunti. Compensa le spese del doppio grado di giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa».
Il comitato "No inceneritore", però, non molla e mentre prepara il ricorso in Cassazione, chiede che sia indetta una nuova conferenza di servizi, rilevando anche la necessità di un coerente impegno delle stesse amministrazioni comunali, che in passato, con atti pubblici e motivati, hanno chiesto alla Regione già nel 2018, la revoca in autotutela delle autorizzazioni concesse per l'insediamento dell'inceneritore. Ma c'è anche un diffida.
È quella che il comitato rivolge a tutti coloro che impropriamente hanno deciso di intraprendere un percorso diverso, volendo costituire in maniera autonoma un presidio presso la Presidenza delle Regione previsto per il 9 settembre.
«Il comitato "No inceneritore" - si legge in una nota stampa -, impegnato sin dalla sua costituzione nel contrastare, attraverso argomentazioni legali supportate da tesi tecnico-scientifiche, la realizzazione dell'inceneritore (tecnicamente definito ossicombustore) nel quartiere San Paolo di Bari, registra una diversità di percorso da altri soggetti che, al di fuori della linea ad oggi adottata dal comitato "No inceneritore", vogliono costituire in maniera autonoma un presidio presso la Presidenza della Regione Puglia in Bari per il 9 settembre promosso da una recente formazione di coordinamento.
Il Comitato sta valutando ed adottando tutte le possibili azioni legali conseguenti al recente pronunciamento del Consiglio di Stato che ha ribaltato la sentenza del Tar di Bari che, con esito favorevole al Comitato, di fatto non avrebbe consentito la costruzione dell'impattante e pericolosa opera e, quindi, in queste ore il comitato "No inceneritore" è impegnato nel preparare il ricorso in Cassazione, con la finalità di far revocare la sentenza del Consiglio di Stato.
Il comitato ha, inoltre, notificato la diffida alla Regione Puglia per chiedere l 'annullamento in autotutela delle autorizzazioni del 2018 e per dare il via a una nuova conferenza di servizi, medesima iniziativa assunta dal Comune di Bari e dai comuni dell'ambito Aro Ba 2 (incluso Giovinazzo, nda), che hanno dichiarato pubblicamente e con atti legali, il rifiuto motivato e categorico all'insediamento dell'inceneritore sul proprio territorio.
Conseguentemente rileviamo la necessità che anche il Comune di Bari e i Comuni dell'ambito Ba 2 (compreso Giovinazzo, nda) diano un coerente seguito alle azioni intraprese predisponendo gli atti giudiziari per chiedere, in comunione di interessi con il comitato "No inceneritore" per la tutela ambientale e la salute pubblica, la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato con la quale è stata dichiarata legittima l'autorizzazione della Regione Puglia che consente la costruzione dell'inceneritore e ciò nella consapevolezza che ben difficilmente la Regione Puglia annullerà in autotutela il provvedimento autorizzatorio.
Il comitato "No inceneritore" costituito da singoli cittadini, comitati ed associazioni ha, pertanto, delegato l'avv. Luigi Campanale ad esperire tutte le azioni legali necessarie per continuare l'azione intrapresa ai fini della revocazione desistendo, al momento, da manifestazioni pubbliche nella consapevolezza che per l'attuale concitata campagna elettorale possa diventare, anche involontariamente, terreno di strumentalizzazione con il percorso giuridico/amministrativo tracciato per la ferma opposizione alla realizzazione dell'opera.
Il comitato "No inceneritore" si riserva di valutare in seguito, contestualmente all'esito delle risultanze delle azioni legali intraprese, la necessità - termina la nota - di mettere in campo eventuali iniziative sul territorio».
Lo ha stabilito una sentenza (o meglio 5 sentenze sullo stesso argomento) che ha riformato il provvedimento di annullamento di primo grado (emesso dal Tar per la Puglia il 13 dicembre del 2021) in merito «alla determinazione del dirigente del servizio autorizzazioni ambientali della Regione Puglia del 2018 recante il giudizio favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto della società Newo relativo alla realizzazione dell'impianto».
«Il Consiglio di Stato - è riportato nel dispositivo della sentenza - in sede giurisdizionale, definitivamente pronunciando sull'appello (n. 10897/2021) lo accoglie e, per l'effetto, in riforma dell'impugnata sentenza, respinge il ricorso di primo grado ed i connessi motivi aggiunti. Compensa le spese del doppio grado di giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa».
Il comitato "No inceneritore", però, non molla e mentre prepara il ricorso in Cassazione, chiede che sia indetta una nuova conferenza di servizi, rilevando anche la necessità di un coerente impegno delle stesse amministrazioni comunali, che in passato, con atti pubblici e motivati, hanno chiesto alla Regione già nel 2018, la revoca in autotutela delle autorizzazioni concesse per l'insediamento dell'inceneritore. Ma c'è anche un diffida.
È quella che il comitato rivolge a tutti coloro che impropriamente hanno deciso di intraprendere un percorso diverso, volendo costituire in maniera autonoma un presidio presso la Presidenza delle Regione previsto per il 9 settembre.
«Il comitato "No inceneritore" - si legge in una nota stampa -, impegnato sin dalla sua costituzione nel contrastare, attraverso argomentazioni legali supportate da tesi tecnico-scientifiche, la realizzazione dell'inceneritore (tecnicamente definito ossicombustore) nel quartiere San Paolo di Bari, registra una diversità di percorso da altri soggetti che, al di fuori della linea ad oggi adottata dal comitato "No inceneritore", vogliono costituire in maniera autonoma un presidio presso la Presidenza della Regione Puglia in Bari per il 9 settembre promosso da una recente formazione di coordinamento.
Il Comitato sta valutando ed adottando tutte le possibili azioni legali conseguenti al recente pronunciamento del Consiglio di Stato che ha ribaltato la sentenza del Tar di Bari che, con esito favorevole al Comitato, di fatto non avrebbe consentito la costruzione dell'impattante e pericolosa opera e, quindi, in queste ore il comitato "No inceneritore" è impegnato nel preparare il ricorso in Cassazione, con la finalità di far revocare la sentenza del Consiglio di Stato.
Il comitato ha, inoltre, notificato la diffida alla Regione Puglia per chiedere l 'annullamento in autotutela delle autorizzazioni del 2018 e per dare il via a una nuova conferenza di servizi, medesima iniziativa assunta dal Comune di Bari e dai comuni dell'ambito Aro Ba 2 (incluso Giovinazzo, nda), che hanno dichiarato pubblicamente e con atti legali, il rifiuto motivato e categorico all'insediamento dell'inceneritore sul proprio territorio.
Conseguentemente rileviamo la necessità che anche il Comune di Bari e i Comuni dell'ambito Ba 2 (compreso Giovinazzo, nda) diano un coerente seguito alle azioni intraprese predisponendo gli atti giudiziari per chiedere, in comunione di interessi con il comitato "No inceneritore" per la tutela ambientale e la salute pubblica, la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato con la quale è stata dichiarata legittima l'autorizzazione della Regione Puglia che consente la costruzione dell'inceneritore e ciò nella consapevolezza che ben difficilmente la Regione Puglia annullerà in autotutela il provvedimento autorizzatorio.
Il comitato "No inceneritore" costituito da singoli cittadini, comitati ed associazioni ha, pertanto, delegato l'avv. Luigi Campanale ad esperire tutte le azioni legali necessarie per continuare l'azione intrapresa ai fini della revocazione desistendo, al momento, da manifestazioni pubbliche nella consapevolezza che per l'attuale concitata campagna elettorale possa diventare, anche involontariamente, terreno di strumentalizzazione con il percorso giuridico/amministrativo tracciato per la ferma opposizione alla realizzazione dell'opera.
Il comitato "No inceneritore" si riserva di valutare in seguito, contestualmente all'esito delle risultanze delle azioni legali intraprese, la necessità - termina la nota - di mettere in campo eventuali iniziative sul territorio».