Politica
Niente dazi per l'olio tunisino: i 5 Stelle attaccano il PD
I pentastellati: «Non sono interessati all'olivicoltura italiana e pugliese»
Puglia - venerdì 29 gennaio 2016
10.15
La Tunisia bussa, Bruxelles risponde con il benestare di molti europarlamentari italiani.
È quanto accaduto dopo la votazione che ha sancito una ulteriore forma di aiuti dell'Unione Europea allo Stato nordafricano, all'indomani degli attacchi terroristici che hanno sconvolto le località turistiche tunisine. In sostanza, l'UE ha eliminato i dazi doganali per l'olio proveniente da quel Paese fino al 2017, consentendo l'accesso temporaneo di circa 35.000 tonnellate di olio d'oliva. Un errore macroscopico, se si pensa che molte regioni italiane, tra cui la Puglia, fanno dell'olivicoltura e del commercio di olio una delle voci principali della loro economia agricola. Giovinazzo è, ad esempio, una delle cittadine pugliesi che trae maggiore beneficio dal commercio di olio extravergine di oliva di ottima qualità.
Nei giorni scorsi era intervenuto sull'argomento anche il Movimento 5 Stelle, attraverso le parole dell'europarlamentare Ignazio Corrao, che aveva denunciato il voto favorevole degli europarlamentari del Partito Democratico. Secondo i pentastellati «Mentre il Piano Olivicolo Nazionale giace dimenticato nei cassetti del Ministro Martina, il Partito Democratico compie l'ulteriore beffa nei confronti degli agricoltori: dopo le sanzioni alla Russia, ecco il regalo alla Tunisia. Evidentemente non sono interessati all'olivicoltura italiana e pugliese».
Da qui l'ulteriore presa di posizione da parte del deputato pugliese Giuseppe L'Abbate che ha dichiarato: «Si tratta di misure che, oltre a danneggiare le produzioni degli Stati membri e della Puglia in particolare, come nel caso delle sanzioni imposte alla Russia a seguito della crisi con l'Ucraina, non consentono la rimozione delle cause strutturali della disoccupazione e non favoriscono programmi di sviluppo endogeno nei Paesi beneficiari».
«Una vicenda - ha commentato - che abbiamo portato in Commissione Agricoltura alla Camera già lo scorso settembre, con una risoluzione che chiedeva di bloccare questa scellerata decisione e di sollecitare l'applicazione dell'accordo euro-mediterraneo di associazione, che prevede finanziamenti destinati a sostenere progetti di formazione per l'occupazione di giovani nel settore agricolo, in particolare olivicolo».
Al contempo - ha continuato L'Abbate - non comprendiamo cosa serve avere parlamentari europei del Partito Democratico in Unione europea, se le decisioni prese devono poi ripercuotersi negativamente ed in maniera drammatica sugli agricoltori della nostra regione, protagonista internazionale assoluta con l'8% dell'olio extravergine di oliva prodotto nel mondo. Eppure tra costoro c'è anche chi si vanta di ricoprire cariche di alta levatura proprio in ambito agricolo: incredibile!»
«Questa votazione europea, peraltro - ha concluso il deputato pugliese 5 Stelle - fa ben comprendere il perché il Piano Olivicolo Nazionale, dopo l'approvazione della legge 51/2015, giaccia nei cassetti del Ministro Maurizio Martina: il futuro e il progresso dell'olivicoltura italiana e pugliese non sembrano interessare al PD».
Con questa misura comunitaria, negli Stati membri dell'Unione giungeranno quelle 35.000 tonnellate di olio di oliva in più, che si andranno ad aggiungere alle 56.700 già esportate dalla Tunisia nel nostro continente. Anche la Confederazione Italiana Agricoltura e Coldiretti hanno rilasciato commenti molto pesanti sulla decisione UE, agevolata dal voto di alcuni europarlamentari italiani. Tulio Marcelli, Presidente della stessa Coldiretti, aveva infatti parlato di questo accordo come di «merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale ed ambientale sui nostri territori».
È quanto accaduto dopo la votazione che ha sancito una ulteriore forma di aiuti dell'Unione Europea allo Stato nordafricano, all'indomani degli attacchi terroristici che hanno sconvolto le località turistiche tunisine. In sostanza, l'UE ha eliminato i dazi doganali per l'olio proveniente da quel Paese fino al 2017, consentendo l'accesso temporaneo di circa 35.000 tonnellate di olio d'oliva. Un errore macroscopico, se si pensa che molte regioni italiane, tra cui la Puglia, fanno dell'olivicoltura e del commercio di olio una delle voci principali della loro economia agricola. Giovinazzo è, ad esempio, una delle cittadine pugliesi che trae maggiore beneficio dal commercio di olio extravergine di oliva di ottima qualità.
Nei giorni scorsi era intervenuto sull'argomento anche il Movimento 5 Stelle, attraverso le parole dell'europarlamentare Ignazio Corrao, che aveva denunciato il voto favorevole degli europarlamentari del Partito Democratico. Secondo i pentastellati «Mentre il Piano Olivicolo Nazionale giace dimenticato nei cassetti del Ministro Martina, il Partito Democratico compie l'ulteriore beffa nei confronti degli agricoltori: dopo le sanzioni alla Russia, ecco il regalo alla Tunisia. Evidentemente non sono interessati all'olivicoltura italiana e pugliese».
Da qui l'ulteriore presa di posizione da parte del deputato pugliese Giuseppe L'Abbate che ha dichiarato: «Si tratta di misure che, oltre a danneggiare le produzioni degli Stati membri e della Puglia in particolare, come nel caso delle sanzioni imposte alla Russia a seguito della crisi con l'Ucraina, non consentono la rimozione delle cause strutturali della disoccupazione e non favoriscono programmi di sviluppo endogeno nei Paesi beneficiari».
«Una vicenda - ha commentato - che abbiamo portato in Commissione Agricoltura alla Camera già lo scorso settembre, con una risoluzione che chiedeva di bloccare questa scellerata decisione e di sollecitare l'applicazione dell'accordo euro-mediterraneo di associazione, che prevede finanziamenti destinati a sostenere progetti di formazione per l'occupazione di giovani nel settore agricolo, in particolare olivicolo».
Al contempo - ha continuato L'Abbate - non comprendiamo cosa serve avere parlamentari europei del Partito Democratico in Unione europea, se le decisioni prese devono poi ripercuotersi negativamente ed in maniera drammatica sugli agricoltori della nostra regione, protagonista internazionale assoluta con l'8% dell'olio extravergine di oliva prodotto nel mondo. Eppure tra costoro c'è anche chi si vanta di ricoprire cariche di alta levatura proprio in ambito agricolo: incredibile!»
«Questa votazione europea, peraltro - ha concluso il deputato pugliese 5 Stelle - fa ben comprendere il perché il Piano Olivicolo Nazionale, dopo l'approvazione della legge 51/2015, giaccia nei cassetti del Ministro Maurizio Martina: il futuro e il progresso dell'olivicoltura italiana e pugliese non sembrano interessare al PD».
Con questa misura comunitaria, negli Stati membri dell'Unione giungeranno quelle 35.000 tonnellate di olio di oliva in più, che si andranno ad aggiungere alle 56.700 già esportate dalla Tunisia nel nostro continente. Anche la Confederazione Italiana Agricoltura e Coldiretti hanno rilasciato commenti molto pesanti sulla decisione UE, agevolata dal voto di alcuni europarlamentari italiani. Tulio Marcelli, Presidente della stessa Coldiretti, aveva infatti parlato di questo accordo come di «merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale ed ambientale sui nostri territori».