Chiesa locale
Nicola Mastro, il più piccolo confratello giovinazzese
Il 3 marzo scorso l'ingresso nella Confraternita di Maria SS di Costantinopoli
Giovinazzo - sabato 7 marzo 2020
Nicola Mastro è tra i pochissimi bambini, probabilmente il più piccolo d'età, che nel nostro territorio ha manifestato la volontà di entrare a far parte di una confraternita, rinnovando la tradizione di famiglia. Durante la cerimonia liturgica in occasione della festa della Madonna di Costantinopoli, svoltasi lo scorso 3 marzo nella piccola e splendida chiesa del centro storico di Giovinazzo, ha emozionato il pubblico dei fedeli, tra cui i suoi genitori, gli avvocati Mariella Leone e Francesco Mastro, e la nonna Marisa, pronunciando la formula che è prevista per il momento della vestizione dei nuovi confratelli del pio sodalizio, per lui primo ed ufficiale momento di ingresso.
Nel corso della messa, officiata da don Andrea Azzollini, padre spirituale della Confraternita di Costantinopoli e parroco della Concattedrale Santa Maria Assunta, gli oltre quaranta confratelli hanno rinnovato gli impegni confraternali, fatti di fede e servizio alla sodalizio di appartenenza.
Con emozione ci ha raccontato di aver «fatto questa scelta perché da piccolo i miei genitori mi portavano a vedere la processione dei Santi Medici, organizzata dalla Confraternita di Maria SS. di Costantinopoli e a me piaceva molto. Qualche volta ho dato una mano a papà e ho partecipato con lui. Mi piacciono i due Santi perché sono medici e perché da grande vorrei esercitare quella professione. È stata un'emozione forte l'altra sera, durante la messa, perché da quando ero più piccolo, a cinque anni, avrei voluto indossare quell'abito e adesso che sono entrato nella Confraternita sono felice, perché questo sogno l'ho finalmente realizzato. Io vado in processione con i confratelli, do la mano al priore Agostino Marzella, cammino con loro e conosco tutti i canti dei Santi Medici», ha dichiarato felice col candore dei suoi anni.
La religione, in particolar modo la devozione - hanno proseguito i due legali giovinazzesi -, è vissuta in famiglia in modo sentito ma mai imposto. Ci ha lasciati molto inteneriti questa devozione (iniziata dal papà e dal nonno Michele Mastro, ndr) che trova spazio in un animo indubbiamente dolce ed estremamente altruista. Lo avremmo seguito e supportato in qualsiasi scelta, verso qualsiasi religione. Tuttavia il suo sincero entusiasmo lo si deve anche ai confratelli che lo hanno accolto con gioia e grande disponibilità, facendolo sentire a casa e ben voluto. Sono sensazioni molto importanti per un bambino.
A questo proposito non possiamo che ringraziare don Andrea - è stata la sottolineatura -, persona di sensibilità e disponibilità rare. Ancora sentiamo di ringraziare tutti i confratelli che con la loro devozione e cristiana fratellanza danno sollievo all'animo di chiunque li frequenti. Avere visto Nicola ricevere la vestizione nella stessa chiesa nella quale cinquantatré anni fa si sposarono Nonno Michele Mastro e nonna Marisa Errico ha creato un'emozione non indifferente. Speriamo che non sia l'ultimo piccolo confratello ad appassionarsi alla vita caritatevole - è il loro auspicio - e che la tradizione delle confraternite rimanga viva ed educhi ancora le generazioni a venire».
L'esempio dato dalla volontà di questo bambino è un segnale forte che affonda le radici in quel grande rispetto dei valori umani e cristiani che, si spera, coinvolgano e pervadano il cuore e l'animo di molti più ragazzi. Nei più giovani tutti noi poniamo un granello di speranza per un mondo migliore, che potrà evolversi in meglio se sapremo indirizzare i nostri figli su canali che guardino alla pace, all'amore per il prossimo, al rispetto degli altri ed alla conservazione gelosa dei valori degli avi.
Nel corso della messa, officiata da don Andrea Azzollini, padre spirituale della Confraternita di Costantinopoli e parroco della Concattedrale Santa Maria Assunta, gli oltre quaranta confratelli hanno rinnovato gli impegni confraternali, fatti di fede e servizio alla sodalizio di appartenenza.
LA VOLONTÀ E LA SCELTA
Tra lo stupore di tutti i convenuti, Nicola è stato chiamato a pronunciare la preghiera del rito della prima vestizione ed è entrato così nella Confraternita. Il suo sogno si è realizzato dopo aver espresso lo scorso anno la chiara volontà di affiliazione (stupefacente alla sua età). Una opportunità possibile solo quest'anno, dopo aver ricevuto il sacramento della Prima Comunione. A tanti è parso davvero bello con l'abito bianco ed il cordone caratteristico di colore celeste, omaggio alla Vergine. Dopo il compimento dei diciott'anni ci sarà la vestizione da novizio e dopo circa un anno diventerà confratello adulto e riceverà lo scapolare color cielo.Con emozione ci ha raccontato di aver «fatto questa scelta perché da piccolo i miei genitori mi portavano a vedere la processione dei Santi Medici, organizzata dalla Confraternita di Maria SS. di Costantinopoli e a me piaceva molto. Qualche volta ho dato una mano a papà e ho partecipato con lui. Mi piacciono i due Santi perché sono medici e perché da grande vorrei esercitare quella professione. È stata un'emozione forte l'altra sera, durante la messa, perché da quando ero più piccolo, a cinque anni, avrei voluto indossare quell'abito e adesso che sono entrato nella Confraternita sono felice, perché questo sogno l'ho finalmente realizzato. Io vado in processione con i confratelli, do la mano al priore Agostino Marzella, cammino con loro e conosco tutti i canti dei Santi Medici», ha dichiarato felice col candore dei suoi anni.
IL PENSIERO DEI GENITORI
Anche i genitori sono stati molto attenti nel supportare questa scelta del loro piccolo, senza tuttavia forzarlo. Il papà Francesco è confratello da quindici anni e ha accettato con grande orgoglio la volontà espressa da suo figlio. «È stata una esperienza straordinaria - hanno affermato Francesco Mastro e Mariella Leone -. La cosa che più ci ha reso felici è stata la spontaneità e la libertà di una scelta non certo leggera. Ci siamo preoccupati solo di farlo partecipare liberamente, spiegandogli solo il significato di un impegno e della fede in qualcosa o qualcuno. I nostri figli sono educati al rispetto di ogni tipo di religione e di genere, al rispetto delle scelte, e cerchiamo quotidianamente esclusivamente di far capire loro il significato di gesti e comportamenti.La religione, in particolar modo la devozione - hanno proseguito i due legali giovinazzesi -, è vissuta in famiglia in modo sentito ma mai imposto. Ci ha lasciati molto inteneriti questa devozione (iniziata dal papà e dal nonno Michele Mastro, ndr) che trova spazio in un animo indubbiamente dolce ed estremamente altruista. Lo avremmo seguito e supportato in qualsiasi scelta, verso qualsiasi religione. Tuttavia il suo sincero entusiasmo lo si deve anche ai confratelli che lo hanno accolto con gioia e grande disponibilità, facendolo sentire a casa e ben voluto. Sono sensazioni molto importanti per un bambino.
A questo proposito non possiamo che ringraziare don Andrea - è stata la sottolineatura -, persona di sensibilità e disponibilità rare. Ancora sentiamo di ringraziare tutti i confratelli che con la loro devozione e cristiana fratellanza danno sollievo all'animo di chiunque li frequenti. Avere visto Nicola ricevere la vestizione nella stessa chiesa nella quale cinquantatré anni fa si sposarono Nonno Michele Mastro e nonna Marisa Errico ha creato un'emozione non indifferente. Speriamo che non sia l'ultimo piccolo confratello ad appassionarsi alla vita caritatevole - è il loro auspicio - e che la tradizione delle confraternite rimanga viva ed educhi ancora le generazioni a venire».
L'esempio dato dalla volontà di questo bambino è un segnale forte che affonda le radici in quel grande rispetto dei valori umani e cristiani che, si spera, coinvolgano e pervadano il cuore e l'animo di molti più ragazzi. Nei più giovani tutti noi poniamo un granello di speranza per un mondo migliore, che potrà evolversi in meglio se sapremo indirizzare i nostri figli su canali che guardino alla pace, all'amore per il prossimo, al rispetto degli altri ed alla conservazione gelosa dei valori degli avi.