Politica
Nico Bavaro: «Senza ventenni il mondo non si cambia»
Videomessaggio ai giovani del candidato alla Camera per Liberi e Uguali
Giovinazzo - lunedì 12 febbraio 2018
Ha fatto di nuovo sentire la sua voce, Nico Bavaro, giovinazzese, Segretario regionale di Sinistra Italiana, candidato alla Camera nel collegio Puglia 3, quello che riguarda anche Giovinazzo, per Liberi e Uguali.
Lo ha fatto attraverso un video pubblicato sui social network in cui si rivolge direttamente ai giovani. Bavaro parte dall'esperienza del licenziamento del padre, quando aveva 10 anni e dal "mito" della privatizzazione «perché privato è bello, dicevano», che però portò a tanti ridimensionamenti di personale nelle aziende partecipate. «Capii in quel momento - dice - che bisognava occuparsi di politica».
Il passaggio successivo è un lungo elenco di situazioni che toccano le fasce più deboli della società, che Bavaro dice di conoscere da vicini. Da chi «ha problemi di disabilità in casa e deve arrangiarsi da solo, perché quello che passa il convento sono solo pacche sulle spalle e qualche sguardo compassionevole», alle molteplici forme di precariato lavorativo, non solo prettamente giovanile, che genera disperazione.
«Conosco la rabbia dei figli di nessuno - afferma - perché hai voglia a parlare di meritocrazia, ma in certi ambienti devi faticare il triplo, altrimenti ti preferiscono i "figli di". Conosco la rabbia di distribuire volantini - ha continuato - o di lavare i piatti nei pub per pagarsi gli studi o anche solo una birra con gli amici».
Poi un altro passaggio sui contratti a tempo determinato, su quelli a sei mesi, sull'«angoscia e la paura del giorno prima della fine del contratto. Conosco - ha sottolineato - la frustrazione di curricula pieni di esperienze che divengono fisarmoniche di carta», parlando poi dell'eterno precariato di chi ha figli e non intravede un futuro sereno.
Per questi e altri motivi, Bavaro invita alla mobilitazione, alla partecipazione dal basso, all'impegno soprattutto dei giovani, come già aveva detto in piazza Vittorio Emanuele II due domeniche fa: «Senza ventenni - è la sua chiosa - il mondo non si cambia».
Lo ha fatto attraverso un video pubblicato sui social network in cui si rivolge direttamente ai giovani. Bavaro parte dall'esperienza del licenziamento del padre, quando aveva 10 anni e dal "mito" della privatizzazione «perché privato è bello, dicevano», che però portò a tanti ridimensionamenti di personale nelle aziende partecipate. «Capii in quel momento - dice - che bisognava occuparsi di politica».
Il passaggio successivo è un lungo elenco di situazioni che toccano le fasce più deboli della società, che Bavaro dice di conoscere da vicini. Da chi «ha problemi di disabilità in casa e deve arrangiarsi da solo, perché quello che passa il convento sono solo pacche sulle spalle e qualche sguardo compassionevole», alle molteplici forme di precariato lavorativo, non solo prettamente giovanile, che genera disperazione.
«Conosco la rabbia dei figli di nessuno - afferma - perché hai voglia a parlare di meritocrazia, ma in certi ambienti devi faticare il triplo, altrimenti ti preferiscono i "figli di". Conosco la rabbia di distribuire volantini - ha continuato - o di lavare i piatti nei pub per pagarsi gli studi o anche solo una birra con gli amici».
Poi un altro passaggio sui contratti a tempo determinato, su quelli a sei mesi, sull'«angoscia e la paura del giorno prima della fine del contratto. Conosco - ha sottolineato - la frustrazione di curricula pieni di esperienze che divengono fisarmoniche di carta», parlando poi dell'eterno precariato di chi ha figli e non intravede un futuro sereno.
Per questi e altri motivi, Bavaro invita alla mobilitazione, alla partecipazione dal basso, all'impegno soprattutto dei giovani, come già aveva detto in piazza Vittorio Emanuele II due domeniche fa: «Senza ventenni - è la sua chiosa - il mondo non si cambia».