Politica
Nico Bavaro eletto nella segreteria nazionale di SI: «Un grande orgoglio»
«Sinistra Italiana lotta contro i poteri forti». Elezioni 2022: «Lavoriamo per dare un futuro migliore ai giovinazzesi»
Giovinazzo - mercoledì 31 marzo 2021
«È stato tutto abbastanza inatteso, non ne avevamo discusso prima. Per me è motivo di orgoglio perché viene apprezzato il lavoro in Puglia. Ma è un orgoglio ancora più grande sapere di fare parte di un partito, Sinistra Italiana, che è una delle poche realtà in cui anche i figli degli operai e le persone che vengono dalla provincia possono avere compiti di direzione nazionale».
Nico Bavaro si lascia scappare un sorriso mentre si districa tra i pannolini di Nina, la seconda figlia nata pochi mesi fa, e il compito di nuovo membro della segreteria nazionale di Sinistra Italiana, affidatogli pochi giorni fa. Il tutto, come moltissimi altri italiani, rigorosamente da casa.
Bavaro, Gobetti definì il fascismo "autobiografia della nazione", un Paese in cui l'interesse particolare prevale sulle responsabilità collettive. Un fatto che puntualmente si ripete oggi in piena pandemia. In questo contesto quali spazi ha Sinistra Italiana?
«Francamente non so se oggi sia una mancanza atavica di spirito collettivo, io penso più a una forma di autodifesa delle persone comuni, che di fronte all'assurdità dei gruppi dirigenti, non solo quelli della politica, attuano un cinismo misto a nichilismo. Niente si può cambiare e quindi mi adeguo a quello che mi propongono. La mia vita vale di più della tua. Ma Sinistra Italiana in questo contesto può fare molto, lottando, come sta facendo, per i vaccini: lì per esempio si vede la rottura del patto collettivo e il predominio degli interessi di pochi a discapito di tutti. Noi siamo gli unici che hanno fatto una battaglia perché i vaccini siano bene comune. Su questo tema né l'Europa e né il governo italiano hanno dato prova di grande capacità».
La scelta del partito di non sostenere il governo Draghi ha avuto anche un sensibile riscontro nei sondaggi. Vuol dire che gli elettori preferiscono una SI più di lotta che di governo?
«Lotta e governo è un concetto antico. Non credo che l'aumento dei sondaggi dipenda da questa dicotomia. Io penso che l'aumento dei sondaggi significhi che i cittadini hanno capito cosa c'è stato dietro, cioè una manovra dei poteri forti di questo Paese per mandare a casa una maggioranza e un governo unici in Europa che hanno salvato milioni di posti di lavoro con il blocco dei licenziamenti. I cittadini lo hanno capito e premiano chi come noi ha deciso di stare fuori da questa manovra di palazzo»
In Puglia invece come vanno le cose?
«Stiamo lavorando sulle materie che che il presidente Emiliano ci ha affidato, cioè ambiente e urbanistica. L'aspetto più interessante dello scenario pugliese è che qui si è mantenuta la coalizione Pd, M5S e sinistra che a Roma è stata invece mandata a casa».
A Giovinazzo invece sembra che SI abbia un po' perso il ruolo di protagonista a favore di PVA.
«È innegabile che ci sia un protagonismo importante di PVA, perché ha espresso nel 2017 il candidato sindaco, ha una figura di rilievo come Daniele de Gennaro e ha due consigliere comunali bravissime. È inevitabile che PVA abbia una certa centralità dal punto di vista comunicativo. Questo però per noi non è un problema, lavoriamo a strettissimo contatto con loro come le recenti elezioni regionali hanno dimostrato. Noi peraltro siamo in fase riorganizzativa, tra qualche settimana ci sarà il congresso cittadino che darà l'avvio alla nuova stagione. Sono sicuro che SI arriverà alle prossime amministrative persino più forte di come è stata nel 2017 e darà un contributo determinante alla futura coalizione».
A proposito i coalizione, quali sono le prospettive in ottica 2022?
«Abbiamo dato vita ad "Officina 22", in cui per la prima volta dopo 20 anni a Giovinazzo PD e SI si sono sedute intorno allo stesso tavolo. Ci sono inoltre le importanti presenze di PVA, Nuova Giovinazzo, La Nostra Città Giovinazzo, ma anche di molte realtà civiche e politiche nonché di singole personalità che lavorano per un progetto chiaro. Io mi sono speso perché tutto il fronte progressista tornasse unito e si mettesse al lavoro per dare ai giovinazzesi un futuro migliore».
Nico Bavaro si lascia scappare un sorriso mentre si districa tra i pannolini di Nina, la seconda figlia nata pochi mesi fa, e il compito di nuovo membro della segreteria nazionale di Sinistra Italiana, affidatogli pochi giorni fa. Il tutto, come moltissimi altri italiani, rigorosamente da casa.
Bavaro, Gobetti definì il fascismo "autobiografia della nazione", un Paese in cui l'interesse particolare prevale sulle responsabilità collettive. Un fatto che puntualmente si ripete oggi in piena pandemia. In questo contesto quali spazi ha Sinistra Italiana?
«Francamente non so se oggi sia una mancanza atavica di spirito collettivo, io penso più a una forma di autodifesa delle persone comuni, che di fronte all'assurdità dei gruppi dirigenti, non solo quelli della politica, attuano un cinismo misto a nichilismo. Niente si può cambiare e quindi mi adeguo a quello che mi propongono. La mia vita vale di più della tua. Ma Sinistra Italiana in questo contesto può fare molto, lottando, come sta facendo, per i vaccini: lì per esempio si vede la rottura del patto collettivo e il predominio degli interessi di pochi a discapito di tutti. Noi siamo gli unici che hanno fatto una battaglia perché i vaccini siano bene comune. Su questo tema né l'Europa e né il governo italiano hanno dato prova di grande capacità».
La scelta del partito di non sostenere il governo Draghi ha avuto anche un sensibile riscontro nei sondaggi. Vuol dire che gli elettori preferiscono una SI più di lotta che di governo?
«Lotta e governo è un concetto antico. Non credo che l'aumento dei sondaggi dipenda da questa dicotomia. Io penso che l'aumento dei sondaggi significhi che i cittadini hanno capito cosa c'è stato dietro, cioè una manovra dei poteri forti di questo Paese per mandare a casa una maggioranza e un governo unici in Europa che hanno salvato milioni di posti di lavoro con il blocco dei licenziamenti. I cittadini lo hanno capito e premiano chi come noi ha deciso di stare fuori da questa manovra di palazzo»
In Puglia invece come vanno le cose?
«Stiamo lavorando sulle materie che che il presidente Emiliano ci ha affidato, cioè ambiente e urbanistica. L'aspetto più interessante dello scenario pugliese è che qui si è mantenuta la coalizione Pd, M5S e sinistra che a Roma è stata invece mandata a casa».
A Giovinazzo invece sembra che SI abbia un po' perso il ruolo di protagonista a favore di PVA.
«È innegabile che ci sia un protagonismo importante di PVA, perché ha espresso nel 2017 il candidato sindaco, ha una figura di rilievo come Daniele de Gennaro e ha due consigliere comunali bravissime. È inevitabile che PVA abbia una certa centralità dal punto di vista comunicativo. Questo però per noi non è un problema, lavoriamo a strettissimo contatto con loro come le recenti elezioni regionali hanno dimostrato. Noi peraltro siamo in fase riorganizzativa, tra qualche settimana ci sarà il congresso cittadino che darà l'avvio alla nuova stagione. Sono sicuro che SI arriverà alle prossime amministrative persino più forte di come è stata nel 2017 e darà un contributo determinante alla futura coalizione».
A proposito i coalizione, quali sono le prospettive in ottica 2022?
«Abbiamo dato vita ad "Officina 22", in cui per la prima volta dopo 20 anni a Giovinazzo PD e SI si sono sedute intorno allo stesso tavolo. Ci sono inoltre le importanti presenze di PVA, Nuova Giovinazzo, La Nostra Città Giovinazzo, ma anche di molte realtà civiche e politiche nonché di singole personalità che lavorano per un progetto chiaro. Io mi sono speso perché tutto il fronte progressista tornasse unito e si mettesse al lavoro per dare ai giovinazzesi un futuro migliore».