Vita di città
Nessun distanziamento fisico a Levante
Situazione difficile nel fine settimana nella zona del cosiddetto "Porto Vecchio". Pochi i controlli
Giovinazzo - lunedì 13 luglio 2020
Siamo consci che tutti hanno diritto di andare al mare e siamo altrettanto consci che nei fine settimana, con tantissima gente che si riversa sulle spiagge, sia difficile mantenere il distanziamento fisico tra nuclei diversi, secondo le regole che impone un'emergenza sanitaria non ancora conclusasi.
Eppure quanto abbiamo constatato nel fine settimana nella zona di quello che i giovinazzesi chiamano "Porto Vecchio" (definizione che gli appassionati di storia locale rifiutano, ndr), sia sabato sia domenica, non può essere taciuto.
Tante persone in pochi metri quadrati (succede anche alla Trincea ed in altre zone a Levante), ma soprattutto i più giovani stanno tutti vicini, senza nessun distanziamento, come accade a sera quando escono in gruppo. Va bene il volersi rilassare o divertire, va bene la voglia di godersi uno dei posti più belli di Giovinazzo, ma la sicurezza deve venire prima di tutto. Posto bello, a proposito, violato anche da quanto resta dei bivacchi dopo il tramonto e che di mattina, con gli ombrelloni posti davanti al monumento ai caduti dell'aria, non restituisce esattamente un'immagine esemplare. Ma quest'ultima è una nostra considerazione.
Si tratta dunque di mettersi d'accordo: se le regole ci sono, vanno rispettate anche in spiaggia (in spiaggia, appunto!); se non ci sono più, ognuno faccia come gli pare. Ma a noi non sembra che i Decreti governativi e le ultime ordinanze regionali siano stati abrogati.
Nelle zone comuni, lo ribadiamo, sia nei lidi privati (dove ci sono controlli e regole più ferree a quanto constatiamo) che negli spazi demaniali pubblici, bisogna utilizzare i dispositivi di protezione individuale. Non quando si prende il sole distanziati ed ovviamente in alcun modo quando si sta in acqua (a qualcuno nelle settimane scorse era venuta l'idea balzana di fare il bagno con la mascherina).
Sollecitiamo tutti a maggiore responsabilità, senza rilassamenti esagerati in tema di protezione dal contagio e senza allarmismi. Non vogliamo creare paure infondate, ma nemmeno lasciare che certi comportamenti mettano a repentaglio la salute pubblica. Con misura e ponderazione, ciascuno dovrà fare la sua parte.
Alla Polizia Locale ed alla Guardia Costiera il compito di vigilare su quanto accade sul litorale. Sin qui i controlli sembrano essere stati improntati alla comprensione. Forse è tempo di un giro di vite più energico.
Sappiamo di essere impopolari, ma questo lo dobbiamo per rispetto verso chi, nei mesi scorsi, ha lottato nelle corsie d'ospedale, e verso coloro i quali portano avanti attività commerciali seguendo norme che altrove vediamo ignorate.
Eppure quanto abbiamo constatato nel fine settimana nella zona di quello che i giovinazzesi chiamano "Porto Vecchio" (definizione che gli appassionati di storia locale rifiutano, ndr), sia sabato sia domenica, non può essere taciuto.
Tante persone in pochi metri quadrati (succede anche alla Trincea ed in altre zone a Levante), ma soprattutto i più giovani stanno tutti vicini, senza nessun distanziamento, come accade a sera quando escono in gruppo. Va bene il volersi rilassare o divertire, va bene la voglia di godersi uno dei posti più belli di Giovinazzo, ma la sicurezza deve venire prima di tutto. Posto bello, a proposito, violato anche da quanto resta dei bivacchi dopo il tramonto e che di mattina, con gli ombrelloni posti davanti al monumento ai caduti dell'aria, non restituisce esattamente un'immagine esemplare. Ma quest'ultima è una nostra considerazione.
Si tratta dunque di mettersi d'accordo: se le regole ci sono, vanno rispettate anche in spiaggia (in spiaggia, appunto!); se non ci sono più, ognuno faccia come gli pare. Ma a noi non sembra che i Decreti governativi e le ultime ordinanze regionali siano stati abrogati.
Nelle zone comuni, lo ribadiamo, sia nei lidi privati (dove ci sono controlli e regole più ferree a quanto constatiamo) che negli spazi demaniali pubblici, bisogna utilizzare i dispositivi di protezione individuale. Non quando si prende il sole distanziati ed ovviamente in alcun modo quando si sta in acqua (a qualcuno nelle settimane scorse era venuta l'idea balzana di fare il bagno con la mascherina).
Sollecitiamo tutti a maggiore responsabilità, senza rilassamenti esagerati in tema di protezione dal contagio e senza allarmismi. Non vogliamo creare paure infondate, ma nemmeno lasciare che certi comportamenti mettano a repentaglio la salute pubblica. Con misura e ponderazione, ciascuno dovrà fare la sua parte.
Alla Polizia Locale ed alla Guardia Costiera il compito di vigilare su quanto accade sul litorale. Sin qui i controlli sembrano essere stati improntati alla comprensione. Forse è tempo di un giro di vite più energico.
Sappiamo di essere impopolari, ma questo lo dobbiamo per rispetto verso chi, nei mesi scorsi, ha lottato nelle corsie d'ospedale, e verso coloro i quali portano avanti attività commerciali seguendo norme che altrove vediamo ignorate.