Chiesa locale
Mons. Cornacchia: «Non è un castigo, ma un’opportunità per recuperare serenità nel nostro vivere»
Il messaggio del Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi per l’emergenza Covid-19
Giovinazzo - venerdì 13 marzo 2020
In questo momento di grande incertezza e di profondi interrogativi legati alla dilagante diffusione del Coronavirus, non poteva mancare il sostegno da parte della massima guida spirituale diocesana, Mons. Domenico Cornacchia. Il Vescovo ha lasciato un messaggio sulla pagina Facebook della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi per rincuorare i fedeli delle quattro città e far sentire loro la propria vicinanza in giorni non facili, in cui è richiesto un grande sacrificio da parte di tutti.
«L'invito è a riflettere e a pensare che non è un castigo divino quello che sta succedendo. – ha affermato con fermezza il prelato – Cerchiamo di purificare anche il nostro linguaggio, la nostra mente e il nostro cuore. È una prova, ma qualsiasi prova, qualsiasi sofferenza può diventare anche un mezzo attraverso cui noi recuperiamo maggiore serenità nel nostro vivere, nel nostro vissuto personale e comunitario».
Il Vescovo ha sottolineato come l'isolamento obbligato dalle recenti disposizioni governative possa portare a rallentare quei ritmi di vita "super accelerati" ormai parte integrante della nostra normalità, cominciando a prestare più attenzione al rispetto dell'ambiente e alla cura degli affetti. «Cerchiamo di recuperare ciò che di positivo c'è in questa situazione – ha ribadito – ad esempio riscoprendo l'ascolto vicendevole, dei grandi verso i piccoli, verso i nonni, verso coloro che sono impediti fisicamente e sono costretti a rimanere a casa già da prima di questa emergenza».
Poi, Mons. Cornacchia ha suggerito ad ogni famiglia di ritagliare 10-15 minuti della giornata alla preghiera ed alla meditazione della Parola di Dio, recitando il Santo Rosario, dieci Ave Maria o anche solo una preghiera da far ripetere ai bambini per coinvolgerli nel momento di condivisione.
Il messaggio non ha dimenticato neppure i sacerdoti, a cui il Vescovo ha chiesto di stare accanto alle famiglie e di lasciare le chiese aperte per dare la possibilità a chi ha bisogno di confessarsi o di una parola di conforto di essere aiutato, adottando tutte le precauzioni necessarie legate al momento.
Il sostegno è infine tornato a farsi sentire nelle ultime parole: «Io sono qui accanto a voi, anche se permanentemente dalla sede della diocesi, come il pastore che guarda l'orizzonte e si prende cura delle pecorelle più bisognose. Siate certi che il Vescovo ed i nostri cari sacerdoti pregano per voi e sempre con voi».
«L'invito è a riflettere e a pensare che non è un castigo divino quello che sta succedendo. – ha affermato con fermezza il prelato – Cerchiamo di purificare anche il nostro linguaggio, la nostra mente e il nostro cuore. È una prova, ma qualsiasi prova, qualsiasi sofferenza può diventare anche un mezzo attraverso cui noi recuperiamo maggiore serenità nel nostro vivere, nel nostro vissuto personale e comunitario».
Il Vescovo ha sottolineato come l'isolamento obbligato dalle recenti disposizioni governative possa portare a rallentare quei ritmi di vita "super accelerati" ormai parte integrante della nostra normalità, cominciando a prestare più attenzione al rispetto dell'ambiente e alla cura degli affetti. «Cerchiamo di recuperare ciò che di positivo c'è in questa situazione – ha ribadito – ad esempio riscoprendo l'ascolto vicendevole, dei grandi verso i piccoli, verso i nonni, verso coloro che sono impediti fisicamente e sono costretti a rimanere a casa già da prima di questa emergenza».
Poi, Mons. Cornacchia ha suggerito ad ogni famiglia di ritagliare 10-15 minuti della giornata alla preghiera ed alla meditazione della Parola di Dio, recitando il Santo Rosario, dieci Ave Maria o anche solo una preghiera da far ripetere ai bambini per coinvolgerli nel momento di condivisione.
Il messaggio non ha dimenticato neppure i sacerdoti, a cui il Vescovo ha chiesto di stare accanto alle famiglie e di lasciare le chiese aperte per dare la possibilità a chi ha bisogno di confessarsi o di una parola di conforto di essere aiutato, adottando tutte le precauzioni necessarie legate al momento.
Il sostegno è infine tornato a farsi sentire nelle ultime parole: «Io sono qui accanto a voi, anche se permanentemente dalla sede della diocesi, come il pastore che guarda l'orizzonte e si prende cura delle pecorelle più bisognose. Siate certi che il Vescovo ed i nostri cari sacerdoti pregano per voi e sempre con voi».