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Attualità

Migranti, Michele Sollecito propone «la terza via»

Un lungo post per spiegare la posizione del Vicesindaco sulla vicenda e sull'accoglienza offerta dalla Chiesa anche nella nostra Diocesi

La notizia della disponibilità ad accogliere in strutture della Diocesi due nuclei famigliari arrivati in Italia con la nave Diciotti ha riaperto anche a Giovinazzo il dibattito sull'opportunità delle scelte della politica nazionale.

Un dibattito infuocato, a volte dai toni troppo forti, da cui traspaiono non solo volgarità e pressapochismo, ma anche talvolta ottusità nell'uno e nell'altro senso.

Nelle scorse ore è intervenuto sulla questione immigrazione, con la sua consueta pacatezza, il Vicesindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, attraverso un lungo post apparso sulla sua pagina Facebook. Sollecito non si tira indietro e porta avanti l'idea della «terza via» paventata anche da diversi commentatori cattolici e non sui media nazionali.

Per terza via si intende una posizione che affronti il problema non scadendo nella retorica nazionalista o in quella mondialista. Sollecito, insomma, non sta né con Salvini né con Saviano o la sinistra mondialista e prova a far capire il perché.

Per lui la reazione della gente alla notizia dell'arrivo di due famiglie a Molfetta «appena 5 anni fa, dopo il disastro del naufragio di Lampedusa e della visita del Papa, questa notizia avrebbe destato scandalo al contrario (della serie "la diocesi si offre i ospitare solo 2 nuclei?"), oggi invece il sentimento nazionale è cambiato drasticamente e la notizia è accolta da una canea irripetibile di commenti volgari».

Ma Sollecito non giudica e prova a dare una spiegazione da amministratore che è a contatto con i problemi quotidiani della gente: «Per anni - ha scritto - gli amministratori locali hanno dovuto spiegare a Prefetti, partiti, semplici cittadini, che convocare i sindaci per questioni legate all'immigrazione e non dare segnali su altri temi molto sentiti dalla popolazione avrebbe prodotto una repulsione senza sconti di territorio. Qui da noi, in questi anni, si è chiesta invano una presenza più massiccia delle forze dell'ordine, un investimento serio in soluzioni alloggiative per gente letteralmente senza un tetto (ogni Comune affronta come può quella che è ormai una piaga difficile da sanare), una soluzione concreta per collegare il sostegno al Reddito, che pure è stato introdotto, (dapprima la carta SIA, poi il Reddito di Dignità pugliese e poi il Reddito di Inclusione) al mondo del lavoro per non produrre inattivo assistenzialismo ma forme di reinserimento lavorativo che garantissero dignità ad ogni persona bisognosa di sostegno».

E se così non è stato, almeno in parte, è per responsabilità di chi da Roma avrebbe potuto e dovuto interpretare quel sentimento nascente. E così si è arrivata alla guerra tra poveri, all'astio degli italiani (che non sono un popolo razzista) verso gente che, in buona parte, cerca scampo dalla miseria, prima che dalle guerre.

Così a queste latitudini, la Mafia è cresciuta di pari passo con la disperazione di interi quartieri delle città e le emergenze abitative hanno prodotto solo rabbia e risentimento verso uno Stato percepito come lontano.

«Questa è la base di partenza delle sofferenze delle nostre città - ha commentato ancora Sollecito -. Su questo fuoco soffia infine l'indifferenza della comunità internazionale per l'Africa e il Medio Oriente. Perché - si chiede il Vicesindaco - nessuno si vuole occupare del Sud Sudan devastato da anni da una guerra fratricida? Perché nessuno si vuole occupare di Boko Haram e dei rapimenti, delle uccisioni e delle torture ai fedeli cristiani in Nigeria e in altri stati africani? Perché nessuno si preoccupa del genocidio dei Yazidi in Medio Oriente per mano dell'Isis? E dei profughi siriani? Sono questioni che in tempi diversi si alternano e creano l'insieme "magmatico" del "flusso dei migranti". Ma sono questioni più grandi dell'Italia!

Sono questioni - è la posizione assunta - che necessitano dell'intervento corale della Comunità Internazionale! Fin quando gli italiani non vedranno segnali incoraggianti in tema di politiche interne e in tema di politiche estere non ci sarà più tregua per chi ancora oggi non si vuole arrendere a tanta cattiveria, a tanto odio, a così tanto feroce quanto superficiale condanna».

Quindi l'idea per una politica che proponga soluzioni concrete, appoggiandosi alla Chiesa ed alla sua capacità di aprirsi sempre e comunque, è quella della "terza via", che Sollecito sposa in toto: «Ecco perché la terza via: perché non è più possibile placare gli animi degli italiani in profonda difficoltà da troppo tempo, ignorando con malcelata indifferenza la loro situazione e non è comunque più possibile permettere che dilaghi l'insulto come risposta a drammi che comunque ci riguardano.

La dottrina sociale della Chiesa - questo il punto di partenza per il giovane amministratore giovinazzese - annovera come pilastro centrale il primato dell'uomo, su questo assunto deve basarsi una risposta corale alle emergenze internazionali: l'unica via d'uscita dai pericolosi nazionalismi che in passato sono stati per ben due volte l'anticamera delle due guerre che hanno devastato prima l'Europa e poi il mondo. I capi di Stato che oggi non prendono in mano la situazione e che non cercano una risposta collaborativa d'insieme con gli altri leader, magari per paura della perdita di consenso - insiste Sollecito -, sono destinati a soccombere schiacciati dalla paura.

Oggi invece è il tempo del coraggio, oggi è il tempo di prendere insieme in mani salde il timone della Storia. La Chiesa non ha mai smesso - evidenzia l'Assessore alle Politiche Sociali -, ha tenuto la barra dritta anche senza fare notizia a differenza di questi giorni. Ora tocca all'Europa e alla Comunità internazionale tutta. Sostegno e stima per il nostro Vescovo e per la nostra Caritas diocesana - è la chiosa convinta - che nel suo lavoro giornaliero a favore di tutti non ha nulla da farsi rimproverare».



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