Eventi e cultura
Michele Camporeale presenta le Giornate FAI di Primavera
A Giovinazzo aperti Casale Rufolo e l'IVE
Giovinazzo - martedì 21 marzo 2017
08.00
Sabato 25 e domenica 26 marzo saranno celebrate le Giornate FAI di Primavera. Anche Giovinazzo aprirà i battenti di due meravigliosi tesori nascosti: Casale Rufolo ed i sotterranei dell'Istituto Vittorio Emanuele II.
Quest'apertura particolare e straordinaria, che sarà inaugurata ufficialmente alle ore 11.00 di sabato 25 marzo a Torre Rufolo, gode del patrocinio della Città Metropolitana di Bari, del Comune di Giovinazzo, di Oliveti d'Italia e di Assoproli Bari. Il Casale Rufolo è situato sulla strada provinciale Giovinazzo-Terlizzi alla fine del cavalcavia della S.S. 16.bis, mentre l'Istituto Vittorio Emanuele II, già Convento dei Domenicani, per chi non fosse giovinazzese, è oggi un contenitore culturale sito nell'omonima piazza.
A Casale Rufolo si potrà accedere sabato 25 marzo dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle ore 18.00, mentre domenica 26 marzo lo si potrà fare dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Per quanto riguarda l'IVE, sarà visitabile sabato 25 marzo, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00, mentre domenica 26 dalle ore 10.00 alle ore 21.00.
Nella due giorni giovinazzese saranno impegnati nel ruolo di ciceroni il gruppo dei volontari FAI Giovinazzo, guidati dal suo promotore e coordinatore, Michele Camporeale, e gli "apprendisti ciceroni", ossia gli studenti del Liceo Classico "Matteo Spinelli" di Giovinazzo. Nel 2014 il gruppo di volontari FAI di Giovinazzo si attivò per l'apertura straordinaria di Torre delle Pietre Rosse, nelle campagne verso Santo Spirito, e delle Chiese di Sant' Agostino e di San Francesco d' Assisi, ex convento Cappuccini.
Quest'anno il gruppo riprende la volontà di seguire l'iniziativa nazionale, supportando il coordinatore cittadino che ha individuato e scelto i due luoghi ricchi di storia e di memoria. Abbiamo pensato di saperne di più in merito all'iniziativa e di chiedere all'architetto Camporeale il perché la sua attenzione si sia soffermata su Casale Rufolo e l'Istituto Vittorio Emanuele II.
«Quest'anno, in occasione dei 25 anni dalla istituzione delle Giornate FAI Primavera, si è pensato di riaprire al pubblico due luoghi importanti sul piano artistico ed architettonico, ma anche di rilievo sul piano della testimonianza civile ed economica della nostra cittadina - ha affermato Michele Camporeale -. Il convento dei Domenicani, sito nell'omonima piazza, poi divenuto Reale Ospizio ed oggi noto come Istituto Vittorio Emanuele II, fu fondato nel 1700 e poi ampliato e rimaneggiato nel corso del 1800.
Il casale fortificato detto di "Torre Rufolo" - ha spiegato -, dal nome della famiglia di ravellesi che lo edificò, sito lungo la provinciale che collega Giovinazzo a Terlizzi, fu costruito nella seconda metà del 1300 come residenza ed annesso "trappeto rurale" per la lavorazione delle olive e la produzione di olio. Due luoghi distinti e distanti nel territorio - ha evidenziato -, ma che possono tornare a svolgere un ruolo significativo nella storia contemporanea: il primo a forte vocazione culturale e centrale rispetto alla città; il secondo gestito dal consorzio di "Oliveti d'Italia" che fa capo all'associazione nazionale di produttori olivicoli Assoproli, collocato in territorio agricolo lungo una delle "Vie dell'olio".
Abbiamo intitolato l'iniziativa "Dal recupero al riuso" - ha rimarcato ancora Camporeale - perché la campagna nazionale del FAI ci consente di sollecitare le istituzioni a completarne il recupero materiale portando a conoscenza dei cittadini la bellezza dei luoghi. Vorremmo, inoltre, come gruppo FAI, mantenere vivo l'interesse della comunità verso un loro possibile riuso con funzioni adeguate alla bellezza e importanza architettonica dei luoghi, auspicando che si possa creare economia con la bellezza e la salvaguardia del territorio.
Il percorso di visita si conclude nell'annessa Chiesa di San Domenico - ha sottolineato -, dove è possibile visitare la pala residua di un trittico raffigurante San Felice in Cattedra, opera dell'importante pittore cinquecentesco di scuola veneta, Lorenzo Lotto.
La visita al Casale Rufolo - ha concluso l'architetto Camporeale - è imperniata sul percorso di conoscenza di una sequenza di architetture tardo medioevali in pietra, di cui appaiono preminenti le due torri angolari innestate sul perimetro di cinta, e i due grandi ambienti (trappeti) adibiti alla lavorazione delle olive ed alla loro premitura per la produzione di olio. Nel percorso di visita si può apprezzare la qualità del restauro degli ambienti, eseguito a cura della Soprintendenza che ne detiene la proprietà, ed un affresco neobizantino conservato in una cappella, raffigurante tre santi presumibilmente associati a San Nicola, San Girolamo e San Leonardo».
In merito a cosa resterà nel cuore e nei ricordi dei visitatori, il coordinatore cittadino del FAI ha risposto: «Ai visitatori, alla fine del loro percorso, resterà la consapevolezza di essere testimoni e depositari di una cultura materiale elevata che richiede cura e attenzioni, perché un popolo senza memoria non ha futuro. Alle Giornate FAI di Primavera è associata una raccolta di firme per promuovere una legge a tutela del suolo e del suo uso per la quale si potrà firmare ai nostri tavoli».
Quest'apertura particolare e straordinaria, che sarà inaugurata ufficialmente alle ore 11.00 di sabato 25 marzo a Torre Rufolo, gode del patrocinio della Città Metropolitana di Bari, del Comune di Giovinazzo, di Oliveti d'Italia e di Assoproli Bari. Il Casale Rufolo è situato sulla strada provinciale Giovinazzo-Terlizzi alla fine del cavalcavia della S.S. 16.bis, mentre l'Istituto Vittorio Emanuele II, già Convento dei Domenicani, per chi non fosse giovinazzese, è oggi un contenitore culturale sito nell'omonima piazza.
A Casale Rufolo si potrà accedere sabato 25 marzo dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle ore 18.00, mentre domenica 26 marzo lo si potrà fare dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Per quanto riguarda l'IVE, sarà visitabile sabato 25 marzo, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00, mentre domenica 26 dalle ore 10.00 alle ore 21.00.
Nella due giorni giovinazzese saranno impegnati nel ruolo di ciceroni il gruppo dei volontari FAI Giovinazzo, guidati dal suo promotore e coordinatore, Michele Camporeale, e gli "apprendisti ciceroni", ossia gli studenti del Liceo Classico "Matteo Spinelli" di Giovinazzo. Nel 2014 il gruppo di volontari FAI di Giovinazzo si attivò per l'apertura straordinaria di Torre delle Pietre Rosse, nelle campagne verso Santo Spirito, e delle Chiese di Sant' Agostino e di San Francesco d' Assisi, ex convento Cappuccini.
Quest'anno il gruppo riprende la volontà di seguire l'iniziativa nazionale, supportando il coordinatore cittadino che ha individuato e scelto i due luoghi ricchi di storia e di memoria. Abbiamo pensato di saperne di più in merito all'iniziativa e di chiedere all'architetto Camporeale il perché la sua attenzione si sia soffermata su Casale Rufolo e l'Istituto Vittorio Emanuele II.
«Quest'anno, in occasione dei 25 anni dalla istituzione delle Giornate FAI Primavera, si è pensato di riaprire al pubblico due luoghi importanti sul piano artistico ed architettonico, ma anche di rilievo sul piano della testimonianza civile ed economica della nostra cittadina - ha affermato Michele Camporeale -. Il convento dei Domenicani, sito nell'omonima piazza, poi divenuto Reale Ospizio ed oggi noto come Istituto Vittorio Emanuele II, fu fondato nel 1700 e poi ampliato e rimaneggiato nel corso del 1800.
Il casale fortificato detto di "Torre Rufolo" - ha spiegato -, dal nome della famiglia di ravellesi che lo edificò, sito lungo la provinciale che collega Giovinazzo a Terlizzi, fu costruito nella seconda metà del 1300 come residenza ed annesso "trappeto rurale" per la lavorazione delle olive e la produzione di olio. Due luoghi distinti e distanti nel territorio - ha evidenziato -, ma che possono tornare a svolgere un ruolo significativo nella storia contemporanea: il primo a forte vocazione culturale e centrale rispetto alla città; il secondo gestito dal consorzio di "Oliveti d'Italia" che fa capo all'associazione nazionale di produttori olivicoli Assoproli, collocato in territorio agricolo lungo una delle "Vie dell'olio".
Abbiamo intitolato l'iniziativa "Dal recupero al riuso" - ha rimarcato ancora Camporeale - perché la campagna nazionale del FAI ci consente di sollecitare le istituzioni a completarne il recupero materiale portando a conoscenza dei cittadini la bellezza dei luoghi. Vorremmo, inoltre, come gruppo FAI, mantenere vivo l'interesse della comunità verso un loro possibile riuso con funzioni adeguate alla bellezza e importanza architettonica dei luoghi, auspicando che si possa creare economia con la bellezza e la salvaguardia del territorio.
Il percorso di visita si conclude nell'annessa Chiesa di San Domenico - ha sottolineato -, dove è possibile visitare la pala residua di un trittico raffigurante San Felice in Cattedra, opera dell'importante pittore cinquecentesco di scuola veneta, Lorenzo Lotto.
La visita al Casale Rufolo - ha concluso l'architetto Camporeale - è imperniata sul percorso di conoscenza di una sequenza di architetture tardo medioevali in pietra, di cui appaiono preminenti le due torri angolari innestate sul perimetro di cinta, e i due grandi ambienti (trappeti) adibiti alla lavorazione delle olive ed alla loro premitura per la produzione di olio. Nel percorso di visita si può apprezzare la qualità del restauro degli ambienti, eseguito a cura della Soprintendenza che ne detiene la proprietà, ed un affresco neobizantino conservato in una cappella, raffigurante tre santi presumibilmente associati a San Nicola, San Girolamo e San Leonardo».
In merito a cosa resterà nel cuore e nei ricordi dei visitatori, il coordinatore cittadino del FAI ha risposto: «Ai visitatori, alla fine del loro percorso, resterà la consapevolezza di essere testimoni e depositari di una cultura materiale elevata che richiede cura e attenzioni, perché un popolo senza memoria non ha futuro. Alle Giornate FAI di Primavera è associata una raccolta di firme per promuovere una legge a tutela del suolo e del suo uso per la quale si potrà firmare ai nostri tavoli».