Cronaca
Meredith, Sollecito fa causa ai giudici: 3 milioni
Il giovane, definitivamente assolto dalla Cassazione, ha chiesto un risarcimento, «per aver travisato i fatti»
Giovinazzo - martedì 11 aprile 2017
18.14
Raffaele Sollecito fa causa ai giudici dopo l'assoluzione per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese di 22 anni, uccisa a Perugia con una coltellata il primo novembre del 2007.
Per quell'omicidio ha fatto quattro anni in carcere e ora presenta il conto ai giudici: 3 milioni. Nel 2015 Sollecito e la statunitense Amanda Knox, anche lei accusa del delitto, sono stati assolti definitivamente dalla Cassazione. Sollecito aveva avviato una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione che a febbraio gli è stata negata.
La difesa di Raffaele Sollecito ha impugnato in Cassazione la decisione della Corte d'Appello di Firenze di respingere la richiesta di risarcimento (500mila euro) per ingiusta detenzione per i quasi quattro anni di detenzione per l'omicidio di Meredith Kercher. Delitto al quale è stato dichiarato definitivamente estraneo, come Amanda Knox.
Secondo quanto appreso dall'Ansa i legali di Sollecito, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno chiesto l'annullamento della decisione dei giudici fiorentini. La data dell'udienza in Cassazione non è stata ancora fissata.
Nel ricorso i legali del giovane pugliese hanno sostenuto che la motivazione del rigetto della richiesta di risarcimento «sembra una sentenza di condanna». «I giudici - hanno sostenuto i legali - hanno ripreso gli argomenti della sentenza della Corte d'Appello di Firenze che condannò Sollecito e Knox senza invece tenere conto di quella della Cassazione che li assolse definitivamente evidenziando gli errori dell'indagine».
Sollecito ha citato in giudizio, in base alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati nove tra pm, procuratori generali, gip e giudici di Corte d'Assise d'Appello chiedendo un risarcimento, «per aver travisato i fatti». La legge prevede cause «per dolo o colpa grave» e nel secondo caso è prevista la citazione anche dei giudici popolari.
Il procedimento è a Genova. L'ultima parola spetta al giudice Pietro Spera al quale è stata affidata la causa. Sarà lui a decidere se coinvolgere nella citazione anche i 12 giurati popolari della Corte d'Assise di Perugia e e della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Per quell'omicidio ha fatto quattro anni in carcere e ora presenta il conto ai giudici: 3 milioni. Nel 2015 Sollecito e la statunitense Amanda Knox, anche lei accusa del delitto, sono stati assolti definitivamente dalla Cassazione. Sollecito aveva avviato una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione che a febbraio gli è stata negata.
La difesa di Raffaele Sollecito ha impugnato in Cassazione la decisione della Corte d'Appello di Firenze di respingere la richiesta di risarcimento (500mila euro) per ingiusta detenzione per i quasi quattro anni di detenzione per l'omicidio di Meredith Kercher. Delitto al quale è stato dichiarato definitivamente estraneo, come Amanda Knox.
Secondo quanto appreso dall'Ansa i legali di Sollecito, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno chiesto l'annullamento della decisione dei giudici fiorentini. La data dell'udienza in Cassazione non è stata ancora fissata.
Nel ricorso i legali del giovane pugliese hanno sostenuto che la motivazione del rigetto della richiesta di risarcimento «sembra una sentenza di condanna». «I giudici - hanno sostenuto i legali - hanno ripreso gli argomenti della sentenza della Corte d'Appello di Firenze che condannò Sollecito e Knox senza invece tenere conto di quella della Cassazione che li assolse definitivamente evidenziando gli errori dell'indagine».
Sollecito ha citato in giudizio, in base alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati nove tra pm, procuratori generali, gip e giudici di Corte d'Assise d'Appello chiedendo un risarcimento, «per aver travisato i fatti». La legge prevede cause «per dolo o colpa grave» e nel secondo caso è prevista la citazione anche dei giudici popolari.
Il procedimento è a Genova. L'ultima parola spetta al giudice Pietro Spera al quale è stata affidata la causa. Sarà lui a decidere se coinvolgere nella citazione anche i 12 giurati popolari della Corte d'Assise di Perugia e e della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.