Scuola
Mensa scolastica, i nuovi interrogativi di Maria Restivo
Nuova lettera aperta dell'insegnante all'Assessore Michele Sollecito
Giovinazzo - giovedì 24 settembre 2015
05.30
Prima gli interrogativi sull'aumento del costo della mensa, posti da Maria Restivo, insegnante ed ex Assessore alle Politiche Scolastiche. Poi la risposta dell'attuale Assessore alla Pubblica Istruzione, Michele Sollecito.
Risposte che non hanno soddisfatto in pieno né Maria Restivo, né molti genitori, preoccupati per questo rincaro. Ed allora ecco che l'insegnante è tornata a scriverci per porre nuovi quesiti a Michele Sollecito ed a chiedere nuove risposte. Di seguito l'intera missiva.
«Ho letto la risposta dell'assessore Sollecito e sinceramente le mie perplessità non si sono spente. Ribadisco infatti, che l'aumento del costo della mensa va a caricarsi con una percentuale maggiore sulle famiglie. Vorrei di nuovo ricordare che già la nuova dichiarazione ISEE avrebbe portato lo scivolamento nelle fasce maggiori con un conseguente aumento di spesa da parte delle famiglie.
Sempre dalla delibera n. 117 si evince che le previsioni di entrata sono di 241.929,00 euro (comprensivi dei trasferimenti statali più trasferimenti regionali), mentre le previsioni di spesa ammontano a 431.612,00 euro, con un tasso di copertura del 56,05%
L'aumento del 20%, a detta dell'Assessore, si riferisce al nuovo capitolato d'appalto per l'affidamento previa gara del servizio. Ha affermato che nel capitolato sono state richieste delle variazione in merito alla filiera corta, a prodotti biologici, a stoviglie biodegradabili... "siamo attenti all'ambiente"...
La scuola insegna ai nostri bambini l'importanza della raccolta differenziata separando la carta dalla plastica... siamo anche noi attenti all'ambiente.
Nella delibera n. 956 del 3 dicembre 2013 si è approvato il capitolato di appalto che interessa tutte le scuole dell'infanzia, alcune classi di primaria a tempo pieno (quante?) e classi di primaria che usufruiscono di tale servizio una volta a settimana...
Mi sorgono spontanee alcune domande, anche interpretando il pensiero delle famiglie. Io andavo e vado a scuola tutti i giorni e sono abituata ad ascoltare: il menù sarà certamente rinnovato e sarà più ricco e vario? Ci sarà un menù invernale e uno primaverile? L'aumento di tale servizio a base d'asta sarà maggiore, visto gli aumenti del costo della vita? Considerando tutti questi presupposti, è lecito pensare che l'aumento sia dovuto ad una maggiore attenzione a tutte quelle variabili da me elencate. Mi auguro di sì.
Inoltre, dal momento che si doveva fare una nuova gara d'appalto, perché non si è pensato di differenziare i menù dell'infanzia da quello della primaria? Un bambino di 3 anni certamente mangia meno di un alunno di quinta elementare. Chi usufruisce del servizio mensa una volta la settimana può anche caricarsi dell'aumento, mentre una famiglia che ha un figlio che frequenta il tempo pieno e uno che frequenta la scuola dell'infanzia, pur avendo lo sconto del 50% sul secondo ticket, certamente avrà una spesa maggiore da sopportare. Concludo affermando che tanto tempo fa il prezzo del pasto a base d'asta era di 5 euro. E oggi?
Chiudo, con una piccola chiosa rivolta al mondo politico: solo oggi qualcuno si fa carico del problema, quando i giochi sono fatti e a pagare come al solito, è il cittadino a cui vengono negati dei diritti sacrosanti, vuoi per scelte di politica a livello centrale, vuoi per scelte fatte dalle Amministrazioni, sbandierando l'alibi che lo Stato vuole i sacrifici e che i sindaci devono adeguarsi nel fare delle scelte impopolari.
La buona politica, aderente ai bisogni delle persone dovrebbe fare delle scelte prioritarie; sono convinta che la scuola dovrebbe essere messa in grado di garantire il diritto allo studio a tutti e contestualmente garantire l' accessibilità dei servizi anche a quelle famiglie che vivono momenti di crisi e che solo per dignità non esprimono il loro disagio. La mensa è un diritto di tutti non di pochi. La saluto anche a nome delle famiglie e dei loro bambini».
La palla ritorna nel campo dell'Amministrazione Comunale che potrà così dire nuovamente la sua sull'argomento.
Risposte che non hanno soddisfatto in pieno né Maria Restivo, né molti genitori, preoccupati per questo rincaro. Ed allora ecco che l'insegnante è tornata a scriverci per porre nuovi quesiti a Michele Sollecito ed a chiedere nuove risposte. Di seguito l'intera missiva.
«Ho letto la risposta dell'assessore Sollecito e sinceramente le mie perplessità non si sono spente. Ribadisco infatti, che l'aumento del costo della mensa va a caricarsi con una percentuale maggiore sulle famiglie. Vorrei di nuovo ricordare che già la nuova dichiarazione ISEE avrebbe portato lo scivolamento nelle fasce maggiori con un conseguente aumento di spesa da parte delle famiglie.
Sempre dalla delibera n. 117 si evince che le previsioni di entrata sono di 241.929,00 euro (comprensivi dei trasferimenti statali più trasferimenti regionali), mentre le previsioni di spesa ammontano a 431.612,00 euro, con un tasso di copertura del 56,05%
L'aumento del 20%, a detta dell'Assessore, si riferisce al nuovo capitolato d'appalto per l'affidamento previa gara del servizio. Ha affermato che nel capitolato sono state richieste delle variazione in merito alla filiera corta, a prodotti biologici, a stoviglie biodegradabili... "siamo attenti all'ambiente"...
La scuola insegna ai nostri bambini l'importanza della raccolta differenziata separando la carta dalla plastica... siamo anche noi attenti all'ambiente.
Nella delibera n. 956 del 3 dicembre 2013 si è approvato il capitolato di appalto che interessa tutte le scuole dell'infanzia, alcune classi di primaria a tempo pieno (quante?) e classi di primaria che usufruiscono di tale servizio una volta a settimana...
Mi sorgono spontanee alcune domande, anche interpretando il pensiero delle famiglie. Io andavo e vado a scuola tutti i giorni e sono abituata ad ascoltare: il menù sarà certamente rinnovato e sarà più ricco e vario? Ci sarà un menù invernale e uno primaverile? L'aumento di tale servizio a base d'asta sarà maggiore, visto gli aumenti del costo della vita? Considerando tutti questi presupposti, è lecito pensare che l'aumento sia dovuto ad una maggiore attenzione a tutte quelle variabili da me elencate. Mi auguro di sì.
Inoltre, dal momento che si doveva fare una nuova gara d'appalto, perché non si è pensato di differenziare i menù dell'infanzia da quello della primaria? Un bambino di 3 anni certamente mangia meno di un alunno di quinta elementare. Chi usufruisce del servizio mensa una volta la settimana può anche caricarsi dell'aumento, mentre una famiglia che ha un figlio che frequenta il tempo pieno e uno che frequenta la scuola dell'infanzia, pur avendo lo sconto del 50% sul secondo ticket, certamente avrà una spesa maggiore da sopportare. Concludo affermando che tanto tempo fa il prezzo del pasto a base d'asta era di 5 euro. E oggi?
Chiudo, con una piccola chiosa rivolta al mondo politico: solo oggi qualcuno si fa carico del problema, quando i giochi sono fatti e a pagare come al solito, è il cittadino a cui vengono negati dei diritti sacrosanti, vuoi per scelte di politica a livello centrale, vuoi per scelte fatte dalle Amministrazioni, sbandierando l'alibi che lo Stato vuole i sacrifici e che i sindaci devono adeguarsi nel fare delle scelte impopolari.
La buona politica, aderente ai bisogni delle persone dovrebbe fare delle scelte prioritarie; sono convinta che la scuola dovrebbe essere messa in grado di garantire il diritto allo studio a tutti e contestualmente garantire l' accessibilità dei servizi anche a quelle famiglie che vivono momenti di crisi e che solo per dignità non esprimono il loro disagio. La mensa è un diritto di tutti non di pochi. La saluto anche a nome delle famiglie e dei loro bambini».
La palla ritorna nel campo dell'Amministrazione Comunale che potrà così dire nuovamente la sua sull'argomento.