Cronaca
Manifesti elettorali di destra imbrattati con stelle a cinque punte
Sdegno degli esponenti di Fratelli d'Italia e Lega. Il Sindaco: «Simbologia che in alcun modo deve tornare»
Giovinazzo - lunedì 27 maggio 2019
0.25
La dialettica democratica non dovrebbe mai sfociare nel silenziatore applicato agli avversari politici. Mai, in democrazia, si dovrebbe imbrattare o strappare un manifesto elettorale dei candidati altrui se posizionati correttamente. Mai si dovrebbero aggredire avversari politici durante un comizio, mai smorzarne le legittime prese di posizione.
La campagna elettorale ormai conclusa ci ha dato invece indicazioni differenti in tutta Italia, tra dissenso liberamente espresso messo a tacere spesso brutalmente, aggressioni ad esponenti politici col coinvolgimento di minori, liste di proscrizione che fanno paura e fanno tornare indietro, da una parte e dall'altra, agli anni di piombo, e silenzi elettorali affatto rispettati sui social network da vari "big".
Un bruttissimo episodio si è verificato tra sabato e domenica anche a Giovinazzo. A denunciarlo Vito Fanelli, coordinatore in pectore della nascente sezione giovinazzese di Fratelli d'Italia. Quasi tutti i manifesti elettorali del partito di Giorgia Meloni e della Lega, regolarmente esposti sulle plance in vari punti della città, sono stati imbrattati o da stelle rosse a cinque punte, simbolo delle Brigate Rosse, o da vernice rossa ad oscurare il volto dei candidati. Un passato non troppo lontano che a qualcuno non ha evidentemente insegnato molto.
Fanelli ha già reso noto che sarà fatta regolare denuncia ed una segnalazione alla Digos per identificare i responsabili, forti anche di qualche telecamera distribuita in città. Bravata o attacco politico reale è tutto da verificarsi, ma resta lo sgomento di buona parte dei una comunità che si scontra su tutto, ma che è quasi sempre stata capace di rimanere nell'alveo del confronto democratico.
Per questo il sindaco, Tommaso Depalma, come rappresentante dell'intera cittadinanza, ci ha detto: «Personalmente penso si tratti di un'azione di qualche frustrato - ha detto -, poiché noi siamo un territorio dove vivono persone che in larga parte sanno rispettare le altrui opinioni. Credo, mi ripeto, si tratti di qualcuno che utilizzi questi momenti per far parlare di sé con atteggiamenti grotteschi. Le stelle a cinque punte - ha proseguito il primo cittadino -, sono una simbologia che in alcun modo deve tornare nelle nostre teste e non deve più far parte della nostra vita e di quella del Paese. Per fortuna non siamo negli anni '70, negli anni di piombo, e non ci torneremo anche se ci sono gruppi residuali di estremisti, sia da un lato che dall'altro, che però non contano nulla elettoralmente.
Rilevo - ha concluso Depalma - che questo è un clima che qualcuno, che ha qualche dovere istituzionale, piuttosto che smorzare, ha acuito. In ogni caso, penso che non si debba dare alcun peso a questi soggetti fuori dal tempo».
La campagna elettorale ormai conclusa ci ha dato invece indicazioni differenti in tutta Italia, tra dissenso liberamente espresso messo a tacere spesso brutalmente, aggressioni ad esponenti politici col coinvolgimento di minori, liste di proscrizione che fanno paura e fanno tornare indietro, da una parte e dall'altra, agli anni di piombo, e silenzi elettorali affatto rispettati sui social network da vari "big".
Un bruttissimo episodio si è verificato tra sabato e domenica anche a Giovinazzo. A denunciarlo Vito Fanelli, coordinatore in pectore della nascente sezione giovinazzese di Fratelli d'Italia. Quasi tutti i manifesti elettorali del partito di Giorgia Meloni e della Lega, regolarmente esposti sulle plance in vari punti della città, sono stati imbrattati o da stelle rosse a cinque punte, simbolo delle Brigate Rosse, o da vernice rossa ad oscurare il volto dei candidati. Un passato non troppo lontano che a qualcuno non ha evidentemente insegnato molto.
Fanelli ha già reso noto che sarà fatta regolare denuncia ed una segnalazione alla Digos per identificare i responsabili, forti anche di qualche telecamera distribuita in città. Bravata o attacco politico reale è tutto da verificarsi, ma resta lo sgomento di buona parte dei una comunità che si scontra su tutto, ma che è quasi sempre stata capace di rimanere nell'alveo del confronto democratico.
Per questo il sindaco, Tommaso Depalma, come rappresentante dell'intera cittadinanza, ci ha detto: «Personalmente penso si tratti di un'azione di qualche frustrato - ha detto -, poiché noi siamo un territorio dove vivono persone che in larga parte sanno rispettare le altrui opinioni. Credo, mi ripeto, si tratti di qualcuno che utilizzi questi momenti per far parlare di sé con atteggiamenti grotteschi. Le stelle a cinque punte - ha proseguito il primo cittadino -, sono una simbologia che in alcun modo deve tornare nelle nostre teste e non deve più far parte della nostra vita e di quella del Paese. Per fortuna non siamo negli anni '70, negli anni di piombo, e non ci torneremo anche se ci sono gruppi residuali di estremisti, sia da un lato che dall'altro, che però non contano nulla elettoralmente.
Rilevo - ha concluso Depalma - che questo è un clima che qualcuno, che ha qualche dovere istituzionale, piuttosto che smorzare, ha acuito. In ogni caso, penso che non si debba dare alcun peso a questi soggetti fuori dal tempo».